Nessuna prospettiva lavorativa soddisfacente si profilava in terra natia per la coppia di biologi Oriana e Francesco, così la fuga verso l’estero, in Australia. Dopo un anno, però, la scelta di ritornare in Sicilia e investire sul loro “piano B” a Marina di Ragusa

Wollongong per un anno. La piccola cittadina australiana, non troppo distante da Sidney, li accoglie e, come da copione, i due cervelli in fuga ottengono rapidamente tutto ciò che in Italia faticavano a guadagnare: condizioni di lavoro e di ricerca dignitose e opportunità concrete. Eppure, questa volta, il solito ritornello di chi lascia la propria terra e la propria casa con animo sprezzante, amareggiato, con la promessa di non mettervi più piede, viene inaspettatamente sovvertito.

“IL PIANO B”. I colleghi di lavoro di Oriana cercano qualcuno che si occupi di catering per foraggiare i partecipanti di un importante convegno. Il binomio italiani e buon cibo è ormai consolidato anche presso le culture a noi più estranee, così la scelta più ovvia e naturale è quella di rivolgersi proprio a lei. Oriana non ha idea di come organizzarsi, ma decide ugualmente di avventurarsi in un mondo che non le appartiene ancora. «È stato il mio primo catering, non avevo alcuna esperienza, né una cucina attrezzata per compiere una simile impresa. Avevo solo quattro padelle e avrei dovuto allestire un rinfresco per ottanta persone. Quindi ho avvisato Francesco, sono uscita di casa e sono andata a fare la spesa, ma non avevo l’auto – ci racconta con entusiasmo  – così sono andata in autobus e ho portato con me il trolley, girando per tutta la città con una valigia piena di cibo. Non avevo altre alternative e, dopo aver visto alcuni australiani fare la spesa anche in pigiama, ero anche sicura che non avrei dato troppo nell’occhio con il mio trolley tra le corsie del supermercato», aggiunge la giovane siciliana ridendo di gusto. Ed è così che nasce il “piano B” di Oriana e Francesco.

IL RITORNO. Scade il visto, il progetto di ricerca volge al termine, e dopo un anno i due ricercatori tornano a Ragusa con l’intenzione di ripartire presto alla volta dell’Australia. Oriana e Francesco però non sono più tornati a Wollongong, perché  quell’idea, nata in una località straniera, serpeggiava fascinosa con sempre maggiore insistenza. Il “piano B” viene ben presto promosso, fino a guadagnarsi il titolo di “piano A”, anzi, “Arà”. All’arte culinaria australiana, rigorosamente fusion e interculturale, oppongono un progetto squisitamente siciliano intento a valorizzare i sapori e le tradizioni del proprio paese. E alle difficoltà incontrate, dalla soffocante burocrazia al mancato supporto per le nuove attività come la loro, Oriana e Francesco rispondono così, impugnando trapano e pennelli per creare mensole e sedute laddove i tavolini non possono trovare posto. Oggi la loro attività rappresenta un valido monito, per tutti coloro che vedono nell’atto della fuga verso terre, vicine o lontane, l’unica soluzione ai problemi nostrani. Restare o tornare, non equivale necessariamente ad arrendersi. Dell’Australia e della sua gente i due giovani imprenditori ricordano con affetto il calore, il sentore d’aver trovato, seppur in un altro emisfero, un angolo di Sicilia ed una scommessa.

 

Il nostro impegno è offrire contenuti autorevoli e privi di pubblicità invasiva. Sei un lettore abituale del Sicilian Post? Sostienilo!

Print Friendly, PDF & Email