Il giovane allievo dell’Accademia di Belle Arti, originario di Piano Tavola, si è aggiudicato il primo premio al concorso di arti visive indetto dalla Fondazione Peano, in collaborazione con il quotidiano La Stampa, con una personale interpretazione del delicato equilibrio che esiste tra l’informazione tradizionale rappresentata dai giornali cartacei e il sempre più ingombrante e indefinito mondo digitale

In che modo l’arte può raccontare mutamenti della nostra società così profondi come quelli che riguardano il mondo dell’informazione?
A quest’avvincente sfida ha dato una possibile risposta Carlo Di Stefano, venticinquenne di Piano Tavola (CT), il cui bozzetto “Pixellosia” è stato insignito a Cuneo del primo premio al 22° concorso ‘’Scultura da vivere’’, promosso dalla Fondazione Peano in collaborazione con il quotidiano La Stampa. Il giovane scultore, allievo dell’Accademia delle Belle Arti di Catania, sarà ora impegnato nella realizzazione dell’opera, che sarà alta oltre due metri e verrà collocata nell’autunno 2019 negli spazi urbani della città piemontese.

OSSERVARE LA REALTÀ CON SENSO CRITICO. «Non posso dire che i miei lavori seguano una precisa poetica – spiega Carlo – ma mi piace molto l’idea che l’arte sia pervasa dal senso critico. Se, guardandomi intorno, noto che delle cose non funzionano come dovrebbero, mi viene spontaneo pensare di raccontarle come qualcosa di visivo». In questo senso, il tema sul quale il concorso è stato incentrato (Oltre la carta nel terzo millennio. La Stampa 150 anni) ha esercitato su di lui un fascino particolare. «Credo che nell’epoca dell’informazione improvvisata su internet – continua – ci sia maggiore bisogno di autorevolezza. Il giornale cartaceo, da questo punto di vista, è sicuramente una garanzia, ma sta progressivamente diventando qualcosa di romantico e per pochi». Da qui l’idea che i quotidiani siano affetti da una malattia che li scompone e li fa diventare pixel. Il giornale di pietra ideato da Carlo è pesante, quasi afflosciato su se stesso, e tende a sgretolarsi in una pagina che librandosi in aria cambia forma verso un indefinito mondo digitale.

DALLA SICILIA AL PIEMONTE. Il bozzetto di “Pixellosia” è stato realizzato in una roccia sedimentaria siciliana, la pietra bianca di Noto, mentre l’opera finita verrà probabilmente realizzata in marmo di Carrara. A ospitare la lavorazione dell’opera, che una volta finita verrà portata a Cuneo, sarà l’Accademia delle Belle Arti di Catania, dove tutto è nato. La partecipazione di Carlo al concorso è stata infatti proposta al giovane dallo scultore Pierluigi Portale, che ha poi supervisionato il suo lavoro. «Il professore mi ha seguito quando non sapevo bene come procedere – continua Carlo – ma mi ha lasciato molto libero nel mio lavoro».

Carlo Di Stefano
Carlo Di Stefano

SOGNARE CON I PIEDI PER TERRA. In un contesto in cui ai giovani che scommettono sull’arte viene quasi vietato di sognare, vincere un concorso internazionale rappresenta un’iniezione di fiducia. In questo senso, però, Carlo si mostra cauto nell’approcciare i suoi passi futuri: «Vivere d’arte è da sempre molto difficile e lo è ancora di più in questi tempi. Io ho avuto la grande fortuna di essere appoggiato dalla mia famiglia, ma sono anche in cerca di una stabilità». Quest’ultima potrebbe arrivare dall’insegnamento, una prospettiva vista dal giovane artista non come ripiego ma come passione: «Avere a che fare con i ragazzi – conclude – è un privilegio. In loro, infatti, si trova molto più che negli adulti».

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