«Una panoramica generale sul futurismo – spiega Giuseppe Stagnitta, curatore insieme a Giancarlo Carpi e Serena dell’Aira – per presentare una tra le eccellenze dell’arte italiana»: una mostra e una serie di eventi collaterali del movimento che ha dato vita alle forme espressive di tutto il Novecento.

L’esposizione, aperta al pubblico dall’11 marzo al 14 giugno all’interno dell’ex Chiesa del Carmine di Taormina, è concepita come “opera d’arte totale” e ruota intorno al Complesso Plastico colorato di frastuono + Velocità di Giacomo Balla con cui si creò il manifesto futurista della pittura nel 1911; si snoda, poi, attraverso abiti, dipinti, oggetti di arredamento e manifesti pubblicitari, con settanta opere dei più importanti nomi, tra cui Carlo Carrà, Tommaso Marinetti, Enrico Prampolini, Bruno Munari.

L’evento sarà arricchito, ogni mese per due domeniche, da eventi futuristi collaterali: dalla Cucina alla poesia, dalla Docufiction alla musica fino all’illuminazione senza energia elettrica di un’opera in mostra.

Benedetta – Ritmi di Rocce e Mare, 1929 ca

Una sala pre-futurista presenta i lavori degli artisti prima del movimento e introduce al resto della mostra: «Abbiamo diviso il percorso per anni di produzione – spiega Giancarlo Carpi – seguendo anche una linea tematica».

«Siamo voluti andare all’origine dell’arte del ‘900 – prosegue Stagnitta – Dadaismo, Cubismo, Surrealismo e anche Pop Art nascono tutti da questo movimento. Depero, ad esempio è il primo a lavorare nella comunicazione e nella pubblicità».

Nelle opere esposte si viaggia attraverso le fasi della simbiosi tra l’io e la tecnologia, la materia bruta e il consumismo, che portano l’uomo ad alienarsi e fondersi con il prodotto di cui sente di avere bisogno: «Si ha un passaggio – continua Carpi – dall’io come soggetto all’uomo fuso con ciò che lo circonda e con i prodotti di cui è schiavo. Ecco che l’individuo è prima rappresentato in forme geometriche e poi si trasforma in ciò che acquista e un chiaro esempio è il manifesto dei Lubrificanti FIAT».

Il tappeto sonoro dell’allestimento è creato sulle indicazioni dell’intona rumori di Luigi Russolo, precursore della musica elettronica.

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