Da Giotto a De Chirico: i quadri in mostra a Castello Ursino invadono il capoluogo etneo facendo capolino dal sottosuolo in alcuni punti strategici della città. Gli organizzatori: «Così l’evento coinvolge davvero il territorio»

Cosa ci fa un frammento dei “Bagni misteriosi” di Giorgio De Chirico in piazza Cavour? E “Interno con vaso di fiori” di Filippo de Pisis in piazza Galatea? Da qualche giorno in diverse zone della città di Catania sono apparse delle particolari installazioni: cornici che emergono da strade, prati, fontane e racchiudono parti di dipinti. Qualcuno si è limitato ad osservarle, altri hanno scattato dei selfie ipotizzando si trattasse di opere d’arte contemporanea, i più curiosi si sono recati al Castello Ursino per ammirarne la piena e completa bellezza all’interno della mostra “I tesori nascosti. Da Giotto a De Chirico”, a cura di Vittorio Sgarbi.

L’IDEA. «Questo progetto è nato in maniera semplice – ha spiegato l’addetto stampa Alfio Grasso – dall’idea che una mostra non debba rimanere chiusa entro le pareti di un museo, ma vada condivisa con il territorio». Un concetto questo non nuovo alle grandi capitali europee, ma del tutto inedito a Catania. A ideare le installazioni è stato il team di creativi dei Fenice Company Ideas coordinato da Michela Pistorio, exhibition manager della mostra. «Per “I tesori nascosti” – spiega quest’ultima – abbiamo pensato di proporre delle installazioni scenografiche che, inserite in maniera amoniosa nel contesto urbano catanese, riuscissero a catturare l’attenzione del pubblico incuriosendolo su questo affascinante tema». La mostra si caratterizza infatti per una selezione di opere dimenticate, alcune delle quali rinvenute dal curatore Sgarbi proprio nei sotterranei di Castello Ursino.

L’EFFETTO SUI CATANESI E SUI TURISTI. Di fronte alle installazioni le reazioni sono molteplici. C’è chi rimane attonito e impiega un po’ prima di capire che si tratta di una “trovata pubblicitaria”. Chi loda l’idea, decidendo di andare a vedere la mostra, chi la trova discutibile. I più giovani, invece, non perdono l’occasione per scattare un selfie che da lì a pochi minuti apparirà nella loro bacheca di Instagram. Sia come sia se l’intenzione era quella di far parlare della mostra, il risultato è stato pienamente raggiunto. «L’esperimento – spiega ancora Grasso – vuol andare anche in direzione di un’alfabetizzazione dei cittadini. Un esercizio semplice, ma di ampio respiro». La cura per i dettagli degli ideatori non ha poi trascurato i turisti, con la scelta di posizionare un’istallazione anche all’aeroporto. «Grandi mostre come queste – conclude Michela Pistorio – non solo raccontano il territorio ma offrono anche opportunità occupazionale, soprattutto ai giovani. Senza dubbio per noi è stata una grande soddisfazione poter offrire a molti ragazzi la possibilità di lavorare nella propria città. In questo senso devo dire che ho notato un forte senso di appartenenza da parte di tutti. I giovani sono davvero i protagonisti del rilancio della Sicilia e credono fortemente che la cultura sia uno straordinario strumento per far muovere l’economia».

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