In un felice intreccio tra memoria del passato e sguardo all’innovazione, a 124 anni dalla sua fondazione la storica libreria catanese si rianima per merito delle sorelle Sciacca, intenzionate a rendere, come un tempo, questa istituzione culturale un salotto letterario in cui le idee possano circolare senza confini

Rinascere dalle proprie ceneri come un’araba fenice: quale modo migliore di festeggiare il compleanno? Soprattutto se gli anni compiuti sono centoventiquattro e il festeggiato è la più antica libreria di Catania, ovvero la storica Prampolini, nata tra il 4 e il 13 dicembre 1894, che oggi, consapevole delle sue radici, guarda al futuro con ottimismo.

PASSAGGIO DI CONSEGNE. «Io rappresento il passato e il presente della Prampolini e il mio obiettivo è tenerla aperta in un momento in cui è più facile che le librerie chiudano viste la crisi della carta stampata e la moda dei tablet» afferma il dottor Calabrese, uno dei vecchi soci che ha deciso di passare il testimone alle sorelle Angelica e Maria Carmela Sciacca, già proprietarie della libreria “Vicolo Stretto”. «La vecchia società era stanca – prosegue con sincerità Calabrese – e mi sono reso conto che era giunto il momento di una svolta: bisognava o intraprendere un nuovo progetto di sviluppo o cedere l’attività nella maniera più indolore possibile. La libreria è un bene comune della città, non del singolo gestore, ed è giusto che questi riconosca quando è il momento di defilarsi e affidare l’impresa a chi ha la capacità di portarla avanti». Questo è ciò che ha fatto Calabrese, permettendo di rilevare la Prampolini alle sorelle Sciacca, ritenute idonee non per motivi economici, ma perché dotate di visioni e progetti tali da consentire un nuovo sviluppo per questa libreria.

UN’AVVENTURA CORAGGIOSA. «Il mio obiettivo è mantenere viva l’identità di questa libreria portando una ventata di freschezza che renda le sue stanze affollate proprio come accaduto nel giorno di celebrazione del suo compleanno» ci spiega la giovane Maria Carmela Sciacca. «La Prampolini – continua – deve tornare a essere il salotto letterario che è sempre stata: la possibilità di sedersi e sfogliare libri non è una novità dei giorni nostri, in questi saloni sono stati seduti a leggere intellettuali come Verga e Capuana e bisogna ricreare un circolo culturale simile, soprattutto in questa zona centrale di Catania ricca di studenti». Le due sorelle Sciacca hanno intrapreso un’avventura coraggiosa, passando dalla gestione di una delle librerie più piccole d’Italia (il “Vicolo Stretto” misura 23 m2) a quella di una storica istituzione culturale in cui «chiamandoci a distanza da una stanza all’altra rischiamo di non sentirci» afferma sorridente ed emozionata Maria Carmela con accanto Angelica.

LIBRERIE, MODERNE AGORÀ. «Una rinfrescata alle pareti, qualche luce da cambiare, nuove pubblicazioni e catalogazione dei libri storici per dare nuova vita alla Prampolini, che deve mantenere il suo stile antico e vissuto e offrire alla città i suoi spazi per attività culturali di vario tipo» dicono con entusiasmo le due sorelle. «Le librerie hanno preso il posto dell’agorà, la piazza greca dove i pensieri circolavano liberamente e senza limiti istituzionali. Il salotto letterario è il luogo fisico in cui ognuno può esprimere concretamente i propri ragionamenti senza vincoli». A queste parole di Maria Carmela fa eco Calabrese, il quale dice: «La libreria è luogo di condivisione di cultura, valori, memoria: la perdita della memoria storica è una malattia sociale e i libri sono un ottimo antidoto per combatterla. Ciò che mi sprona a dar nuova vita alla Prampolini non è alcun vantaggio economico, ma la speranza di mantenere vivi i valori civili di cui la nostra città ha bisogno».

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