Antonio Rotolo, Ceo del traduttore 2.0 made in Sicily: «Il nostro progetto ha già superato i 100.000 utenti, ma al momento ci autofinanziamo e la pubblicità sul sito copre solo una parte delle spese».

Startupper non si nasce, si diventa. Così la pensa il 33enne palermitano Antonio Rotolo, ideatore di Ludwig, un motore linguistico che permette di tradurre in perfetto inglese. Il progetto, tutto siciliano e nato due anni fa, ha riscosso grande successo internazionale ed è stato presentato dalla stampa di tutto il mondo come l’ennesimo esempio di impresa giovanile di successo. Ma quanto è vero il mito del guadagno facile a sforzo zero che si è creato attorno al mondo delle startup? Come si fa a trasformare un’idea di successo in un’azienda davvero remunerativa?

«Il nostro progetto – racconta Rotolo – è nato da un’esigenza personale. Era il 2013 e stavo proseguendo i miei studi al Mit di Boston. Nel mio campo (l’archeologia ndr) l’80% dei progetti di ricerca o degli articoli scientifici viene rifiutato per motivi linguistici e non di contenuto. Io conoscevo bene l’inglese, ma nonostante questo avevo difficoltà ad adeguarmi agli standard accademici». Nasce così “Ludwig”, un motore linguistico che permette di perfezionare la propria traduzione attraverso il confronto con fonti autorevoli come il New York Times, la Bbc o il The Guardian.

Trovata l’idea, tuttavia, bisognava realizzarla. «Una volta rientrato in Sicilia – continua Rotolo – ne ho parlato a due miei amici, Federico Papa e Roberta Pellegrino. I primi fondi li abbiamo ottenuti grazie al progetto #WCap Catania di Tim che ci ha fatto avere 25.000 euro per iniziare a lavorare». Al team di under 35, si sono aggiunti poi gli ingegneri Antonino Randazzo, Francesco Aronica e Salvatore Monello, il designer Francesco Giacalone e il giornalista Daniele Tagliavia, tutti rigorosamente siciliani.
Attualmente “Ludwig” registra un traffico di oltre 100mila utenti provenienti da diverse parti del mondo (il 50% del traffico viene dall’Italia), ma nonostante questo non rappresenta ancora la principale attività di sostentamento dei giovani imprenditori. «Oggi – spiega ancora Rotolo – sia io sia Roberta (la co-founder) siamo spesso invitati in qualità di ricercatori in diverse università e ne approfittiamo per fare conoscere il nostro progetto e cercare possibili partner. Al momento, però, ci autofinanziamo e la pubblicità sul sito serve solo a coprire alcune spese».

Per il futuro è in programma una versione premium (a pagamento) del servizio, ma per il momento i creatori di Ludwig (ciascuno dei quali vive lontano dalla Sicilia) preferiscono non farsi prendere troppo dall’entusiasmo. «Il nostro sogno – concludono – è quello diventare una società stabile, in grado di offrire opportunità di lavoro ai giovani siciliani e, perché no, attrarre anche cervelli dall’estero. Ogni passo, tuttavia, va compiuto nel modo giusto: tenendo i piedi per terra».

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