L’immagine di un giovane avvolto da un mantello di fuoco che fugge durante una manifestazione contro il presidente Maduro ha fatto il giro del mondo. Ronaldo Schemidt, autore dello scatto: «Per me la foto rappresenta lo stato del paese. È una crisi umanitaria. È un ritratto di come era il paese, ma ora è anche peggio».

Una foto che cattura lo sguardo. Uno scatto che difficilmente ti lascia indifferente. Uno scatto che ti pone domande e a cui non puoi rispondere banalmente.

Questa l’immagine scelta questa settimana. Mostra un giovane in fuga avvolto dalle fiamme, durante una manifestazione contro il presidente Maduro a Caracas, in Venezuela nel maggio del 2017. Con questa foto, Ronaldo Schemidt, fotografo venezuelano dell’Agence France Presse, ha vinto il premio foto dell’anno al World Press Photo of the Year 2018, il più importante premio del più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955.

Il ragazzo nella foto è sopravvissuto all’incidente con ustioni di primo e secondo grado, si chiama José Víctor Salazar Balza e ha preso fuoco a causa dell’esplosione del serbatoio di una motocicletta della polizia, come mostrano anche altre foto di quel giorno, che danno una visione del contesto in cui si è svolto l’incidente.

«Si tratta di uno scatto classico, ma ha un’energia istantanea e dinamica. I colori, il movimento, il modo in cui è composta, ha una grande forza. Mi ha dato un’emozione istantanea», ha detto Magdalena Herrera, direttrice della fotografia per “Geo France” e membro della giuria che assegna il premio.

Alcuni di questi elementi, come i colori e l’azione, sono presenti anche in altre fotografie, che mostrano Salazar Balza mentre corre e chiede aiuto agli altri manifestanti. Non hanno però la composizione della foto vincitrice.
Un altro dettaglio la rende ancora più forte, come ha fatto notare un altro membro della giuria, il fotogiornalista Bulent Kilic: il piccolo disegno di una pistola con la scritta “PAZ” (pace), a destra sul muro lungo il quale il ragazzo sta correndo

Per Whitney C. Johnson, vice direttore della fotografia a National Geographic e membro della giuria, il fatto che indossi una maschera la rende una fotografia più simbolica, come se il ragazzo non rappresentasse solo se stesso ma «l’intero Venezuela in fiamme». Io dico “l’intero mondo”. Probabilmente il fatto che non si vedesse la faccia l’ha resa anche una fotografia meno cruda e più facilmente utilizzabile dai media.

Schemidt al momento dello scatto era insieme a tanti colleghi fotoreporter e giornalisti: «La scena – racconta – è durata solo pochi secondi e la mia reazione come fotoreporter è stata quella di documentare cosa stava succedendo. Ero comunque consapevole che c’erano persone ben addestrate per aiutarlo».

Ronaldo Schemidt ha 46 anni e vive in Messico, ma in Venezuela, dove è nato, ha amici e familiari che hanno sofferto della disastrosa situazione economica che da mesi ha scatenato numerose proteste. Per questo ha spiegato sul blog dei corrispondenti di AFP che il premio per lui è un conflitto di emozioni: «Per me la foto rappresenta lo stato del paese. È una crisi umanitaria. È un ritratto di come era il Venezuela, ma ora è anche peggio».

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