La scoperta della lirica, l’inseguire i propri sogni, la voglia di lanciarsi nel mondo. Poi il fulmine a ciel sereno della malattia, il ricalibrare la propria esistenza e la voglia di non lasciarsi abbattere. Il cantante italiano, che si esibirà in uno concerto di beneficenza al Teatro Massimo Bellini di Catania diretto dal maestro Vessicchio, ha ripercorso con noi i momenti cardine della sua battaglia contro la sclerosi multipla

Convivere con una malattia non è facile, soprattutto quando questa entra improvvisamente nella tua vita sconvolgendo piani ed equilibri. La storia di Marco Voleri, tenore italiano affetto da sclerosi multipla è un esempio di come ci si possa rialzare continuando a vivere e fare ciò che si ama: oltre ad essere un bravo artista Voleri è anche il presidente della ASP “Sintomi di Felicità” nata nel 2013 con lo scopo di aiutare le associazioni e sensibilizzare su malattie come la Sclerosi Multipla usando l’arte, la cultura e lo sport come tramite. Domenica 24 febbraio lo vedremo esibirsi in un concerto di beneficenza al Teatro Massimo Bellini di Catania, insieme al maestro Beppe Vessicchio e alla sua ensemble “Solisti del Sesto Armonico”, accompagnati dal soprano Giacinta Nicotra e dall’attore Andrea Rizzoli, al quale è affidato il ruolo di voce narrante. La serata fa parte del tour “Sintomi di Felicità 2019” ed è dedicata alla sezione AISM di Catania, da anni attiva sul territorio per aiutare i malati e sensibilizzare sull’argomento e che ha organizzato e promosso l’evento. In attesa del concerto, lo abbiamo intervistato per conoscere meglio la sua storia.

L’INCONTRO CON LA MUSICA. Ho scoperto la musica all’oratorio, una cosa molto semplice, avevo quindici anni». Esordisce così Voleri quando ricorda come il suo percorso è iniziato, raccontando che la passione per il canto lirico è arrivata non da giovanissimo, ma all’età di 25 anni: «Ho iniziato facendo piano bar, poi ho scoperto il canto e ho iniziato a studiarlo. Da lì in poi mi si è aperto un mondo; già maturo sono andato al conservatorio e poi a Milano all’Accademia della Scala. Quando ero pronto a fare il solista e a inseguire il mio sogno è arrivata la Sclerosi Multipla». Inizialmente la scelta di Voleri è stata quella di tenere tutto per sé, ma poi nel 2013 l’uscita del suo libro “Sintomi di Felicità” ha sancito un cambiamento e la decisione di raccontarsi: «Dopo un primo momento di rabbia, c’è stata un po’ di depressione, data dal timore di non poter inseguire il mio sogno. Infine è arrivata la consapevolezza che potevo un po’ come un navigatore “ricalcolare il percorso”, adattandomi alla nuova situazione e continuare a cantare».

Voleri e Virginia Guerrera, presidente di AISM Catania
Voleri e Virginia Guerrera, presidente di AISM Catania

RESILIENZA. Dopo la notizia della malattia, arrivata all’età di trentanni, Marco Voleri ha invertito a rotta, ricomponendo pian piano la sua vita. La musica ha avuto sicuramente un ruolo decisivo nello spingerlo a reagire: «Per me una vita senza musica era qualcosa di inimmaginabile. Ho capito che dovevo vivere provando comunque a fare quello che sognavo, così invece dei ruoli da protagonista, molto stancanti, ho deciso di fare ruoli da comprimario, più leggeri da affrontare da un punto di vista fisico. Adesso dopo l’uscita di “Sintomi di felicità” è nato il tour e tutto ha preso una piega diversa, più grande. Io non mi sento un esempio, lo dico senza retorica. Sono una persona che prova a mettersi al servizio degli altri e quando salgo sul palco non rappresento più solo me stesso, ma una comunità di persone che vogliono vivere nonostante la malattia».

AL SERVIZIO DEGLI ALTRI. L’Associazione “Sintomi di Felicità”, e il tour 2019 che dopo Catania lo porterà a Firenze e in altre tappe in giro per il mondo, è sicuramente uno dei modi più efficaci per coniugare l’amore per la musica con la volontà di aiutare gli altri, raccogliendo fondi per realizzare moltissime opere e aiutare le associazioni. «In sei anni abbiamo fatto quasi trentacinque eventi, coinvolgendo molti artisti come Amanda Sandrelli, Michele Mirabella e ora Beppe Vessicchio – spiega il tenore. Mettiamo al centro il tema della disabilità utilizzando la musica ma anche lo sport. Mia moglie Giulia è un altro esempio in quanto componente della nazionale italiana di Sitting volley. Cerchiamo di metterci al servizio degli altri utilizzando più strumenti». Infine alla domanda su quali consigli si sentirebbe di dare a chi si trova in una situazione simile alla sua, Voleri risponde con sincerità: «Dare consigli è davvero difficile perché ogni situazione è a sé e ogni momento è diverso. Ci sono momenti in cui sei solo arrabbiato e altri in cui vuoi reagire. Posso solo dire che la vita nonostante tutto, secondo me, merita di essere vissuta».

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