Quattro anni separano la pubblicazione del primo volume, La tavolozza e la spada (2015), dal secondo intitolato La grazia (2019), dove la sapiente arte del fumettista trentino racconta la storia di Michelangelo Merisi, ritratto in un’opera di pregio in tutto il suo genio, le sue inquietudini e le sue peregrinazioni che lo portarono anche in Sicilia

Cosa accade quando un grande artista contemporaneo decide di raccontare la vita di uno più celebri pittori di tutti i tempi? Ne esce fuori un’opera di pregio dove Milo Manara tenta di ripercorrere la vita di Caravaggio nei due volumi a lui dedicati e intitolati La tavolozza e la spada e La grazia.
Il primo albo traccia la storia dell’artista giunto a Roma, dove si ritrova immerso in una città maestosa e decadente al tempo stesso. L’arte portata qui da Caravaggio sarà una ventata d’aria rivoluzionaria rispetto ai canoni classici a cui le botteghe di allora si conformavano. Eppure, l’estro creativo di Michelangelo è accompagnato dalla sua indole impulsiva che, in breve tempo, lo costringerà a fuggire dalla città per trovare riparo altrove, lontano dalle sue genti e dalla cerchia di amici che fino ad allora lo avevano protetto. Così Manara nel secondo volume ricostruisce gli ultimi quattro anni della vita del pittore. Fuggiasco, stanco, malato, inseguito dall’ombra della condanna… L’ultimo Caravaggio è un uomo ossessionato dalla ricerca della grazia, che solo il papa può concedergli e per cui inizierà freneticamente a dipingere. Un artista senza requie su cui alla fine si abbatterà la forza del destino.

IL PERIODO SICILIANO. Quando Caravaggio sbarcò nei pressi di Pozzallo nell’ottobre del 1608 non era altro che un esule. Fuggito da Forte Sant’Angelo a Malta, Michelangelo si rifugia a Siracusa dal suo amico e collega Mario Minniti, dipinto dieci anni prima nei panni di Bacco.
La Sicilia illustrata da Manara è come un tratteggio sulla tavola. Poche vignette racchiudono il periodo isolano del pittore, che pure lascia un’impronta tangibile della propria presenza dipingendo per Siracusa il Seppellimento di Santa Lucia e arrivando fino a Messina, dove lascerà prova della propria ritrovata maestria realizzando la Resurrezione di Lazzaro. È un periodo certo rocambolesco, di cui ci giungono notizie frammentarie, e il fumettista decide di accostarsi ai fatti accertati raccontando brevemente uno spaccato di vita del Caravaggio prima che costui faccia ritorno a Napoli nel 1609.

Tavola da La tavolozza e la spada vol. 1
Tavola da La tavolozza e la spada vol. 1

FRA IL BUIO E LA LUCE. La storia raccontata da Milo Manara è fedele ai documenti storici e rappresenta le vicende che hanno portato il pittore da una parte all’altra della Penisola. Tuttavia, la verità sostanziale di alcuni episodi resta a noi sconosciuta ed è qui che si inserisce la ricostruzione sapiente di Manara, il quale tramite gli occhi dell’artista cerca di ripercorrere le fasi di realizzazione dei dipinti, la storia che vi sta dietro e il metodo particolare utilizzato dal Caravaggio. Non una tela su cui prendono corpo i personaggi attraverso l’uso dei disegni preparatori, bensì vere e proprie scene da set cinematografico, allestite sapientemente dal maestro per immortalare la realtà così come appariva di fronte ai suoi occhi. La metafora della luce che pervade uno spazio buio e da cui emergono le figure rappresentate diventa, nel fumetto di Manara, metafora della vita del pittore sospesa fra il buio della condanna e la luce della grazia.

DUE ARTISTI A CONFRONTO. C’è qualcosa che lega Caravaggio e Milo Manara: la ricerca delle forme. I due maestri ricostruiscono la pienezza delle curve femminili esaltandone la sensualità propria grazie all’uso magistrale del colore. Gli spazi sono realizzati dal pittore come un qualcosa che sovrasta i suoi personaggi; allo stesso modo Manara ci proietta indietro nelle architetture imperiali romane e dentro l’Orecchio di Dionisio, rappresentando uno spazio incombente in cui gli uomini si muovono senza essere del tutto padroni dei loro destini.

Tavola da "La grazia" vol. 2
Tavola da “La grazia” vol. 2

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