Il goffo e trasandato personaggio, nato con la Commedia dell’Arte e amante del cibo e del sonno, simboleggia bonariamente il popolo siculo. La sua popolarità da un po’ di tempo a questa parte è nuovamente aumentata, rendendolo una presenza immancabile nelle tipiche sfilate dei carri

I buontemponi in Sicilia, che siano giovani o ormai in là con gli anni, sono sempre associati con simpatia a un certo Peppe ‘Nnappa, personaggio diventato ormai per antonomasia il ritratto del buonumore e della leggerezza.

Chi vive a Sciacca lo conosce forse in quanto gigantesca maschera carnevalesca, che ogni anno è presente con il suo carro a sfilare fra le vie cittadine a suon di musica e in mezzo ai coriandoli. Anche nel resto dell’isola, però, il personaggio è rimasto celebre da sempre, con la sua tipica casacca azzurra dai grossi bottoni e le maniche grandi, il cappello in testa e le scarpe bianche ai piedi.

Ma da cosa prende spunto questo esponente della Commedia dell’Arte e come mai è ancora tanto attuale? Ebbene, il giovane Peppe (o Beppe) per tradizione è considerato un servo dai vestiti logori – non a caso la ‘nnappa in siciliano è la toppa con cui rammendare gli abiti malandati –, che parlava rigorosamente in dialetto e che aveva un carattere da “malandrino”.

Si cacciava spesso nei guai, salvo poi essere scoperto dal padrone e doverne pagare lo scotto, e come principali passioni aveva il mangiare e il dormire. Golosa e pigra, la maschera era dunque una rappresentazione affettuosa e caricaturale al tempo stesso del popolo siciliano, allegro e con un pizzico di indolenza, capace di cavarsela da solo e di godere dei piaceri più semplici della vita.

Questo “uomo da nulla” così spiritoso, per la cui ispirazione bisognerebbe forse guardare al Pierrot del mondo francofono, è rimasto a lungo vivo nella memoria solo grazie alla trasmissione orale di generazione in generazione, fino a quando il catanese Alfredo Danese lo ha ufficialmente inserito in alcuni copioni teatrali nel 1978. Da allora, Peppe ‘Nnappa ha vissuto una nuova fase di popolarità ed è rimasto attualissimo fino ad oggi nei modi di dire nostrani.

I più curiosi non si perdano il prossimo Carnevale per incontrarlo di persona!

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