L’economia rurale è da sempre una risorsa della nostra Regione. Tra le tante criticità e problemi si profilano nuove opportunità: assecondare i cambiamenti climatici orientandosi verso la coltivazione della frutta tropicale

Qualcuno forse ricorda una famosa novella di Verga, “La roba”. La prima pagina ci restituisce un volto spesso dimenticato della Sicilia: uliveti, vigne, pascoli e così via che arrivano fin dove l’occhio può vedere. La terra isolana appare come una fonte di ricchezza straordinaria che, sebbene nell’immaginazione di Verga sia tutta di un uomo soltanto, sembra possa sfamare un’isola intera. La Sicilia di oggi ha almeno una cosa in comune con quella immaginata dallo scrittore di Vizzini: l’agricoltura è ancora un settore trainante della sua economia. La situazione dell’agricoltura siciliana non è però affatto rosea. La produzione del 2017 è in calo rispetto all’anno precedente (fonte La Sicilia 2018) così come in flessione sono settori come quello agrumicolo (-10,4%). Sempre meno acqua e prezzi al ribasso rendono sempre meno conveniente coltivare la frutta tipica dell’isola e, lentamente, si inizia a preferire ad essa la coltivazione di frutta tropicale come mango ed avocado, i quali sono di recente entrati nel paniere, stilato dall’Istat, dei beni più acquistati dalle famiglie italiane. Abbiamo scelto di approfondire il tema dell’agricoltura isolana proprio a partire da questa scelta di alcuni coltivatori.

SICILIA TROPICALE. (I siciliani non ne sono soltanto, al pari dei loro connazionali, apprezzatori ma, fatto poco noto, anche produttori). I cambiamenti climatici, che spesso danneggiano le coltivazioni agrumicole, rendono la nostra terra adatta a coltivazioni non tradizionali. Infatti, ci spiega Salvatore Tuttobene, titolare di Mango di Sicilia «le piante di mango temono molto le gelate». Trent’anni fa, il sig. Tuttobene ritorna da un viaggio in Australia con un proposito: capire se fosse possibile coltivare mango in Sicilia. La sua azienda è ormai specializzata in frutta esotica (piante di mango, avocado e noci macadamia campeggiano sul suo terreno) ed essere stato un pioniere lo inorgoglisce. Riconosce che le circostanze lo però hanno aiutato: «La scarsità di acqua – dice – drammatica per le coltivazioni frutticole tradizionali, non rappresenta per noi un grosso problema. Al contrario, la pianta matura ha bisogno di acqua in abbondanza solo per due mesi e mezzo circa, mentre l’eccesso di piogge fa maturare i frutti troppo presto». Certamente, non bastano solo temperature miti e precipitazioni non troppo abbondanti per avere un fiorente mangheto, e ognuna altre colture del sig. Tuttobene ha le proprie esigenze come composizione del terreno o una particolare esposizione ai venti. Questa scelta sembra però aver pagato: «Vendiamo principalmente alla grande distribuzione, il che ci garantisce dei prezzi più stabili, anche perché il nostro è un prodotto fresco e di qualità».

La coltivazione di Mango di Sicilia del sig. Tuttobene a Fiumefreddo (CT)

UN MODELLO ESPORTABILE? La domanda sorge spontanea perché oltre alla propria produzione di frutta, Mango di Sicilia offre consulenza agli agricoltori interessati a cambiare la destinazione del proprio terreno. Purtroppo, tra le ditte, non moltissime che scelgono di intraprendere questa transizione, le grandi compagnie la fanno da padrone mentre i piccoli coltivatori sono restii al cambiamento. Nemmeno i giovani, solitamente aperti all’innovazione, sembrano farsi avanti: «Un giovane imprenditore del trapanese si è rivolto a noi, non ne ricordo altri». Sembra un occasione sprecata per l’agricoltura siciliana. Quali sono le ragioni? «Da un lato credo non ci sia la giusta mentalità. Fossimo in un paese anglosassone le coltivazioni come la mia sarebbero molto più diffuse – commenta Tuttobene – d’altra parte è vero che il prezzo della conversione di un singolo ettaro di terreno è ragguardevole, circa 30.000 euro». Entro quattro anni, l’investimento iniziale viene solitamente recuperato, tuttavia è raro che un piccolo imprenditore riesca ad imbarcarsi in questa impresa senza supporto economico. Sull’aiuto delle istituzioni Tuttobene è scettico, da parte nostra ci auguriamo che la PAC 2021-2027 (Politica agricola comune) dell’Unione Europea e i suoi 365 miliardi di euro di bilancio siano di aiuto a chi ha voglia di innovare e far crescere l’agricoltura siciliana.

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