Alla kermesse del fumetto e della cultura pop ha parlato di zombie problem e di post-apocalisse, l’ambientazione spazio-temporale preferita per un videogioco. Come mai ne siamo così affascinati? Che ruolo hanno morte, vita, cultura, economia e politica in un mondo post-apocalittico?

Cosa ci fanno Marx, Hobbes e Heidegger ad Etna Comics? Ce lo spiega Mortebianca, youtuber studente di medicina, con nome d’arte ispirato alla serie videoludica di Assassin’s Creed, appassionato di serie tv, videogiochi e manga che commenta in chiave filosofica, la sua più grande passione. «Etna Comics è un’ottima opportunità per esplorare la filosofia perché l’ambiente nerd favorisce la riflessione: serie tv, fumetti, videogiochi, ci fanno riflettere su temi profondi». Alla kermesse del fumetto e della cultura pop ha parlato di zombie problem e di post-apocalisse, l’ambientazione spazio-temporale preferita per un videogioco. Come mai ne siamo così affascinati? Che ruolo hanno morte, vita, cultura, economia e politica in un mondo post-apocalittico?

Cos’è lo zombi? «A Bill Gates una volta chiesero di cosa avesse paura: rispose dei batteri. Lo zombi è un batterio perfetto». Lo youtuber spiega che, dal punto di vista della fiction, è pronipote dell’esorcista e i primi casi derivano dal folclore sudamericano e africano, anche se in origine era metafora cinematografica del proletariato, della massa che si rivolta contro l’élite. È una delle ultime incarnazioni del vampiro insieme al ghul che, a differenza dello zombi, è cosciente quindi ha il problema morale della colpa. Con zombie problem ci si riferisce sia a una persona apparentemente cosciente ma dentro vuota, sia alle questioni sulla morte e sulla non definitività della morte: «Come sappiamo che non è vivo? In Highschool of the Dead Saeko si blocca alla vista di zombi bambini: sa che sono morti ma la psiche le impone di non ferirli. In The Walking Dead invece lo zombi è valvola di sfogo per gli umani».

Come sarebbe il mondo post-apocalittico? «Mi viene in mente Jurassic Park: Avete pensato tanto se potevate farlo ma non vi siete chiesti se dovevate farlo». Esistono limitazioni etiche? Per Mortebianca molte delle opzioni filosofiche non sono valide, come il vivere per la morte di Heidegger: quella vita autentica è decostruita con gli zombi. Pone la questione della convivenza tra superstiti, mutanti, zombi, ghul, evidente in Fallout, che può generare razzismo. Di chi posso fidarmi? In una città come New York che non può autosostenersi, spiega, dopo una settimana si comincerà a guardare alle risorse del vicino così, chi non è stato ucciso da disastri nucleari e da zombi, verrà ucciso da altri umani. «Noi europei abbiamo vissuto il post-apocalisse con il crollo dell’impero romano e sappiamo che insieme allo stato vengono meno leggi e diritti. Sembra avere ragione il Leviatano di Hobbes legato alla natura egoista dell’uomo. Per Aristotele invece l’uomo è un animale sociale: nel trailer di Death Stranding la corda rappresenta il legame perché è fondamentale relazionarsi nel post-apocalisse». Come riformare allora la società? É un problema di memoria: via il progresso culturale e tecnologico: l’impulso della bomba atomica rende inutilizzabili strumenti elettronici. In quanti sanno accendere un fuoco o costruire una capanna? «Hegel sosterebbe l’importanza di memoria e cultura: per le idee si combatte, come per la rivoluzione francese. Nietzsche condannerebbe l’idealizzazione della storia pre-apocalittica. Marx si metterebbe a parlare di economia: se cambia la struttura economica, cambiano potere e cultura. Nel post-apocalisse si regredisce a modelli economici precedenti: regni, monarchie feudali, schiavismo, come vediamo in Fallout. In un primo momento, come in periodi di guerra o di forte inflazione, si ritorna al baratto e in tal caso l’acqua diventa la prima moneta (non in Sicilia certamente); poi si fissa una valuta, come i tappi in Fallout; finché non si stampa moneta». Nihil novum sub sole per lo youtuber appassionato di filosofia: l’uomo essenzialmente rimane lo stesso.

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