Verrà presentato sabato alle ore 19 presso l’Istituto San Luigi di Acireale il libro del medico Vincenzo Pezzino impegnato a sostegno dei diritti dei sahrawi che da oltre quarant’anni vivono in un limbo di terra nella condizione di esiliati

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]L[/dropcap]a storia del popolo sahrawi è una di quelle che, dopo 10-15 minuti, chi l’ascolta concorda con i diritti di questo popolo». Esordisce così, Vincenzo Pezzino, endocrinologo protagonista di missioni mediche nei campi profughi tra 1991 e 2002, autore di L’esilio sahrawi. Storie di incontri e di accoglienza, con il saggio storico di Souadou Lagdaf, ricercatrice sahrawi dell’Università di Catania e con la prefazione di Luciano Ardesi, presidente Anps.  Un viaggio sentimentale non perché fatto di romanticismi missionari – precisa– ma perché protagonista è la solidarietà: «Fa parte dell’uomo, quando ci sono delle molle scatta e io nel mio piccolo ho sentito questa molla verso i sahrawi».

PANE, MEDICINE E…?«In questo libro sono descritti piccoli episodi che in sé e per sé non sono eccezionali ma nella mia sensibilità sono sconvolgenti. Sento ancora l’amarezza della richiesta di un prigioniero marocchino che durante una visita mi chiese qualcosa da leggere. Voleva leggere, ma non avevo nulla da dargli». E aggiunge: «Il limite più grande che ho incontrato è me stesso: avrei voluto passare sei mesi nei campi per sviluppare il progetto di unità diabetologica ma non ho avuto la forza. Il maggior dono ricevuto? Pensavo di dare e invece ho ricevuto più di quello che ho dato: questa è una verità sacrosanta che potrei scolpire nella pietra».

L’ESODO. Risale al 1975 quando il territorio del Sahara Occidentale, appena sfuggito alla colonizzazione spagnola, è occupato dalle mire espansionistiche del Marocco. La maggior parte della gente ripara nella vicina Algeria dove sorgono campi profughi in cui si vive in condizioni difficili. Il paese per due terzi rimane sotto l’occupazione marocchina, per un terzo è liberato e controllato dai sahrawi.

Smara, campi profughi sahrawi. Foto di Francesco Neri

UN VILLAGGIO MURATO. La missione Onu (Minurso) istituita ad hoc non riesce a garantire i diritti di questo popolo. Il veto delle potenze occidentali, soprattutto della Francia (liberté, égualité, fraternité?) blocca il referendum sull’autodeterminazione. Intanto il governo di Rabat impone un muro ai sahrawi che divide i territori liberati da quelli occupati: da un lato il deserto, dall’altro fosfati, petrolio e acque pescose. C’è del paradossale: i marocchini soffrono per un muro, a Ceuta e Melilla (enclave spagnole) che impedisce loro il viaggio verso l’Europa. Quello di carnefice è un abito che si indossa a tavolino, con cravatta: anche in geopolitica a scrivere giusto e sbagliato è il potere, ma a macchiarsi di inchiostro sono i popoli che, in quell’inchiostro, ci annegano.

PAUSA CAFFE’ e TE’ SAHRAWI. Una leggenda vuole che al Sud all’ospite vengano sempre offerti caffè; chi va invece ai campi profughi sarà coinvolto nel rito del tè: anche quando si ferma l’auto in mezzo al deserto, non si spazientiscono, e tirano fuori bicchieri e fornellino. «Il modo di sentire sahrawi non è lontano da quello di noi meridionali. Il nostro modo di essere ospitali ma anche guardinghi, di ironizzare e anche di fare i furbetti è simile: siamo più vicini noi e i sahrawi che noi e i lombardo-veneti, pur all’interno di peculiari usi e costumi». In generale, per l’autore: «Le diffidenze iniziali, vale anche per i migranti, sono comprensibili; ma quando ci si guarda in faccia, si scambiano parole, la diffidenza si scioglie come neve al sole».

La presentazione del lavoro di Vincenzo Pezzino e Souadou Lagdaf avverrà sabato 28 aprile 2018 alle ore 19, presso la sala Mario Presciuttini dell’Istituto San Luigi di Acireale. Il ricavato della serata dalla vendita dei libri sarà devoluto al progetto Mi Casa Es Tu Casa dell’associazione Terra Futura che ogni estate accoglie ad Acireale un gruppo di bambini sahrawi.

 

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