La sfida per l’Etna è lanciare definitivamente la destinazione turistica grazie alla formazione di nuove guide naturalistiche e alla creazione di figure professionali che incrementino l’occupazione giovanile

Non basta andare sull’Etna con un gruppo di amici o di turisti per sentirsi una guida. Bisogna conoscere in modo profondo la storia del nostro territorio, che nella sua infinita bellezza presenta anche dei rischi.

Ecco perché Confcommercio Catania, Abbetnea e Federescursionismo stanno lavorando insieme per la formazione di guide naturalistiche e accompagnatori turistici preparati e professionali, capaci di accogliere e far conoscere il nostro patrimonio ai turisti di ogni parte del mondo. «Il format del percorso formativo – spiega Carmelo Nicoloso, vice presidente di Federescursionismo Sicilia e tutor del corso che ha attirato uomini e donne di diverse età con una spiccata passione per l’ambiente – segue lo standard internazionale della Montain leader, equivalente all’accompagnatore di media montagna in Italia, disciplinato da una legge del 1989, e in Sicilia quale guida di media montagna disciplinata da un decreto dell’assessorato regionale al turismo del 2016-2017».

Trasformare la passione per l’ambiente in un lavoro, dunque, non solo è possibile, ma serve per il rilancio economico e turistico della Sicilia. E ne è convinto Pietro Agen, presidente della Camera di Commercio di Catania, Ragusa, Siracusa e della Sicilia orientale, secondo cui è necessario «puntare su un turismo rispettoso del territorio e del patrimonio culturale, mettendo l’innovazione a servizio dell’uomo e dell’ambiente, ma anche chiedere alle istituzioni servizi e infrastrutture per sostenere questo nuovo modello di sviluppo».

Il corso, il terzo organizzato in provincia di Catania dopo quelli di Palermo, Siracusa e Parco dei Nebrodi che in totale hanno formato oltre 120 guide naturalistiche, ha avuto una durata di 400 ore per oltre 55 giorni: gran parte dell’attività escursionistica si è svolta sul campo, nei quattro parchi regionali e in diverse riserve naturali dell’isola, mentre durante le ore di teoria in aula le aspiranti guide si sono confrontate con moduli di botanica, zoologia, geologia, vulcanologia, escursionismo, primo soccorso, cultura del territorio, elementi di economia e legislazione turistica.

«La sfida dei prossimi anni è orientata verso la qualità da offrire nei servizi turistici, nell’attività ricettiva e nei servizi di accompagnamento – rivela a Sicilian Post Franz Cannizzo, past president di Abbetnea Confcommercio. Pochi anni fa l’Etna non era ancora percepita come prodotto turistico, oggi viene fuori in questo senso e non è escluso che a ruota possano essere prese in considerazione anche tutte le catene montuose siciliane, che potrebbero rappresentare un sviluppo ulteriore per il turismo, anche in termini di destagionalizzazione». L’Etna, che comprende il parco dell’Etna, quello delle Madonie e quello dei Nebrodi, è ancora un territorio da costruire dal punto di vista turistico.

L’insufficienza dei servizi presenti finora non è per forza un punto di debolezza, anzi. Per Cannizzo rappresenta un’opportunità per occupare i giovani e farli entrare nel mondo del lavoro. «Ci stiamo muovendo affinché si possa creare una vera e propria Accademia del turismo. Ci stiamo lavorando dalla fine degli anni ‘90 e oggi possiamo dire che siamo, finalmente, sulla buona strada. Anche se c’è ancora tanto da fare».


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