Un gesto sentito, commosso e silenzioso tra due uomini che si spendono per gli altri, un istante che rimane dentro tutti quelli che lo osservano: questo è ciò che esprime lo scatto fotografico che ritrae il missionario siciliano e il Pontefice durante il suo viaggio apostolico nell’isola

A volte si dice: “Certe foto parlano da sole, non ci vuole la parola per coglierne il significato più profondo”.
La foto che oggi propongo è stata scattata nella nostra Sicilia, a Palermo, in occasione del recente viaggio apostolico di Papa Francesco, alla Missione di Speranza e Carità di Fra’ Biagio Conte.
Ed è una di quelle foto che esprime in modo sorprendente qualcosa che va al di là della stessa immagine.

Il Papa si lascia andare all’abbraccio del missionario italiano laico, figlio di un imprenditore edile, che dopo un periodo trascorso in Svizzera torna a Palermo e comincia a lavorare nell’azienda di famiglia. Ma, a causa di una crisi spirituale, nel maggio 1990 decide di vivere come eremita, ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano. Dopo un viaggio interamente a piedi verso la città di Assisi, torna a Palermo per salutare i familiari, con l’intenzione di trasferirsi in Africa come missionario, ma lo stato di miseria in cui ritrova la sua città lo porta a cambiare idea. Da allora ha avviato un’opera di Carità che in tre strutture aiuta quotidianamente un migliaio di persone, di cui molti migranti.

La foto è di quelle che commuovono perché ferma il momento di massima commozione di due uomini. Il Papa nell’abbracciare Biagio Conte abbraccia la Sicilia operosa e tutti i siciliani che si spendono ad accogliere donne, bambini e uomini sempre e comunque.
L’unico volto tra i due che si vede è quello del missionario, ma pur essendo di spalle, si percepisce con chiarezza come il Papa doveva, in quel momento, essere commosso

Non è secondaria neppure la commozione del prete che vede la scena dall’altra parte rispetto a quella dove si trova posizionato il fotografo. La sua emozione ci trasmette una tenerezza non comune. Infine la mano sulla spalla del Papa, penso di uno addetto alla sicurezza del Pontefice, quasi a mitigare la foga con cui i 2 uomini di Chiesa si abbracciano.

L’immagine è di quelle che ti rimangono dentro e che non ti stanchi di guardare, quasi per scorgere e “vedere” oltre la foto che ammiri.

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