C’è chi ama andare al cinema, chi passeggiare mano per la mano in riva al mare e chi si diverte con i joystick. Gianluca Verri e Maria Elisa Calvagna sono marito e moglie che condividono la passione per il gaming: «Lo sappiamo cosa pensate: 30 anni e ancora a giocare con i videogiochi. Ma perché non fate una famiglia?»

I PlayerInside, Raiden (dal personaggio della serie videoludica Metal Gear) e Midna (dal personaggio della serie di The Legend of Zelda), alias Gianluca Verri e Maria Elisa Calvagna, sono i coniugi youtubers che trattano di videogiochi a tutto tondo, fra professionale e comico. Mass Effect il preferito di Midna, Grim Fandango quello di Raiden.
La storia di Midna da videogiocatrice, che a 10 anni giocava a Silent Hill, comincia da piccola con il Nes regalato ai suoi fratelli, la console prodotta da Nintendo tra il 1983 e il 1995, che le ha fatto amare Super Mario.
Pacman tra i primi giochi di Raiden che racconta di aver da sempre cercato di dare sfogo alla creatività finché nel 2008 lui e la moglie hanno aperto il canale YouTube per poi nel 2014 curarne un secondo, per un totale di più di 700 mila iscritti. Li abbiamo intervistati a Etna Comics fra tanti appassionati accorsi per l’occasione, dai ragazzini agli over 40. Si fanno battute, si scambiano complicità e ironizzano: «Lo sappiamo cosa pensate: 30 anni e ancora a giocare con i videogiochi. Ma perché non fate una famiglia?»

Quanto è importante la colonna sonora nei videogiochi?
«Tantissimo» concordano. Midna: «A volte mi affeziono grazie alla colonna sonora: vedi Spy. E mi piacciono quelle che si modificano a seconda delle azioni che compi, come in God Eater». Raiden: «Mi è capitato di ascoltare colonne sonore prima che uscisse il gioco per poi riconoscerle tutte giocandoci. Abbiamo una ricca compilation di cd di colonne sonore: li ascoltiamo in macchina al posto della radio. Bellissime ad esempio quelle di Final Fantasy. I compositori sono dei veri artisti, come Nobuo Uematsu, Yasunori Mitsudai, Jeremy Soule, Yoko Shimomura, Keiichi Okabe, Naoshi Mizuta e The Legend of Zelda: Symphony of the Goddesses, l’orchestra Nintendo che abbiamo ascoltato a Firenze. La musica enfatizza e dà un fascino che l’immagine da sola non riesce a raggiungere: è come se fosse la messa a fuoco».

Che ne pensate delle mod?
Midna: «Preferisco giocare al gioco per come è stato pensato». Raiden: «Certe volte sono delle genialate, come quella in Grand Theft Auto che permetteva a uno dei protagonisti di diventare Super Mario. Praticamente uccideva, che se ci pensate lo fa veramente: schiaccia i blocchi che sono gli abitanti del regno dei funghi fossilizzati»

Com’è nato il secondo canale, “Playerinsidue”?
Raiden: «Quando non riguardavamo i video e non ci divertivamo più allo stesso modo abbiamo capito che dovevamo cambiare qualcosa. Si capiva dai commenti: “Eh Raiden siete svogliati. Eh però fattele le sopracciglia” (ridono, ndr). Quando condividi qualcosa che piace anche a te al 100 % il pubblico lo capisce e lo apprezza».

Molti genitori pensano che i videogiochi siano diseducativi. Che ne pensate? Midna: «Ormai non è più come qualche anno fa: gli attuali 30enni che hanno figli sono più informati -informatizzati, aggiunge Raiden -. Una volta facevano servizi al telegiornale contro i videogiochi; adesso vedo servizi culturali». Commenta lui: «Hanno capito dove vanno i soldi. Scherzi a parte, da genitore non farei giocare mio figlio di 4 anni a Gta ma a cose più adatte alla sua età». Lei: «Più che altro perché non potrebbe capirne le denunce sociali».

Cosa ha significato per Midna giocare da bambina ai videogiochi?
«Le mie coetanee preferivano altro o pensavano ai ragazzi. Ricordo che con la scusa dei compiti invitavo una mia amica per poi convincerla a giocare. Internet ha permesso alle videogiocatrici di uscire allo scoperto. Ce ne sono, anche se non quante gli uomini: lo vediamo da di chi segue i nostri canali». Raiden: «Non è questione di discriminazione. È che non tutti sono interessati, sia maschi sia femmine».

Come riuscite a conciliare lavoro, gioco e YouTube?
Midna: «Abbiamo stabilito degli orari in modo da separare la preparazione per un nuovo video dal momento ludico fine a se stesso».

“PlayerInside”, “player in love”?
Si guardano: «Sì, in amore vince chi gioca».

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