Delia Zappalà, giovane fashion designer di Nicolosi: «I grandi marchi tendono a sfruttare gli stagisti. Io ho cercato di seguire la mia strada in maniera diversa. Così cambieremo l’imprenditoria siciliana»

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]D[/dropcap]iventare stilista è sempre stato il mio sogno, ma quello della moda è un settore molto difficile. I grandi marchi, oggi ancor più che in passato, tendono a sfruttare gli stagisti. Io ho cercato di seguire la mia strada in maniera diversa. I social stanno cambiando le regole di questo mercato e consentono di vendere direttamente al consumatore: Instagram è la mia vetrina nel mondo». Delia Zappalà ha poco più di vent’anni e una grande passione. Nelle sue creazioni mescola polvere lavica (brevettata dal padre) e tessuti. Il risultato è una linea di prodotti abbastanza personale, che pian piano sta conquistando gli apprezzamenti di molti clienti in tutto il mondo. «Della mia terra – racconta con orgoglio – prendo i colori; il barocco siciliano, lo rendo pop, ne estremizzo le forme».

La sua storia è l’emblema di un mondo in trasformazione, in cui alle regole del consumismo e della grande distribuzione si contrappone la determinazione di una generazione decisa a riscrivere le regole del gioco. «Ho conseguito la maturità al liceo classico di Mascalucia – racconta la giovane fashion designer – poi mi sono trasferita a Roma, dove ho frequentato lo Ied. È stata un’esperienza importante, sia perché mi ha professionalizzato, sia perché mi ha fornito contatti e opportunità preziosi». Dopo il diploma alcune creazioni di Delia sono state infatti scelte per sfilare in Campidoglio. «In seguito – continua – sono stata contattata da un’agenzia romana che investe sull’imprenditorialità giovanile e si occupa della promozione del Made in Italy». I tessuti che la stilista utilizza sono prodotti a Roma e a Como. «Quando questi mi arrivano realizzo il cartamodello che poi consegno a sarte siciliane, le quali realizzano il prodotto per come io l’ho pensato».

Attualmente Delia vive negli Usa, dove sta frequentando un master in Business Administration, ma la sua idea è quella di fare impresa nella nostra isola. «Per mandare avanti un’azienda – spiega ancora – la creatività non basta. Con questi studi spero quindi di essere presto in grado di gestire al meglio la mia azienda, che tuttavia avrà la sua base in Sicilia, dove cercherò di far coesistere le mie competenze con quelle di mio padre. Del resto il cambiamento deve partire da ciascuno di noi: solo così elimineremo quel marcio che vorrebbe che tutto in Sicilia restasse com’è».

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