Raccontare alle nuove generazioni chi era il magistrato ucciso da Cosa Nostra nell’83. Questo l’intento del film presentato al Garden in Movies/ShortFilmFest, alla presenza del cast e del regista Marco Maria Correnti

Rocco Chinnici processato per eccesso di legalità. Tra i capi di imputazione aver indebolito il solido rapporto tra Stato e mafia, aver migliorato la giustizia, aver intuito, senza l’aiuto dei pentiti, i meccanismi e i rapporti generati dai mafiosi. E, soprattutto, aver dato vita, nel 1980, al pool antimafia in cui coinvolse anche i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Parte da questi presupposti il cortometraggio Processo a Chinnici, presentato in anteprima al Giffoni Film Festival e come lavoro fuori concorso alla seconda edizione della rassegna cinematografica Garden in Movies/ShortFilmFest, ideata e diretta dalla critica cinematografica Ornella Sgroi e organizzata dalla Fondazione Radicepura sotto la guida di Mario Faro, con il patrocinio del dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.

«Abbiamo optato per la formula del cortometraggio non per una scelta imposta – spiega a Sicilian Post il regista 28enne Marco Maria Correnti – ma perché il racconto scritto da Giovanni Furnari prevedeva un minutaggio da corto e una destinazione da festival». Oltre a quella didattica. Il lavoro, infatti, girerà per le scuole per raccontare alle nuove generazioni chi era Rocco Chinnici.

E sono proprio i giovani i protagonisti del progetto, un gruppo di studenti siciliani della scuola secondaria di primo grado Cosmo Guastella di Misilmeri che in un mese si sono trasformati in attori in erba per dar vita alla storia scritta in occasione del 35° anniversario dall’assassinio del giudice Chinnici e che hanno vestito i panni dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, dell’accusa e della difesa e dei tanti testimoni chiamati a parlare durante il processo al magistrato che ha speso la sua vita per la lotta alla mafia.

«Ognuno in questo lavoro ha messo in campo la propria esperienza e le proprie conoscenze – continua il regista – abbiamo prima di tutto letto il testo di Caterina Chinnici e poi realizzato delle interviste con i figli del magistrato, che nel cortometraggio fungono da intramezzi del processo e che rappresentano la nostra documentazione più importante».

Ma come nasce l’idea di un processo a Chinnici per eccesso di legalità? «Nell’ ‘83, quando ero ragazzo, non era bello sentire certe affermazioni in giro, certe frasi della serie “Ma chi gliel’ha fatto fare”, che mi fecero restare molto male», racconta lo sceneggiatore Giovanni Furnari. Che aggiunge: «Il processo viene fatto non dalla mafia, ma dallo Stato, dalla società civile dell’epoca, un escamotage utile per far appassionare al progetto i ragazzi, che si sono calati talmente tanto nella parte che quando qualcuno veniva ad assistere alle riprese si presentavano come Falcone o Borsellino».

Il cast di Processo a Chinnici. Foto scattata da Brunella Bonaccorsi
Il cast di Processo a Chinnici. Foto scattata da Brunella Bonaccorsi

Si sente ancora in modo molto forte, a Misilmeri, la presenza/assenza di Rocco Chinnici, che è un esempio, un mito, un eroe per tutti. «Abbiamo scelto Chinnici perché come la storia ci insegna è stato il papà del pool antimafia, quello che ha messo insieme Falcone e Borsellino, e ci piaceva raccontare questa amicizia e gli aspetti umani che ne sono derivati», ci dice Valentino Picone, produttore del corto insieme a Salvo Ficarra per la Tramp Limited.

«Ci sembrava importante raccontare questa storia di amicizia alle nuove generazioni che non l’hanno vissuta in prima persona e che quando vedono questo corto mettono piede in una storia nuova, tutta da scoprire», aggiunge Picone, che sottolinea come da produttori lui e Ficarra abbiano cercato di restituire quello che pretendono da attori, e cioè la libertà. Di esecuzione, di interpretazione, di espressione non solo del regista e dello sceneggiatore, ma anche dei giovani attori non professionisti che hanno collaborato con entusiasmo, emozionandosi nel vestire i panni di questi grandi eroi.

Non è la prima volta che il duo comico passa alla produzione. Questa volta, però, ha voluto dichiararlo apertamente, felice di essere coinvolto in un’operazione didattica. «Anche perché Chinnici è stato tra i primi ad andare a trovare i ragazzi nelle scuole per parlare del fenomeno mafioso», sottolinea Valentino.

Una responsabilità che anche Ficarra e Picone, da attori amatissimi dai giovani, sentono nei confronti di questi grandi nomi che hanno segnato la nostra storia. «Se la Sicilia è cambiata in meglio e non è più di quella degli anni ’80 – conclude Picone – lo dobbiamo ai tanti eroi che hanno lottato per noi, tra cui c’è anche Rocco Chinnici».

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