Sono sempre di più i giovani che scelgono di iscriversi alla facoltà di Agraria, la cui offerta, articolandosi su più percorsi, crea profili professionali indispensabili per la salvaguardia del nostro territorio e della sua promozione

«I giovani che vengono da Calabria, Sicilia e dalle regioni meridionali in generale devono percorrere sempre con grande convinzione i percorsi di studio nel settore agroalimentare e nella valorizzazione delle foreste, dove non mancano di certo le opportunità lavorative e le occasioni per crearsi un’interessante rete di contatti». A parlare è il professore Giuseppe Zimbalatti, direttore del dipartimento di Agraria dell’Università di Reggio Calabria. Una regione dove oggi tanti giovani scelgono di investire in questi ambiti. Molti dei quali si formano proprio nel dipartimento calabrese.

«L’offerta del dipartimento di Agraria – spiega il docente – si articola su tre percorsi formativi: Scienze agrarie, Scienze forestali e ambientali e Tecnologie agrarie. Che possono essere completati con l’alta formazione costituita dal Dottorato di ricerca triennale e dal Master di alto livello, organizzati annualmente per dare la possibilità ai laureati di svolgere, appunto, dei periodi di alta formazione». I corsi di laurea più gettonati sono quelli di Agraria e Alimentare – 200 matricole l’anno in totale – mentre quello Ambientale e Forestale – che conta circa 50 iscrizioni all’anno – è un percorso considerato più d’élite, che sbocca in un settore di nicchia. Durante gli anni di studio, inoltre, gli studenti hanno la possibilità di svolgere alcuni mesi all’estero con il progetto Erasmus, oltre a tirocini, stage e viaggi studio.

Ma sono tante anche le opportunità da giocare in casa. Dalle esercitazioni in bosco che gli studenti di Scienze forestali e ambientali svolgono in Aspromonte, dove trascorrono circa dieci giorni facendo attività pratiche con vari docenti, alle visite guidate che portano gli studenti di Agraria alla scoperta di aziende dell’agroalimentare o agricole di notevole rilevanza. «Lì svolgono esperienze di contatto con il mondo produttivo e imprenditoriale – chiarisce il direttore Giuseppe Zimbalatti – e imparano tutti gli sviluppi che ci sono dietro questo ambito, toccando con mano i processi produttivi descritti nei manuali che studiano a lezione». Da alcuni anni, per di più, sono stati inaugurati all’interno del dipartimento laboratori di ricerca e didattica nuovi e all’avanguardia, frequentati da studenti e studiosi di tutto il Meridione e dotati di attrezzature che in molti casi diventano oggetto di tesi di laurea. «Le classi sono equilibrate – aggiunge Zimbalatti – e c’è un ottimo rapporto numerico e qualitativo tra docenti e studenti, tanto che si creano classi a misura d’uomo, all’insegna della sintonia e di un contatto quotidiano e diretto».

Ma chi sono questi laureati, dottori del domani? «La figura del dottore in Scienze forestali e ambientali, che meglio di altre interpreta il ruolo di difesa del territorio, è venuta alla ribalta con un reale fabbisogno del territorio proprio in questo momento di criticità. Basti pensare all’ultima ondata di incendi di quest’estate, che ha consentito di mettere in luce l’importanza di questo ruolo. Nel commentare questa grande tragedia, infatti, da più parti si è sentita l’esigenza di avere una programmazione forestale migliore da affidare a tecnici qualificati, anche per fare in modo che le operazioni in bosco vengano effettuate nel modo più razionale possibile».

Il dottore in Agraria, che con un esame di abilitazione diventa agronomo, può vestire i panni del consulente nelle aziende agricole, affiancandole nelle attività tecnico-scientifiche e nella programmazione di interventi pubblici e privati. Il laureato in Scienze alimentari, invece, è un tecnologo alimentare che trova grande impiego nell’industria agroalimentare, anche alla luce dell’importanza di mantenere il trend crescente dell’alta qualità delle produzioni. Oltre a potersi dedicare a viticoltura e olivicoltura, specializzandosi nella produzioni di vino o olio. «Le possibilità di trovare lavoro dopo la laurea non mancano e a dimostrarlo c’è un’alta percentuale di laureati che trovano buoni sbocchi occupazionali. Soprattutto in Italia, che è il Paese agroalimentare per eccellenza, e in particolar modo in Calabria, regione che ha nell’agricoltura e nel settore agroalimentare le sue espressioni economiche e sociali migliori, che rendono le opportunità lavorative per i laureati concrete».

Perché un neo diplomato dovrebbe scegliere il dipartimento di Agraria? «In primis perché rappresenta la vocazione della nostra nazione e della nostra regione, di cui agricoltura, foreste e settore alimentare rappresentano le eccellenze. E poi per le opportunità lavorative e l’attenzione messa durante gli anni di studio. Se accompagnata da una predisposizione dei ragazzi verso queste materie – conclude Giuseppe Zimbalatti – il gioco è fatto».

I termini di scadenza per le immatricolazioni e iscrizioni ai corsi di studio del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea per l’a.a.
2017-2018 sono prorogati, senza aggravio di mora, a sabato 28 ottobre 2017.

 

 

 

 

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