Durante il seminario, che si è svolto nell’aula magna del Palazzo Centrale di Piazza Università a Catania, si è dibattuto di università, formazione e lavoro.  «I nostri giovani – ha spiegato il prof. Nunzio Crimi, presidente del centro di servizi – hanno bisogno di essere seguiti a partire dal liceo. Oggi infatti i ragazzi scelgono l’università in base agli sbocchi professionali e se si fa la scelta sbagliata si rischia di compromettere tutta la carriera»

Migliorare la formazione per adeguarla alle richieste del territorio e del mondo del lavoro, in modo tale da agevolare l’inserimento dei laureati. È stato questo il tema centrale della tavola rotonda “Terza Missione dell’Università: conoscenza è precondizione di sviluppo dell’economia?” svoltasi lunedì 7 maggio nell’aula magna del Palazzo Centrale di Piazza Università a Catania. L’incontro è stato voluto dall’associazione “Haruka”, in collaborazione con il COF&Placement dell’università catanese. Fulcro della discussione è stata la “Terza missione” dell’università, ovvero la propensione all’apertura verso il contesto socio-economico, esercitato mediante la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze.

UN PONTE TRA UNIVERSITA’ E MONDO DEL LAVORO.  «Il tema di oggi si radica nel complesso rapporto tra formazione e lavoro – ha sottolineato l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale Roberto Lagalla –. Gli sforzi delle nostre università non sono ancora sufficienti ad arginare l’emorragia di capitale umano, per questo dobbiamo prendere spunto dalla Terza Missione che prevede il trasferimento di conoscenze necessarie a collegare il mondo universitario alla rete complessiva territoriale, agendo in maniera compatibile con gli altri atenei». L’assessore Lagalla ha poi spiegato come la perdita di capitale umano che ormai da tempo affligge la nostra isola non possa essere dovuta unicamente a ragioni lavorative. «Dobbiamo far maturare la politica, cercando di rendere la nostra regione un attrattore. Tentiamo di amplificare il processo di internazionalizzazione con l’idea di dare alla Sicilia un ruolo portante tale da garantire ai giovani un futuro migliore».

 L’IMPORTANZA DI UNA FORMAZIONE DI QUALITÀ. L’impegno dell’università di Catania è concreto, come testimoniato dalle parole del rettore Basile: «È un argomento che a tutto l’ateneo sta molto a cuore  perché la formazione rappresenta il preambolo per un’occupazione di qualità. Vogliamo dare ai nostri giovani la miglior formazione possibile, per permettere loro un inserimento nel mondo del lavoro più facile. Inoltre l’Ateneo si sta impegnando a stipulare accordi e convenzioni con il mondo imprenditoriale del territorio, per permettere agli studenti di conoscere il mondo del lavoro e, contemporaneamente, farsi conoscere dalle aziende».

IL COF E I TIROCINI POST-LAUREA.  Ad agevolare il lavoro dell’università è il COF&Placement: «I nostri giovani – ha spiegato il prof. Nunzio Crimi, presidente del centro di servizi – hanno bisogno di essere seguiti a partire dal liceo. Oggi infatti i ragazzi scelgono l’università in base agli sbocchi professionali e se si fa la scelta sbagliata si rischia di compromettere tutta la carriera. Noi cerchiamo di aiutare i ragazzi che ancora non sanno presentarsi al mercato del lavoro permettendo loro di iniziare a conoscere questo mondo attraverso i tirocini post laurea. Inoltre, tramite lo sportello Microcredito, chi vuole avviare un’attività può chiedere un finanziamento fino a €50.000».

MERITOCRAZIA E SINERGIA CON GLI ENTI FORMATIVI. All’incontro hanno preso parte anche alcuni rappresentanti di realtà imprenditoriali siciliane. Tra questi Carmelo Papa, amministratore delegato e direttore generale di STMicroelectronics Italia, ha espresso la necessità di un’apertura del settore formativo nei confronti del mondo del lavoro, con l’obiettivo di migliorare il rapporto tra pubblico e privato. «La formazione sicuramente dev’essere presente – ha commentato – ma non costituisce alcuna garanzia. Per questo l’ateneo deve impegnarsi nel creare delle eccellenze». Fondamentale per Papa è concepire un sistema più meritocratico, in sinergia con gli enti formativi. «L’università deve valorizzare i giovani, la ricerca e il connubio con l’industria. In questo ST stimola la produzione di nuove tecnologie e nuovi brevetti anche grazie a sinergie con il Cnr, l’Università di Catania, la Sant’Anna di Pisa e il Politecnico di Torino».

START UP E UNIVERSITÀ. In questo senso anche Francesco Rosario Averna, presidente del Gruppo siciliano dei Cavalieri del Lavoro, ha rimarcato la necessità di superare le vecchie concezioni, sottolineando la presenza di esempi di start-up fortemente legate all’università. In seguito, il cavalier Averna ha riportato l’esperienza di collaborazione della sua azienda con alcuni istituti statunitensi e tedeschi. «Abbiamo interagito con loro come se fossero delle imprese, trovandoci sulla stessa lunghezza d’onda. Come azienda, poi, abbiamo anche finanziato borse di studio e vorremmo continuare su questa strada».

UNIVERSITÀ COME SPECCHIO DEL TERRITORIO. Infine sul rapporto tra pubblico e privato è intervenuto anche Domenico Ciancio Sanfilippo, condirettore del quotidiano La Sicilia. «Oggi non si può più prescindere da questo rapporto, perché l’università rappresenta lo specchio del territorio. Noi, come giornale, abbiamo già iniziato una collaborazione con l’Università di Catania che si sta via via rafforzando. C’è la voglia di continuare a fare progetti. Del resto la Terza Missione rappresenta l’anello di congiunzione tra le aziende private e il territorio e noi siamo ben felici di essere entrati in questo circuito virtuoso».

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