Il presidente della “Fondazione Sussidiarietà”: «La società non richiede più soltanto preparazione, ma capacità di ragionamento e adattamento, energia»

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]I[/dropcap]n Italia c’è la crisi economica, ma nessuno ha mai pensato di correlarla a quella dell’istruzione?» Con queste parole Giorgio Vittadini, Professore ordinario di Statistica Metodologica presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, ha esordito in occasione del convegno “Scuola e Società: quale formazione in un mondo che cambia?” tenutosi giorno 6 dicembre presso il centro fieristico “Le Ciminiere” di Catania.

ISTRUZIONE E DISOCCUPAZIONE. «Negli Stati Uniti il 40% della popolazione possiede una laurea, in Italia solo il 19%: è normale che la nostra produzione sia in crisi, poiché non dispone di un capitale umano quantitativamente e qualitativamente sufficiente. Crisi e disoccupazione sono legate all’istruzione: prima s’interrompono gli studi, minori sono le possibilità di trovare lavoro e avere stipendi alti». Così il professore ha fatto luce su un problema della nostra società e, dati statistici alla mano, ha osservato il legame tra il PIL e lo studio. Secondo Vittadini, per far fronte ai cambiamenti della società bisogna avere capacità di reagire e per questo occorrono vivacità e personalità: «L’alunno vivace è il modello ideale, gli insegnanti non devono zittirlo, – ha osservato il professore – ma devono lasciare che contagi e stimoli gli altri ragazzi. La società non richiede più soltanto preparazione, ma capacità di ragionamento e adattamento, energia».

COINVOLGERE GLI STUDENTI. Vittadini denuncia il modello tradizionale della nostra scuola, basato esclusivamente su una preparazione mnemonica degli studenti: «Un professore non deve parlare davanti a un muro, ma affascinare i ragazzi, coinvolgerli, offrire loro un motivo per stare cinque ore in classe: Uno studente è distratto perché non è attratto». Secondo il professore il vero docente ha dunque il dovere non solo di istruire, ma anche e soprattutto di educare, cioè (citando Don Giussani) di introdurre alla realtà. «Oltre alla formazione culturale, che se sterile rischia solo di ingrassare i nostri ragazzi come tacchini con una serie di nozioni da imparare a memoria, bisogna puntare sull’educazione caratteriale. Heckman, Premio Nobel per l’economia, ha messo in luce le “non-cognitive skills” che dovremmo possedere: grinta, amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva ed apertura all’esperienza».

AFFRONTARE IL PROGRESSO.. La nuova realtà in cui viviamo richiede impegno, collaborazione, regolarità, capacità di reazione alle sconfitte e di apprendimento. Per questo Vittadini ha invitato i ragazzi alla cooperazione, a percepire un senso di appartenenza alla comunità, a condividere le proprie esperienze con la famiglia, rendendola partecipe di problemi e successi nel corso della carriera. Con i cambiamenti della società mutano anche le esigenze: «Un tempo – ha osservato ancora il presidente della Fondazione Sussidiarità – la scuola era standardizzata, il suo scopo era far diminuire l’analfabetismo e questo era sufficiente: negli anni ‘60 quel minimo di formazione era quanto richiesto per poter fare l’operaio. Oggi però la situazione è diversa, non c’è più un impiego fisso, il progresso tecnologico è tale che ogni lustro si verificano delle evoluzioni notevoli ed è necessario avere una formazione completa per affrontarle».


IL CONVEGNO

Organizzato da “Futurlab Costruiamo il Futuro”, IIS “G.B. Vaccarini” e ONLUS Turrisi Colonna, il seminario ha avuto per argomento il mondo dell’istruzione in relazione ai cambiamenti della società. Oltre a Vittadini, relatore principale, hanno preso parte alla discussione Antonio La Ferrara (Presidente Futurlab), Nuccio D’Arrigo (docente “G.B. Vaccarini”), Mariangela Gambino (componente direttivo ONLUS Turrisi Colonna), Fabrizio Tigano (Presidente Comitato Scientifico Futurlab), Salvina Gemmellaro (Dirigente G.B. Vaccarini), Anna Maria Di Falco (Presidente ONLUS Turrisi Colonna), Salvatore Ingrassia (Ordinario di Statistica del dipartimento di Economia Unict), Pierluigi Catalfo (componente Comitato Scientifico Futurlab).

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