Capolavori, luoghi, emozioni: riviviamo attraverso queste chiavi di lettura la grandezza di uno scrittore che non smette di affascinare
In concomitanza con la fine della Settimana Verghiana 2019, la nostra redazione ha deciso di dedicare al celebre scrittore catanese una raccolta speciale di articoli. Dal paragone con Tenco al messaggio lanciato da Malpelo, dalla Casa-museo alla Chiesa dell’Aldilà fino alle riletture di Visconti e Mogol, i nostri contributi dedicati ad un uomo e un autore capace ancora oggi di parlare al cuore della nostra epoca.
Come ogni anno, a Catania, e in diverse altre città come Vizzini, eventi, mostre e rappresentazioni esaltano il celebre scrittore e riscuotono sempre maggiore successo. Il motivo? Le sue opere, come poche altre, mostrano tutte le passioni umane e personaggi, dalla sventurata “Capinera” Maria all’avaro Mazzarò, che ci sono vicini e ci stanno a cuore. Il tutto in una Sicilia bella e fragile, tragica e sfiorita, condannata e combattiva. Leggi l’articolo completo
Abbiamo fatto un giro nell’abitazione dello scrittore catanese, constatando, tra i disagi della prenotazione e la mancanza di indicazioni di base per i visitatori, come una struttura museale possa essere lo specchio della sua comunità. Per fortuna, una guida competente e appassionata ha reso la visita più coinvolgente, indicando qual è la via per fare in modo che le potenzialità di certi luoghi non restino incompiute. Leggi l’articolo completo
Una foto scattata da Verga, ritraente lavoratori siciliani
Saggezza della vecchiaia e vitalismo della gioventù, rispetto e attaccamento per le proprie radici contro il desiderio di scoperta di nuovi orizzonti: sono queste alcune dicotomie che caratterizzano padron ‘Ntoni e ‘Ntoni, rispettivamente nonno e nipote protagonisti de I Malavoglia, capolavoro verghiano pubblicato nel 1881. Due personaggi apparentemente lontani, portatori di una visione della vita a tratti diametralmente opposta eppure uniti, nella diversità della parabola delle loro esistenze, nella stessa sorte dall’essere siciliani, a partire dal loro nome. L’omonimia dei due, infatti, non è soltanto la rappresentazione di quella pratica tipicamente meridionale di dare ai giovani il nome dei nonni, ma è soprattutto un fine espediente letterario che l’autore utilizza per guidare il lettore ad un’interpretazione che vada ben oltre la superficie, in cui, col procedere della lettura, i due estremi della famiglia si scoprono più simili del previsto. Leggi l’articolo completo
Il celebre paroliere, intervistato in occasione della presentazione dell’opera dal Teatro Massimo Bellini di Catania, spiega perché secondo lui, questo “melodramma moderno” aprirà le porte dei teatri ai giovani: «È una storia universale. Il linguaggio di Verga è aulico, ottocentesco, mentre io ho scritto come scrivo sempre, con grande semplicità per arrivare in maniera diretta». Leggi l’articolo completo
Uno è il simbolo dell’arte della scrittura nella sua massima espressione; l’altro quello della vittoria dell’intrattenimento come tendenza editoriale leader degli ultimi anni. Abbiamo messo a confronto dei passi delle loro opere per rispondere alla domanda: per quale motivo vale la pena, ancora oggi, prendere le parti dell’arte? Leggi l’articolo completo
E se a celebrare Verga, in occasione della tradizionale settimana verghiana, fosse anche il Teatro Stabile di Catania a lui intitolato, non con una tradizionale pièce ma con un’insolita narrazione? “Verga al Teatro Stabile. Tracce, ricordi, suggestioni di un patrimonio effimero” è stata la mostra allestita presso la Sala ex Caffè letterario del Palazzo della Cultura, curata dalla direttrice artistica Laura Sicignano e realizzata da tutto lo staff del TSC. «La richiesta di contribuire alle celebrazioni verghiane – ha spiegato la direttrice – è arrivata dall’Assessore alle Attività e ai Beni Culturali, Barbara Mirabella, ed è stata da noi accolta con grande entusiasmo. Abbiamo infatti colto l’occasione per proporre alla città un’iniziativa classica, perché basata sull’esposizione di allestimenti che appartengono alla tradizione teatrale, ma con una modalità molto contemporanea, installandoli in un contesto insolito». Leggi l’articolo completo
Maltrattato ed emarginato soltanto per il colore dei capelli: è la triste vicenda, nella Sicilia di fine ‘800, del famoso personaggio nato dalla penna di Verga, simbolo della paura che le differenze possono generare. Un simbolo che, però, nell’aver conosciuto e sopportato il dolore della vita, nell’essere rimasto unico fino alla morte, è il più autentico degli esseri umani. Leggi l’articolo completo
«La chiesuola era ancora bianca nell’azzurro, appollaiata come un gabbiano in cima allo scoglio altissimo che scendeva a picco sino al mare». Un’immagine tenue. Un lieve tratto di pennello su un fantastico racconto del passato. Invece no. La storia che stiamo per raccontare appartiene sì al passato, ma è tutt’altro che frutto dell’immaginazione. Queste parole di Verga così evocative, tratte dalla novella “La festa dei morti”, fanno riferimento ad una struttura che lo sviluppo urbanistico della Catania ottocentesca ha totalmente divorato. Si tratta della Chiesa del SS.mo Salvatore, un tempo ubicata su una scogliera, al di là delle mura cittadine, nei pressi dello storico quartiere della “Civita”. La storia, i racconti popolari, le incisioni di svariati artisti hanno contribuito ad alimentare le più svariate leggende su questo edificio sacro. Ma cosa resta oggi della chiesetta che un tempo era a guardia della costa cittadina? Leggi l’articolo completo
Come ogni anno, a Catania, e in diverse altre città come Vizzini, eventi, mostre e rappresentazioni esaltano il celebre scrittore e riscuotono sempre maggiore successo. Il motivo? Le sue opere, come poche altre, mostrano tutte le passioni umane e personaggi, dalla sventurata “Capinera” Maria all’avaro Mazzarò, che ci sono vicini e ci stanno a cuore. Il tutto in una Sicilia bella e fragile, tragica e sfiorita, condannata e combattiva. Leggi l’articolo completo
Maltrattato ed emarginato soltanto per il colore dei capelli: è la triste vicenda, nella Sicilia di fine ‘800, del famoso personaggio nato dalla penna di Verga, simbolo della paura che le differenze possono generare. Un simbolo che, però, nell’aver conosciuto e sopportato il dolore della vita, nell’essere rimasto unico fino alla morte, è il più autentico degli esseri umani. Leggi l’articolo completo
Scena tratta dal film Bronte: cronaca di un massacro di F. Vancini, 1972
C’è un paese, in Sicilia, che si è distinto per aver compiuto un atto inusuale e coraggioso. Il paese in questione è Rometta, nel messinese, e la rivoluzione che ha destato scalpore ha a che fare con la toponomastica: per decisione del sindaco, infatti, la via precedentemente intitolata a Nino Bixio, braccio destro di Garibaldi, esibisce oggi una nuova targa con la dicitura “Via vittime dell’eccidio di Bronte”. Tale modifica apportata alla denominazione stradale ha lasciato il segno: la decisione del comune peloritano rappresenta infatti una vera e propria operazione di convinto revisionismo storico. Atto rivoluzionario, sì, ma con un grande maestro a fare da apripista: Giovanni Verga con la sua novella Libertà. Leggi l’articolo completo
Come ogni anno, a Catania, e in diverse altre città come Vizzini, eventi, mostre e rappresentazioni esaltano il celebre scrittore e riscuotono sempre maggiore successo. Il motivo? Le sue opere, come poche altre, mostrano tutte le passioni umane e personaggi, dalla sventurata “Capinera” Maria all’avaro Mazzarò, che ci sono vicini e ci stanno a cuore. Il tutto in una Sicilia bella e fragile, tragica e sfiorita, condannata e combattiva. Leggi l’articolo completo