Con un comunicato ufficiale trasmesso alla radio NPR, la famiglia di Gary Peacock ha confermato la morte del grande contrabbassista americano, avvenuta lo scorso venerdì 4 settembre. Ad anticipare la triste notizia era stato, all’indomani della scomparsa, il batterista Jack DeJohnette, dal 1983 suo compagno di viaggio in uno dei terzetti jazz più famosi di sempre, il Keith Jarrett Trio. «È con profonda tristezza – aveva scritto in un post successivamente cancellato dalla piattaforma Facebook, facendo sperare gli appassionati che la notizia fosse un fake – che piangiamo la scomparsa del grande Gary Peacock. Ho avuto la fortuna di aver trascorso più di 30 anni a suonare della musica straordinaria insieme a lui, sia separatamente sia con il Trio con Keith Jarrett. Gary aveva un suono, una sensazione e un’immaginazione altamente creativa. È stato il suo album Tales of Another (ECM) che ci ha fatto incontrare, dopo di che abbiamo deciso di restare a suonare insieme, e il resto è storia. Provo molto affetto e gratitudine per lui e per il suo contributo a quella musica che chiamiamo Jazz. Lydia e io inviamo il nostro più profondo amore alla famiglia Peacock. Sei sempre nei nostri cuori».

«Quando arrivi vicino alla morte un paio di volte, capisci che non ci sono garanzie sul domani. Il mio approccio alla musica parte da questa consapevolezza»

Il programma della XVI stagione di Catania Jazz

Nato nel 1935, Peacock fu dapprima allievo di David Izenzon. Dopo aver svolto il servizio militare in Germania suonò con con Barney Kessel, Bud Shank, Paul Bley e Art Pepper.
Il suo approccio alla musica è stato come quello alla vita: alla ricerca di un equilibrio e di una concentrazione costante. La stessa che sperimentò quando si trasferì in Giappone negli anni ’60 per studiare filosofia Zen. Una vita da virtuoso, ma alle spalle di un gigante come Jarrett, Peacock ha sempre mostrato una grande umilità nel suo approccio alla musica. «Vivo in una zona rurale molto tranquilla – aveva raccontato in una intervista a Bass Player Magazine -. Le mie giornate sono fatte di routine. Mi esercito molto perché quando suoni è come se fossi sempre all’inizio. Questo è un atteggiamento che può essere concettualizzato. Perché quando arrivi vicino alla morte un paio di volte, capisci che non ci sono garanzie sul domani. Il mio approccio alla musica parte da questa consapevolezza. Chiedermi dove voglio essere e che in che condizione voglio essere quando suono mi ha aiutato a trovare la giusta concentrazione». Il successo internazionale arrivò per lui con la militanza per oltre 35 anni nel Keith Jarrett Trio, uno dei terzetti più importanti della storia del jazz, insieme a quello di Bill Evans (del quale Peacock ha pure fatto parte, con Paul Motian alla batteria).

Il tweet di Dave Holland

Nel capoluogo etneo, il grande contrabbassista si è esibito nel gennaio 2000 per la XVI stagione di Catania Jazz, che lo vide sul palco in duo con il chitarrista Ralph Towner, pochi anni dopo la pubblicazione dell’acclamato “A Closer View”.

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