Idee e ascolto delle comunità: a Catania la 10 points Unconference traccia la via per il giornalismo di domani

Chiusura in grande stile per la settima edizione de “Il giornalismo che verrà”, organizzato da Sicilian Post e Pagella Politica. Dopo giorni di intensi dibattiti e scambi di prospettive, grandi nomi dell’informazione nazionale ed internazionale hanno presentato al Monastero dei Benedettini di Catania un documento programmatico per il giornalismo locale. Tanti gli ambiti toccati: modelli di business, buone pratiche di engagement con il pubblico, la difesa della democrazia

Dieci punti per disegnare il futuro del giornalismo locale. Un manifesto per affermare che l’ecosistema dell’informazione ha voglia di rilanciarsi e scrivere un nuovo inizio. È da queste premesse che ha preso le mosse Connettere le comunità. Una nuova agenda per il local journalism, evento conclusivo della VII edizione de “Il giornalismo che verrà – Festival del giornalismo”, organizzato da Sicilian Post e Pagella Politica. Tenutosi presso l’Auditorium del Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche, l’appuntamento finale della kermesse inaugurata lo scorso 6 maggio ha visto riunirsi alcuni dei più grandi nomi del giornalismo nazionale e internazionale per presentare alla città il documento nato dalle sessioni di dibattito degli scorsi giorni. Dopo i saluti del sindaco di Catania Enrico Trantino – che ha ricordato il valore sociale del giornalismo nel perseguire gli interessi di una intera cittadinanza -, del CEO di Isola Catania Antonio Perdichizzi e della presidente dell’Accademia di Belle arti di Catania Lina Scalisi (partner della manifestazione), l’evento è entrato nel vivo con due panel, entrambi introdotti dal direttore del Sicilian Post Giorgio Romeo. Il primo, dal titolo Innovazione per il local journalism, ha avuto come protagonisti Lisa MacLeod, director di Financial Times Strategies, Amy Mitchell, executive director of CNTI, e Richard Gingras, vicepresidente di Google News. A moderarlo, Giovanni Zagni, direttore di Pagella Politica. Ricostruire la fiducia, servire le comunità di riferimento, rendere sostenibile il proprio lavoro: questi i temi più gettonati.

da sn Lisa MacLeod, Amy Mitchell, Richard Gingras, Giovanni Zagni

«Una delle ragioni per cui il giornalismo sta attraversando delle difficoltà – ha sottolineato Lisa MacLeod – è che i primi a non curarsi abbastanza di come il loro lavoro venga pagato sono proprio i giornalisti stessi. Quando si parla di sostenibilità, bisogna ragionare in termini di longevità. Noi di FT siamo sempre più concentrati sul comprendere cosa il pubblico vuole. Facciamo consulenza ad organizzazioni di ogni dimensione e ciò che consigliamo di fare è diversificare le entrate e interrogarsi sempre se i contenuti che si producono rispondono alle esigenze dei lettori». Su questa scia anche Amy Mitchell, che ha messo in evidenza la necessità di ripensare il legame tra giornalisti e fruitori delle notizie. «La parola d’ordine è engagement: bisogna interagire con la propria comunità di riferimento, che poi è quella che può sostenere il nostro lavoro. Spesso editori e testate non si sono curati di realizzare delle vere analisi di mercato sulle aspettative dei loro lettori. Per avere successo, ciò che produciamo deve essere percepito come un valore da chi lo riceve». Su questo medesimo punto si è espresso anche Richard Gingras, che ha condiviso la sua esperienza di lunga data in una delle più grandi Big Tech al mondo: «Le ricerche dimostrano che l’engagement ha un effetto benefico sulla solidità di una democrazia. Prima ancora che al modello di business, dobbiamo puntare a ricostruire la nostra società sulla base di una prospettiva condivisa, meno polarizzata. Non sempre Google è stato visto come un alleato dall’ecosistema dell’informazione. Ci si concentra sul fatto che l’IA e gli snippet potrebbero ridurre il traffico sui siti. E in parte è vero. Ma non si considera abbastanza che Google è la più grande edicola al mondo: è libera e permette a tutti di accedervi e di pubblicare. È un ambiente competitivo, certo: ma prima di approvare regole stringenti per il web, dobbiamo assicurarci di mantenere inalterata la libertà di parola e di stampa».

da sn Cheryll Phillips, Lars Boering, Mehdi Labouachera, Laura Silvia Battaglia

Il panel successivo, dal titolo A contatto con le comunità, si è soffermato invece su come, oggi, nell’epoca del news avoidance e della mancanza di fiducia generalizzata verso la stampa, un giornalista può ancora risultare credibile. Ad intervenire sono stati Cheryll Phillips, giornalista e docente alla Stanford University, Lars Boering, direttore dell’European Journalism Centre e già direttore del World Press Photo, Mehdi Lebouachera, global editor in chief of Agence France Press. A moderare è stata la giornalista freelance Laura Silvia Battaglia. «Il pubblico ha bisogno di informazioni coraggiose, indipendenti, che gli consentano di compiere poi scelte informate. Per essere creduti, – ha affermato Lebouachera – il contatto umano è fondamentale. Ogni parola che utilizziamo ha un peso: per assicurarci di essere il più onesti possibile, dobbiamo essere scevri da ogni bias o pregiudizio». Anche Lars Boering ha voluto soffermarsi sul ruolo del giornalista come collante tra le comunità: «Mi chiedo continuamente: perché sto scrivendo un determinato articolo? A chi serve? Quale tipo di valore può aggiungere? Credo che, oggi, la vera minaccia non sia l’IA, quanto la volontà di sempre più lettori di non informarsi. Raccontare storie ha un grande potere: e di questo dobbiamo essere consapevoli». Di storytelling ha discusso anche Cheryll Phillips: «Le persone di cui raccontiamo le storie devono sentirsi rappresentate. Ma questo ci impone anche una grande responsabilità: dobbiamo sempre offrire un servizio, e non ciò che noi riteniamo sia più interessante. Il giornalismo locale ha una marcia in più: è lì, nel micro universo, che puoi assistere in anticipo ai cambiamenti che avverranno su grande scala».

L’esibizione dell’Orchestra MusicaInsiemeaLibrino

La conclusione dell’evento è stata affidata all’esibizione dell’Orchestra MusicainsiemeaLibrino: un esempio perfetto di come una comunità, generalmente marginalizzata, possa raccontare sé stessa in una chiave di resilienza e bellezza.

“Il giornalismo che verrà” è organizzato da Sicilian Post e Pagella Politica, in collaborazione con la Scuola Superiore di Catania e l’ASSI (Alleanza delle Scuole Superiori d’Ateneo), con i patrocini di Università di Catania, Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Accademia di Belle Arti di Catania e Isola Catania. Silver sponsor è il Gruppo Unipol. L’iniziativa, giunta alla sua settima edizione, offre parallelamente anche un percorso formativo gratuito di alto livello a studenti universitari e giornalisti.

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