L’operetta in tre atti di Franz Lehar messa in scena al Teatro Massimo Bellini dal 10 al 17 dicembre con la direzione musicale di Andrea Sanguineti e la regia di Vittorio Sgarbi, presentata al pubblico nel foyer del teatro.

Domenica 10 dicembre, a partire dalle 20:30, la Prima della Vedova allegra verrà trasmessa in diretta streaming con un maxi-schermo a piazza Università. L’allestimento co-prodotto dal Teatro Massimo Bellini con la Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi raggiungerà così il grande pubblico della città.
La Vedova allegra, ultima opera del programma lirico 2016/17, è stata presentata durante l’apposito appuntamento nella rassegna dei Preludi all’opera al quale hanno partecipato alcuni membri del cast artistico tra cui Fabio Armiliato (il conte Danilo Danilovic), Silvia Dalla Benetta (Hanna Glawari), il direttore d’orchestra Andrea Sanguineti, l’aiuto regista Matteo Mazzoni e il regista Vittorio Sgarbi in diretta telefonica; la relatrice dell’occasione è stata la prof.ssa Grazia Pulvirenti che, con una lezione molto dettagliata, ha analizzato lo spaccato socio-politico di fine Ottocento e inizio Novecento in cui la musica, assieme agli altri linguaggi artistici, trovava espressione all’interno dell’eterogeneità di Vienna.

La Vedova allegra s’inserisce nel sottogenere dell’operetta, che nasce in Francia a metà Ottocento per poi essere importato in Austria e apprezzato dalla borghesia in ascesa, caratterizzato da un’alternanza di parti recitate e parti cantate, dall’utilizzo della lingua del luogo e dalla presenza di un personaggio comico libero di improvvisare. L’operetta in questione, scritta dal compositore tedesco Franz Lehár con libretto di Victor Léon e Leo Stein che si basano sulla traduzione tedesca di Alexander Bergen (pseudonimo di Marie Gordon) della commedia di Henri Meilhac, L’Attacché d’ambassade, viene rappresentata per la prima volta nel 1905 nella capitale austriaca con grande successo. La Vedova allegra mescola gli elementi tipici dell’opera classica, i numeri chiusi e le melodie orecchiabili, con il ritmo della danza popolare che ha il compito di esorcizzare l’imminente catastrofe della Grande Guerra. Come ha sottolineato il maestro Sanguineti, il punto di forza di tale operetta risiede proprio nelle varie danze che spaziano dai valzer (viennese e francese) alla mazurka.

La regia di Mazzoni e Sgarbi si incentra su una scenografia spoglia che affida alle proiezioni il compito di definire lo spazio scenico ed illusorio imparentato, come osserva Sgarbi, con l’Art Nouveau. Anche gli stessi personaggi, poco nitidi e poco caratterizzati psicologicamente, sono a loro volta delle proiezioni di un modo di essere dell’epoca.

Alcuni elementi quali la masquerade, la satira politica e sociale, la comicità, la melodia gaia, si potranno ascoltare e vedere nella Vedova allegra che sarà sulle scene del Teatro Massimo Bellini dal 10 al 17 dicembre. In particolare, agli studenti universitari viene data l’opportunità di acquistare il biglietto a prezzi agevolati nei turni S1 ed S2.

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