Nella storica struttura Renoir ritrasse Wagner nel 1882. Oggi l’hotel è stato acquisito dall’imprenditore Davide Serra (vicino a Renzi) in seguito al fallimento della società “Acqua Marcia” e gli arredi sono stati messi all’asta il 15 novembre

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]A[/dropcap]rrivato a Palermo vado alla posta per sapere dove risiede Wagner; nessuno parla francese e nessuno lo conosce, ma nel mio albergo, dove ci sono dei tedeschi, ho finito col sapere che è all’Hotel delle Palme. Lì m’imbatto nel solito domestico che mi saluta con deferenza, m’invita a seguirlo e mi fa penetrare in una piccola serra, poi in un salottino attiguo, mi fa sprofondare in un’immensa poltrona. Odo un rumore di passi attutiti dagli spessi tappeti. È il maestro, in abito di velluto con grandi maniche foderate di seta nera. È bellissimo e molto gentile, mi tende la mano, m’invita a risedermi e allora comincia una conversazione delle più insensate, mezzo francese, mezzo tedesco con desinenze gutturali. Parliamo di tutto. Dico parliamo, ma io non ho fatto che ripetere: “Caro maestro, certamente, caro maestro”, e mi alzavo per andarmene. Allora lui mi prendeva le mani e mi ricacciava nella mia poltrona».

Pierre Auguste Renoir, Ritratto di Richard Wagner, 1882

Dell’incontro tra Pierre Auguste Renoir e Richard Wagner ci rimane, oltre al pregevole ritratto oggi esposto al museo D’Orsay, una lettera che il grande impressionista francese inviò a un amico il 14 gennaio 1882. In quest’ultima, Renoir racconta del suo viaggio a Palermo, della visita a Monreale e del “Grand Hotel et des Palmes”, dove il compositore risiedeva e stava mettendo gli ultimi ritocchi al “Parsifal”. Gli arredi di questa struttura alberghiera sono tra i 650 provenienti dai sei più antichi hotel siciliani che sono stati messi all’asta oggi, 15 novembre 2018, in seguito alla liquidazione della società di gestione “Acqua Marcia”. Poltrone, divani, mobili, sedie, statue, ceramiche verranno battuti al miglior offerente, sebbene molti di questi oggetti siano vincolati dalla Soprintendenza dei beni culturali della Regione, per cui dovranno rimanere dove si trovano attualmente.

LA STORIA. L’Hotel delle palme ha visto transitare tra le sue stanze politici, generali, artisti, scrittori e personalità che hanno segnato la strada della società europea verso la sua attuale costituzione. Ancora oggi per coglierne l’atmosfera basta fare qualche passo oltre l’atrio dove troneggiano le statue di scuola Canova nella grande hall assieme al pianoforte a coda sul cui sgabello – recita il cartiglio – “Wagner ultimò di comporre il Parsifal nel 1882”. È da qui che Francesco Crispi dava lezioni di politica ed è qui che il drammaturgo e poeta francese Raymond Roussel, uno dei padri della Patafisica, morì nel 1933 (l’episodio è stato poi al centro del film di Meme’ Perlini, dal titolo omonimo: Grand Hotel Et Des Palmes). Ma l’importanza di questo luogo è fortemente legata pure alla nostra storia contemporanea, oltreché a quella moderna: durante la seconda guerra mondiale la struttura divenne quartier generale statunitense a opera del generale Charles Poletti e nel ’57 tra le pareti dell’hotel si tenne l’ultimo incontro tra i capi di Cosa Nostra siciliana e la mafia americana, con a capo Lucky Luciano. In tempi più recenti, poi, come dimenticare la suite numero 103, riservata per anni al Divo Andreotti? Il Presidente vi ha trascorso numerosissime notti, probabilmente convivendo con i suoi più cupi ricordi siciliani. E ancora, di storie se ne potrebbero narrare molte, come la cena da 12 portate organizzata in hotel da Vittorio Emanuele Orlando e il “privato esilio” dell’enigmatico e facoltoso Giuseppe Di Stefano, il Barone Sciacca che qui visse per oltre quarant’anni, si dice per sfuggire a un misterioso ricatto conseguente a un presunto omicidio avvenuto a Castelvetrano.

IL FUTURO DELLA STRUTTURA. Quanti, tra i turisti occasionali che vi hanno soggiornato negli ultimi anni (magari attratti da un’offerta su booking.com particolarmente conveniente probabilmente proprio per via del crack finanziario che ha interessato la proprietà) si sono resi conto dell’importanza storica di quel luogo? Oggi l’hotel è stato acquistato dalla società Algebris dell’ imprenditore Davide Serra, vicino all’ex presidente del consiglio Matteo Renzi  che ha confermato anzianità e posti di lavoro dei 37 dipendenti, l’augurio è che si possa preservare questa pagina di storia dalle speculazioni proprie dei nostri tempi, avendo cura di ciò che fino a oggi è arrivato intatto.

N.B. Articolo originariamente pubblicato il 25 febbraio 2017 e aggiornato il 15 novembre 2018.

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