Annalisa Monfreda presenta a Catania: «Ho scritto questo libro invece che divorziare»
Un marito femminista e due figlie cresciute di comune accordo nel culto della libertà. Per Annalisa Monfreda, scrittrice e giornalista per nove anni direttrice del settimanale Donna moderna, il desiderio di vivere una relazione in cui l’uguaglianza di genere era una solida certezza sembrava realizzato. Poi, insieme alla pandemia, è arrivata anche un’amara consapevolezza, che ha portato in qualche modo alla nascita di Ho scritto questo libro invece che divorziare (2022, Feltrinelli), il quale sarà presentato domani, 2 marzo, alle ore 19 presso la “Legatoria Prampolini” di Catania. «Ho iniziato a scrivere in un momento in cui ho visto la vita andare a pezzi, come gran parte della popolazione mondiale femminile durante la pandemia. All’improvviso mi sono ritrovata davanti agli occhi una disparità, all’interno della famiglia, che pensavo di aver superato. Di default, tutto ricadeva su di me».
Da qui, l’urgenza di rimettere tutto in discussione e andare alla ricerca delle cause profonde di una disparità che prende forma tra le mura domestiche. Un percorso durato un anno e che ha visto l’autrice tentare di esplorare soluzioni nuove, confrontarsi con scrittrici, scienziate, casalinghe e imprenditrici e, contestualmente, immergersi nella letteratura e nella saggistica sul divario di genere. «Mi sono dedicata a studiare questo fenomeno e a cercare le parole per riuscire a farlo vedere anche a lui, perché il problema delle coppie è questo: la disparità noi donne non la diciamo a noi stesse, perché ce ne vergogniamo, siamo donne evolute». Così, nelle pagine del volume, Monfreda passa in rassegna le storie di antesignane tanto illustri quanto inaspettate nel dover affrontare una ripartizione iniqua dei compiti: «Marie Curie, ad esempio, condivideva tutto con il marito – esperimenti, lezioni, ricerche – ma non il lavoro domestico. Era lei a doversi occupare della casa e di cucinare».
Il libro, tuttavia, non è solo un saggio approfondito ma anche un racconto di un nuovo inizio. «Durante la stesura, la sera tornavo a cena e provavo ad intavolare una discussione con mio marito. Così, man mano, abbiamo iniziato a trovare una lingua comune. Quindi non abbiamo divorziato e credo non divorzieremo più, o sicuramente non per questo motivo!». Oltre ad un dialogo aperto con il proprio partner, secondo la Monfreda, un’autentica liberazione passa anche da una resa dei conti con i miti che abbiamo ereditato: «Se la casa pulita è il feticcio che ci rende donne degne di rispetto, difficilmente ci libereremo del carico mentale che questo comporta. Una delle idee più interessanti tra quelle emerse dalle mie letture è che in realtà c’è un piacere nel compiere tutte queste attività domestiche che sono fondanti dell’essere umano. Se noi partiamo dal valore di queste attività già la loro distribuzione ha un valore diverso. Non sono attività lesive della nostra vita, siamo noi che le abbiamo caricate di sovrastrutture».
A dialogare con l’autrice saranno Giorgio Romeo, direttore del Sicilian Post, e Claudia Cantale, ricercatrice di Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università degli studi di Catania.