«Con la cultura si può mangiare e si può far mangiare. Da imprenditrice nel settore dell’ospitalità, Catania mi ha dato tanto e adesso io mi sento in dovere di servire il territorio dando opportunità ai giovani che restano». Sono le parole di Ornella Laneri, presidente della Fondazione OELLE, partner dell’evento “Fostering the social impact of culture”, svoltosi giovedì 24 al Palazzo Biscari all’interno del programma “Make in South” (Isola, 21-25/06/2021) e moderato dal direttore del Sicilian Post Giorgio Romeo. «Con la Fondazione – spiega il direttore Carmelo Nicosia – vogliamo incoraggiare le idee più meritevoli, consapevoli che tutto si dipana da un buon pensiero e che per sviluppare un progetto ci vogliono utopia e sinergia». Fare sistema, collaborare: una mentalità nuova in Sicilia rispetto al modello competitivo del passato, un filo rosso che accomuna le personalità diverse che hanno preso parte all’incontro.

Antonio Perdichizzi

GIOVANI E IMPRESA. Il luogo designato per l’evento, “Isola”, è un hub sito al Palazzo Biscari ideato dall’imprenditore Antonio Perdichizzi. «“Isola” è una culla di scintille, un centro di aggregazione e creatività in cui si respira l’aria di una community»: così lo definisce Tania Gianesin, co-fondatrice e vicepresidente di Moleskine Foundation, che con l’iniziativa Creativity Pioneers Supported Fund offre un fondo ai giovani che abbiano progetti in grado di cambiare la società. Stimolare le nuove generazioni a fare impresa è obiettivo condiviso da Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, attraverso programmi di agevolazioni come “Italia Economia Sociale”, esposto dal responsabile dell’Occupazione Invitalia Vincenzo Durante: «Con misure generaliste rivolte a tutti i settori del terziario, agevoliamo le giovani imprese sociali e creative andando incontro ai loro progetti, considerando la cultura un volano di sviluppo». Con questo fine Invitalia ha sviluppato “Cultura Crea”: «Una parte di Invitalia dedicata ai beni culturali, che crea connessione tra mercato-turismo-cultura e sostiene chi gestisce i beni culturali» spiega il responsabile Vittorio Fresa. Non solo agevolazioni, ma anche assistenza con “ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero”, di cui è responsabile Gianluca Fiorillo: «Offriamo a uomini under 36 e donne di ogni età tutoraggio per la creazione o il mantenimento delle loro attività».

L’ESPERIENZA DELL’ARTE. Un modello d’impresa giovane e di successo, capace di dare alla cultura un impatto sociale, è quello realizzato da Ciccio Mannino, presidente di Officine Culturali: «Il mio progetto – racconta – è nato dalla necessità di prendermi cura della bellezza che ci circonda, dell’ex Monastero dei Benedettini. L’impresa punta a una partecipazione attiva dello spettatore, a cui deve essere garantito un vero accesso alla cultura. In Italia i dati tengono conto solo degli ingressi nei luoghi d’arte, ma non dell’esperienza sensoriale vissuta».

NATURA E CULTURA. Per uno sviluppo culturale diffuso, non si può omettere l’importanza dell’ambiente e della natura. Idea ben chiara ad Andrea Bartoli, fondatore di Farm Cultural Park: «Il centro culturale indipendente mette arte e natura a servizio del territorio in cui nasce, cioè Favara (Ag), e offre formazione ai ragazzi come nel caso della Scuola di Politica per Giovani Donne (Prime Minister). Per la nostra interazione con l’ambiente – continua – siamo stati eletti partner del New European Bauhaus, progetto per uno sviluppo sostenibile». L’arte può essere un mezzo di comunicazione anche di messaggi importanti, come dimostrato dall’esperienza di Giuseppe di Vita, co-fondatore di Acqua Foundation: «L’associazione mira a preservare il bene essenziale dell’acqua comunicandone il valore con l’arte». Dalla fondazione è supportato il progetto di arte contemporanea “Maritima01”, diretto da Elena Posokhova, che ne programma già una seconda edizione in collaborazione con Isola. Tra gli artisti coinvolti anche la catanese Mariagrazia Pontorno con il film “Nobilis Golden Moon”: «L’opera – svela l’artista – è dedicata a un animale marino, la Pinna Nobilis, in via d’estinzione a causa di una pandemia nei mari e relegato in lockdown nelle sole acque della Valencia. Una situazione non dissimile da quella che abbiamo appena vissuto».

UNA NUOVA NARRAZIONE. Il cambiamento e lo sviluppo culturale, tuttavia, quando presente,  necessità di essere raccontato al meglio. Questa è la sfida di Francesco Blancato e Alessandra Rigano, fondatori del magazine SUQ. Unconventional Sicily: «Vogliamo guardare alla Sicilia con un’altra lente, – affermano i due – oltre i soliti stereotipi. L’isola non è un prodotto dall’identità definita, facile da comunicare e vendere, ma una terra di contaminazioni e trasformazioni». Una sfida molto chiara anche alla redazione del Sicilian Post, che – come ricordato da Giorgio Romeo – attraverso l’approfondimento giornalistico in italiano e in inglese, porta le storie siciliane nel mondo. L’incontro è stata anche occasione per ricordare la terza edizione del workshop “Il giornalismo che verrà”, appena conclusosi alla Scuola Superiore di Catania, che ha visto la nostra testata in costante dialogo non solo con big del digitale come Google (che ha supportato il workshop attraverso il programma Google News Initiative), ma anche con gli enti culturali del territorio, come la Fondazione DSe, che a Isola è stata rappresentata dall’editore del quotidiano “La Sicilia”, Domenico Ciancio Sanfilippo. «Il nostro giornale, con i suoi oltre 75 anni di storia, è da sempre lo specchio del nostro territorio. Oggi ci poniamo la sfida di innovare coniugando passato e futuro e speriamo di poter imparare da realtà virtuose come quella che viene presentata in questi giorni». 

Make in South è organizzato da Arcadia Holding e supportato dai Corporate Partner: Amazon Web Services (AWS), Ferrovie dello Stato, Infratel, Invitalia, Manpower, Open Fiber, Opinno, UniCredit.

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