La seconda giornata di lavori del IV workshop “Il giornalismo che verrà”, promosso dal Sicilian Post, ha offerto al pubblico una riflessione sulle nuove frontiere dell’informazione, che sempre più spesso si sposano con  il linguaggio moderno e accattivante del fumetto, dando vita al filone del graphic journalism. Protagonista dell’evento è stata la fumettista Paola Cannatella, autrice, insieme con la giornalista Laura Silvia Battaglia al-Jalal del volume La sposa yemenita. L’artista catanese, intervenuta all’Accademia di Belle Arti di Catania, ha ripercorso le origini del genere a partire dal suo capostipite, Palestina di Joe Sacco, fino all’esperienza personale in collaborazione con l’amica giornalista «Questo lavoro – ha detto la disegnatrice – è nato da un singolare episodio vissuto da Laura Silvia in Yemen e da cui abbiamo preso le mosse per raccontare la realtà di un Paese di cui allora si occupavano in pochi». La fumettista ha quindi offerto un vero e proprio dietro le quinte di un lavoro svolto a quattro mani e che ha consentito ai testi della Battaglia di prendere vita sulle tavole a colori della Cannatella. «La forza del graphic novel – ha spiegato – sta proprio nell’unicità del prodotto che ne viene fuori, alla presenza densa di testo e alla potenza delle immagini che spesso coinvolgono il lettore». Un ulteriore modo di fare informazione che spesso vede un lavoro di squadra e che si caratterizza per l’unicità del suo stile.

Il programma degli eventi aperti alla città è proseguito con un incontro su un tema tanto attuale quanto drammatico: la povertà educativa. A moderare il panel è stata Isabella Schiavone, giornalista Rai e volto noto del TG1. Ad animare il dibattito sono stati Raffaella Milano, direttrice programmi Italia-Europa Save The Children, Giovanni Parapini, direttore di Rai per il Sociale e il giornalista e autore del volume “Giovani invisibili” Giuseppe Di Fazio.

«La povertà educativa – ha affermato la Milano – non si può sconfiggere da sola. Serve una rete di soggetti che si sentano parte attiva della comunità educante. Questa è l’unica strada che abbiamo per porre rimedio a questa situazione».

A farle eco, in relazione all’importanza di una buona informazione, l’opinione di Giovanni Parapini: «Spesso le istituzioni tendono a rimandare la presa di coscienza di quanto sofferenze e disuguaglianze siano cresciute in questi anni. La Rai non soltanto si è spesa per illuminare i temi più difficili e complicati per un paese e far capire che accade ma ha dato il via ad iniziative concrete per valorizzare la famiglia, il Terzo settore e il diritto all’istruzione».

L’intervento della fumettista Paola Cannatella

Direttamente dal territorio provengono le storie che Giuseppe Di Fazio ha raccolto nel suo ultimo volume: «Nel libro ho voluto raccontare esperienze di disagio, ma anche storie di riscatto in cui le istituzioni non hanno abbandonato chi era rimasto indietro. Tuttavia ancora molto rimane da fare: basterebbe prendere coscienza che la questione educativa ha a che fare con lo sviluppo economico e sociale del territorio. Questo tema è una priorità».

A seguire, alla Scuola Superiore di Catania si è parlato di informazione e disabilità. Tematica oggi di sempre più urgente attualità sulla quale sono stati chiamati a esprimere il loro autorevole punto di vista Roberto Natale, direttore di Rai per la Sostenibilità, il volto del programma di Rai 2 Paola Severini Melograni, la giornalista firma dell’inserto “Buone notizie” del Corriere Ornella Sgroi e la dottoranda della Scuola Normale Superiore di Pisa Paola Tricomi.  

«Io ho cominciato in Rai tanti anni fa – ha spiegato Paola Severini Melograni – con una trasmissione radio che si chiamava Punto d’incontro. Ma un format sulla disabilità non esisteva, nasce un format del tutto diverso. Con “O anche no” (in onda su Rai 2 ndr) abbiamo cambiato il paradigma dell’approccio a questi argomenti e vorrei che fosse utilizzato anche per tutti i temi legati ai diritti».

Sul tema della disabilità, la scelta linguistica e stilistica di Paola Tricomi ha avuto come obiettivo quello di scardinare i cliché. «Mi sono accostata alla parola fin da piccola per cambiare l’immagine, e in questo tentativo ho cercato di cambiare l’immagine che la società mi ha imposto. Così è nato Per desiderio, un documentario sulle immagini del cielo. Incontrare Luca Parmitano mi ha lasciato senza parole e mi ha insegnato che il coraggio non appartiene solo a chi va nello spazio ma anche a chi ogni giorno affronta la sfida della vita». 

Anche per la giornalista Ornella Sgroi, quello della diversità è molto di più di uno dei tanti temi di cui si può occupare un giornalista: «Una narrazione positiva della disabilità equivale a raccontare storie che hanno dello straordinario per esseri umani che sono straordinari. Un mondo meraviglioso che ci rimette in contatto con quell’umanità che ogni tanto noi giornalisti tralasciamo. Le parole sono importantissime e possono cambiare l’immaginario. Se vi mancano le parole non potete esprimere il pensiero».

Un’opinione fortemente condivisa da Roberto Natale, che attraverso il servizio pubblico da anni si spende per restituire un’immagine inclusiva e positiva del Paese: «Cambiare il linguaggio significa cambiare la testa delle persone. In questo senso, usare correttamente le parole significa non soltanto parlare di disabilità ma soprattutto farla parlare. Il disabile deve diventare visibile. Raccontare buone notizie non è  buonismo ma assolvere al compito di cui siamo investiti in quanto giornalisti, ovvero raccontare la verità dei fatti di cui fanno parte anche gli esempi di ciò che funziona».

Il workshop “Il giornalismo che verrà” è una vera e propria iniziativa di sistema. A patrocinare l’iniziativa sono l’Università di Catania, la Scuola Superiore di Catania, il DISUM Unict, l’Accademia di Belle Arti di Catania, The European House – Ambrosetti, la Fondazione DSe, l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia di Rai per il Sociale, l’Innovation Hub Isola e il Teatro Stabile di Catania. Main sponsor dell’evento è Google attraverso il programma GNI. Sponsor dell’evento sono anche Crédit Agricole Italia e Confindustria Catania. Sponsor tecnici della manifestazione sono l’Hotel Nettuno di Catania, Ionia Caffè e Cappellani Music Megastore. Media partner dell’iniziativa saranno il quotidiano La Sicilia, la web Tv dell’Università di Catania Zammù TV e il magazine di cultura digitale Media 2000

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