Dalla culla e non dalla scuola deriva l’eccellenza di qualunque ingegno.

Pietro Aretino

Erano certamente altri tempi quelli in cui l’Aretino scriveva, altri tempi sia per la famiglia che per la scuola. Oggi, chiuso il trimestre da qualche settimana e in attesa della fine del quadrimestre, è bene ribadire che la famiglia e la scuola sono chiamate a collaborare per la crescita globale dei bambini, dei ragazzi, dei giovani. I voti mettono a dura prova tale collaborazione in diversi casi e diventa quasi una gara senza vincitori. Il genio è innato, viene probabilmente anche prima della culla, tuttavia ha bisogno di chi lo accompagni passo dopo passo a sbocciare; accade che l’eccellenza non venga compresa né a casa né a scuola oppure da una sì e dall’altra no, e viceversa, dunque ritorna ancora la necessità di trovare un’intesa per il bene più grande. Questo bene – attenzione! – non consiste solamente nel successo, negli ottimi voti, nelle gratificazioni continue, nella ricerca dei primi posti, bensì nell’aiutare lo studente a diventare ciò che è chiamato ad essere alla luce dei suoi talenti; il rischio è di riversare sull’ingegno in erba le aspirazioni degli adulti, genitori o insegnanti, senza lasciargli la libertà di provare, sbagliare, riprovare, cadere, rialzarsi, perdere, vincere. S’impara solo ciò che ci meraviglia e la meraviglia non ispira se è meramente un pallido riflesso!

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