Inclusione e attenzione al territorio: i pilastri di Crédit Agricole per lo sviluppo della Sicilia

«I punti di partenza del nostro lavoro saranno l’ascolto e la comprensione. Nel rispetto della storia economica di questa Regione, vogliamo valorizzare i punti di forza dell’isola, che sono molti e diversi tra loro». Mentre parla a una platea di giornalisti nel salone barocco di Palazzo Biscari a Catania, Roberto Ghisellini, direttore generale Creval e vicedirettore di Crédit Agricole, rassicura i presenti: il completamento dell’integrazione dell’istituto bancario valtellinese nel colosso internazionale francese (che terminerà con la migrazione nel “Conversion weekend” del 23-24 aprile) mira a valorizzare le potenzialità del territorio siciliano senza comportare riduzioni in termini di organico e promette la prosecuzione del dialogo con i bisogni dei clienti. «Non si tratterà di una semplice ridenominazione – spiega ancora Ghisellini -, il punto nodale è che faremo convergere il meglio del nostro modello di servizio». Filiere più corte, maggiore specializzazione e diversificazione i fondamentali di questo approccio. «In Sicilia abbiamo 190mila clienti e 654 collaboratori, amministriamo 7 miliardi di masse e gestiamo oltre 495 servizi di tesoreria e cassa per enti pubblici (dall’Università di Catania alla Città Metropolitana di Palermo ndr). Attualmente siamo presenti con una quota di mercato a livello regionale dell’8% per numero di sportelli, del 6,7% per depositi, del 7,7% per impieghi con masse complessive che, dallo scorso luglio, crescono di oltre il 3% grazie anche alla componente della Raccolta Gestita (+10% ca.)».

«Al fine di comprendere meglio il territorio istituiremo un comitato territoriale che coinvolga alcuni selezionati imprenditori»

RELAZIONE E DIGITALE. «Ci piace definire il nostro modello di servizio come 100% umano e 100% digitale. Ciò vuol dire che affiancheremo alla consulenza in filiale strumenti evoluti per una operatività omnicanale che possa andare incontro alle esigenze dei clienti». Una banca al passo coi tempi, quindi, ma che non rinuncia alla relazione. Anche per questo, rassicura Ghisellini, non è prevista alcuna chiusura rispetto alle 91 filiali presenti nell’isola. «Non saprei dire se tra cinque anni questo numero sarà immutato, perché affinché l’esperienza del cliente sia soddisfacente gli sportelli non dovrebbero avere un personale numericamente troppo ridotto, tuttavia crediamo fortemente che la relazione sia una parte fondamentale del nostro fare banca, e su questo possiamo garantire».

Roberto Ghisellini

DIREZIONE REGIONALE. Al fine di gestire al meglio la propria presenza e il dialogo col territorio, Crédit Agricole prevede l’istituzione di una direzione regionale (presso l’attuale centro direzionale Creval di Acireale) e la costituzione, nei prossimi mesi, di un comitato territoriale che, sulla scorta di quanto già avviene in Toscana, Romagna e Liguria, coinvolga come “filtro” alcuni selezionati imprenditori. Rispetto al sostegno alle attività culturali, la già esistente Fondazione Creval sarà confermata fino alla fine del 2022, ma Ghisellini rassicura sul fatto che la Banca, tramite la sua direzione regionale, sarà comunque presente e attiva con l’intento di valorizzare le iniziative ritenute meritevoli. In un’ottica più generale, invece, l’intenzione è quella di sostenere imprese e progetti che seguano la specifica vocazione dei territori. «Se da un lato la parte Sud della Sicilia vanta un settore agroalimentare di grande valore, rispetto al quale Crédit Agricole offrirà tutto il suo know how ponendosi come supporto verso uno sviluppo sostenibile e innovativo, dall’altro il territorio catanese vanta una presenza industriale e tecnologica importante della quale bisogna tener conto».

L’INCUBATORE D’IMPRESA. È proprio qui, infatti, che la Banca intende creare il quarto “Le Village by CA” d’Italia (già attivi quelli di Milano, Parma e Padova e in fase di realizzazione quello di Sondrio), immaginato come un’opportunità a sostegno del business e dell’innovazione territoriale promossa da giovani aziende nell’ottica dell’open innovation. Del resto, la città metropolitana di Catania ha già mostrato di essere terreno fertile per iniziative di questo tipo, basti pensare al Free Mind Foundry, pensato e guidato da Simone Massaro proprio dentro la sede direzionale di Creval/Credito Siciliano di Acireale, oppure a Isola, l’innovation hub ideato da Antonio Perdichizzi che ha sede in un’ala di Palazzo Biscari a Catania e che coniuga la meraviglia di un palazzo seicentesco con uno sguardo prospettico al futuro. «Stiamo cercando di capire quale sia la collocazione più giusta per questo progetto, e per questo il nostro Head of Capital Market & Open Innovation, Andrea Riva, si tratterrà in Sicilia per alcuni giorni. Contiamo di prendere delle decisioni a riguardo entro l’anno, tuttavia, il punto fondamentale di questa operazione sarà la creazione di un vero e proprio “ecosistema”. Crediamo infatti che, al di là dei verticali su cui un acceleratore d’impresa può focalizzarsi, occorra un approccio in grado di fare sistema. Perché se avviare un acceleratore è facile, farlo divenire un investimento duraturo, in grado di dare valore aggiunto al territorio, lo è un po’ meno».

La conferenza stampa presso Palazzo Biscari, Catania

OBIETTIVO SOSTENIBILITÀ. Negli ultimi anni, sempre più aziende – e in particolare gli istituti bancari – hanno fatto dei criteri ESG, Enviromental, Social e Governance, i loro capisaldi. Sostenibilità, tuttavia, è una parola che ancora oggi – tra regolamenti europei non del tutto chiari e definiti e lo spettro del greenwashing nella percezione dei clienti sempre dietro l’angolo – può assumere sfumature di diverso tipo. D’altro canto, se il rispetto per l’ambiente rappresenta un concetto chiaro a tutti, quelli inerenti l’equità in campo di governance e sociale può apparire meno immediato. Tra gli aspetti misurabili, tuttavia, vi è senza dubbio il rispetto della parità di genere e l’equiparazione salariale tra uomini e donne. Ambiti nei quali Crédit Agricole si impegna a lavorare fin da subito, rilevando una situazione iniziale che, sebbene non collochi la Sicilia tra gli ultimi posti in Italia, necessita un approccio sistematico. «Molto spesso si pensa che il gender gap sia maggiormente presente in un territorio come la Sicilia che non al più ricco Settentrione, ma in realtà questo è un problema che, ad esempio, affligge in maniera più importante alcune regioni di montagna del Nord Italia. Certamente anche in Sicilia c’è tanto lavoro da fare. Rispetto ai nostri 654 collaboratori siciliani, la presenza femminile che ereditiamo da Creval rappresenta solamente il 27% del personale, un dato che scende a circa il 10% se stringiamo il campo ai nostri dirigenti. Il nostro obiettivo, che avrete modo di vedere anche nero su bianco nel nostro prossimo piano a medio termine, sarà quello di colmare questo gap nel giro di qualche anno. Certamente, non posso garantire che passeremo al 50% in soli dodici mesi, ma parte delle 500 assunzioni previste dal nostro piano nei prossimi 2 anni (alcune delle quali saranno in Sicilia ndr) sono certo contribuirà in modo significativo a dare una svolta. Chi ha detto che una ragazza siciliana di 35 anni non possa divenire direttrice? L’importante è che abbia qualità e che sia brava».

«L’isola fucina di talenti e giovani geniali. Daremo loro delle opportunità grazie alla collaborazione con le università siciliane»

COLTIVARE I TALENTI. Proprio in questa direzione va il progetto Team “Next Generation”, il quale ha il compito in Italia di selezionare dagli atenei locali e formare nuovi collaboratori attraverso percorsi personalizzati. In Sicilia tutto questo si traduce in una partnership con l’Università di Catania, avviata grazie alla collaborazione della prof.ssa Carmela Elita Schillaci (ordinaria di Economia e Gestione delle Imprese nel capoluogo etneo e membro del CDA di Creval costituito dopo l’acquisizione da parte di Crédit Agricole Italia). Il programma, denominato “Coltiviamo il Merito” si propone di incidere su attraction e recruiting con incontri dedicati di Project Work o Hackathon i quali inizieranno il 10 marzo negli atenei di Catania ed Enna. «Crediamo – conclude Ghisellini – che la Sicilia vanti molti giovani di talento e ho avuto modo di constatare come anche le iniziative che partono da loro siano di grande qualità. Un esempio? Tempo fa stavamo lavorando all’idea di organizzare in Italia alcuni eventi su licenza TedXWomen. Con grande sorpresa abbiamo scoperto che una delle prime licenze era stata data proprio a delle ex studentesse dell’Università di Catania. Insomma, da questo territorio ci aspettiamo grandi potenzialità. Il nostro compito sarà quello di aiutarle e, se possibile, metterle a sistema».

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Direttore responsabile del Sicilian Post. Giornalista, laureato in comunicazione. Collabora con le pagine di cultura e spettacolo del quotidiano "La Stampa". Ha pubblicato su svariate testate nazionali e regionali, tra le quali "La Repubblica" e "La Sicilia". Dal 2018 è promotore del workshop internazionale "Il giornalismo che verrà". Attivo sul piano dell'innovazione è tra gli ideatori di "ARIA", tool per infografiche finanziato da Google DNI. Il suo ultimo libro è "L'unica donna nel CDA" (Guerini Next, 2023).

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