A due anni dalla realizzazione del video che ha superato il milione di visualizzazioni, il ventisettenne francese racconta ancora la Sicilia in “The story of Sicily”. Protagonista la parte sud orientale dell’isola

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]S[/dropcap]e mi domandi quale sia il motivo principale per cui mi sono innamorato della Sicilia, forse non saprei rispondere, ma quello che vorrei è che l’isola splendesse in questi tempi difficili». Il videomaker francese Julien Zolli, autore di “Sicily, land of Myht” l’audiovisivo che due anni fa superò il milione di visualizzazioni, ha da poco pubblicato il suo nuovo lavoro dedicato alla trinacria: “Story of Scily”. Intervistato per l’occasione, il ventisettenne parigino (ma originario di La Rochelle) ci ha raccontato delle sue passioni, dei suoi progetti presenti e futuri e dei segreti del successo di queste straordinarie narrazioni per immagini.

Com’è nata la tua passione per l’audiovisivo?
«Mi sono appassionato da adolescente. Quando, all’età di quindici anni, acquistai la mia prima videocamera, iniziai a riprendere la mia famiglia e ciò che mi accadeva intorno ogni giorno. La prima volta che presi coscienza delle potenzialità di ciò che facevo fu dopo il matrimonio di due amici. Quando videro il video che avevo fatto per loro scoppiarono in lacrime. Avevo capito di avere un potenziale, ma non sapevo ancora come sfruttarlo».

Poi cos’è successo?
«Per un po’ ho continuato a produrre brevi video per gli amici, ma la vera svolta è arrivata con il mio primo viaggio in Sicilia. L’idea era quella di raccontare un modo di vivere diverso dal mio, ma che non mi costringesse ad andare troppo lontano. Ero già stato in Nord Italia, ma il Sud è tutta un’altra cosa».

Julien Zolli

Cosa ti ha colpito così tanto della Sicilia?
«L’architettura, la storia, i paesaggi, le spiagge e il buon cibo. Mi avevano parlato della vostra terra come qualcosa di straordinario e questa impressione mi è stata confermata già mentre l’aereo scendeva su Palermo. Una volta sul posto, poi, ho capito che a fare la differenza sarebbe stato il modo che i siciliani hanno di darti il benvenuto e l’amore che hanno nel condividere le cose belle».

Come è stato realizzato “Sicily, the land of myth”?
«Avevamo solo sei giorni per visitare il maggior numero di luoghi possibili e tutto è stato calcolato al millesimo. Siamo partiti da Palermo, ma siamo stati anche a Segesta, Agrigento, Cefalù e sul versante orientale dell’isola. La cosa che più mi ha colpito è stata salire sull’Etna, avere l’impressione di sentire vivo il vulcano è qualcosa di incredibile, ed è proprio ciò che ho cercato di raccontare nel video».

Questo video ha oggi superato il milione di visualizzazioni. Quali credi siano stati i motivi di questo enorme successo?
«Credo che sia piaciuta molto la prospettiva di chi scopre l’isola per la prima volta. Il resto lo hanno fatto social come Facebook, Youtube e Vimeo. I feedback sono stati incredibili, e mi ha molto colpito che mi abbiano scritto parecchi siciliani emigrati ringraziandomi di aver dato loro l’opportunità di rivedere la loro terra nei miei video».

Da allora sei tornato altre volte in Sicilia. A cosa stai lavorando ora?
«Sono tornato in Sicilia altre volte e per me è un vero piacere perché ogni volta scopro qualcosa di nuovo. Grazie al supporto economico di un hotel siciliano ho realizzato un nuovo video, appena pubblicato, intitolato “Story of Sicily”, che spero possa emozionare come ha fatto il precedente».

 

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