L’abisso della ribellione: così una foto mostra al mondo il cuore ferito di Hong Kong
Lo scatto realizzato dall’agenzia internazionale Reuters si è aggiudicato il Premio Pulitzer 2020 nella categoria fotografia di attualità e mostra degli indifesi e spaventati manifestanti finiti a terra durante le fasi più concitate delle proteste. Con la forza che solo lo sguardo fotografico può sprigionare
Un’immagine da sola sa parlare, urlare, sconvolgere l’attimo che è qui ed ora, ed è per sempre. Ne è un chiaro esempio, ancora una volta, il premio Pulitzer 2020 per la fotografia di attualità che è stato vinto dall’agenzia fotogiornalistica britannica Reuters per gli scatti sulle proteste dell’anno scorso a Hong Kong.
L’importante premio, pur se assegnato in videoconferenza e non presso la Columbia University, ha selezionato. tramite il comitato, i migliori lavori in ambito giornalistico, letterario, musicale e fotografico. I premi sono una tradizione dal 1917 (l’anno precedente allo scoppio della pandemia di influenza spagnola): dovevano essere conferiti quest’anno il 20 aprile, ma il coronavirus ha costretto al rinvio. Ad annunciare i prestigiosi riconoscimenti il 4 maggio scorso è stata, dal salotto di casa, l’amministratrice dei premi Dana Canedy: «In tempi difficili come i nostri – ha dichiarato – è più importante che mai far capire che il giornalismo non si è mai fermato nonostante coordinati sforzi di sabotare il loro lavoro».
Le proteste andate in scena ad Hong Kong nel biennio 2019-2020, hanno visto la loro scintilla accendersi il 15 marzo 2019, per via di un disegno di legge sull’estradizione di latitanti verso Paesi in cui non esistono accordi di questo genere. Diversi e violenti sono stati gli scontri fra manifestanti e polizia, fino all’effettivo ritiro del disegno di legge da parte del governo.
Tra le tante foto che fanno parte del reportage premiato, lo scatto scelto in questa rubrica è di quelli che lasciano senza fiato. Manifestanti buttati a terra dai poliziotti, occhi sgranati, pieni di paura, mezzo mattone vicino al manifestante di sinistra a mostrare la gravità dell’accaduto. Sullo sfondo altri agenti di polizia che bloccano e controllano i manifestanti in modo duro. Chi ha scattato la foto sembrerebbe in ginocchio o comunque quasi a terra, forse spinto a sua volta da qualcuno da dietro. Spesso chi rischia in un evento drammatico più del giornalista, che può anche seguire le vicende a una distanza di sicurezza, è il fotoreporter che proprio nel servizio premiato potrebbe essersi trovato, un istante dopo aver scattato la foto, a terra, ferito e insanguinato.
In Italia le fotografie della Reuters vengono distribuite da molti anni dall’Agenzia Contrasto. Si tratta dell’ottavo Premio Pulitzer ottenuto dalla redazione dal 2008. Nel 2016 tra i fotografi di Reuters che hanno vinto il premio con le immagini dei profughi nel Mediterraneo c’era il catanese foto-giornalista Antonio Parrinello. Sue le belle foto di Lampedusa.
Le notizie di Reuters e le foto ogni giorno vengono lette e visualizzate da miliardi di persone di tutto il mondo. Simpatica la vicenda che fece iniziare l’agenzia. Fu il tedesco Paul Julius Reuter, poi diventato cittadino britannico, che avviò nel 1850 una trasmissione di notizie tra Aquisgrana e Bruxelles utilizzando i piccioni viaggiatori. Dopo appena 1 anno cominciò a utilizzare il telegrafo. La Reuters, oggi, con una copertura ineguagliata in oltre sedici lingue in tutto il mondo, offre informazioni attendibili che permettono a migliaia di mezzi di comunicazione di ottimizzare il loro lavoro al meglio.
Questo è possibile perché l’importante agenzia non è un organo appena che smista e distribuisce foto, ma è una squadra capace di fare vera informazione, di mobilitare risorse e uomini tali da raccontare un evento sotto ogni suo aspetto, attraverso sguardi molteplici. È proprio vero che la fotografia di attualità è come un’onda grande: travolge la superficie con l’impeto profondo che proviene dall’abisso. E quando l’onda arriva, le parole non servono più.