L’arcolaio eterno, o delle fiabe che cambiamo e che ci cambiano

Da quando, negli ultimi anni, mi sono riavvicinata alla letteratura per l’infanzia, alle fiabe e alle favole, mi sono chiesta spesso quale legame ci sia fra archetipi, stereotipi e narrazioni. O, per dirla altrimenti, quale influenza possa avere una storia come quella de La bella addormentata nel bosco nel nostro modo di concepire un luogo come la foresta, oppure un sentimento come l’amore.

Perché, se è vero che le fiabe raccontano il mondo trasformandolo in un mito e prendendo spunto dalla realtà per proiettarci in una dimensione senza tempo, arcaica e sempre attuale, è anche vero che quando vengono tramandate di padre in figlio continuano ad avere un impatto sul nostro modo di stare al mondo e di interpretarlo.

Un concetto come quello della fanciulla salvata dal bacio del vero amore, che poi di fatto non è altro che un atto di intimità scambiato con un estraneo, per dirne una, viene dalle fiabe e al tempo stesso arriva fino a noi, entrando nel nostro immaginario, nelle nostre aspettative, nei contenuti di cui fruiamo. O, per lo meno, così credevo.

A rispondere a questa mia domanda dandomi spunti di riflessione nuovi e inaspettati è stato però di recente L’arcolaio delle fiabe di Paolo Battistel, un saggio pubblicato da Oligo Editore che, come chiarisce già il sottotitolo, è dedicato al «femminile e alla trasfigurazione nei racconti popolari», su cui si concentra in quattro diverse macroparti.

A conti fatti, in realtà, si tratta di un volume che va ben oltre questi temi e che, partendo dal presupposto che chi per primo ha dato vita alle fiabe o le ha raccolte in forma scritta non avesse forse fino in fondo un’idea di quanto a lungo – e quanto a fondo – avrebbero lasciato il segno nei secoli a venire, ci mostra come le fiabe siano cambiate nel tempo in base alle comunità a cui erano destinate.

E così, partendo proprio da La bella addormentata nel bosco, fino ad arrivare al Principe ranocchio, ai Sette corvi e a La signora Holle, ho realizzato che il bacio del vero amore non è onnipresente nelle versioni più celebri di Rosaspina o di Biancaneve, e che il rapporto con le protagoniste femminili, con le loro controparti maschili, con gli animali e con gli altri personaggi cambiava in base a come intanto stava cambiando il mondo.

Censure, metamorfosi, ma anche riletture, nuove interpretazioni e vere e proprie riscritture: dietro alle fiabe con cui abbiamo dimestichezza, o con cui crediamo di averne solo perché abbiamo spulciato una loro variante, c’è questo e molto altro, in un calderone di cambiamenti, accortezze e trasfigurazioni – come le chiama non a caso l’autore – che mi hanno messa di fronte a una grande verità.

E cioè che non sono le fiabe a essere eterne, e quindi cristallizzate, sempre uguali a sé stesse, ferme a una lettura della realtà che non sempre coincide con quella sperimentata in prima persona da noi, bensì il nostro bisogno di leggere il mondo attraverso i loro occhi. Il nostro desiderio di creare un segna-libro, anzi, un seme-libro, da piantare per le generazioni a venire e da affidare ai loro gusti, ai loro rimaneggiamenti, al loro imprevedibile sguardo.

Perché, se è vero che nelle fiabe resta contenuto un patrimonio antichissimo e ancora oggi affascinante, è anche vero che «la fiaba, come una perenne fonte della giovinezza, per mantenersi viva e “autentica” deve continuamente essere rinarrata (secondo determinati principi)» scrive Battistel, ricordandoci quale forza dirompente abbia avuto il femminile in certe storie e quanti altri elementi potremmo ancora scoprire o inserire al loro interno, facendo in modo che «la luce e l’ombra del nostro passato siano parte di noi», con il risultato che «finalmente, con un simile potere, non saremo più piccoli nani, né nani sulle spalle dei giganti, ma saremo autenticamente uomini».

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Traduttrice di formazione, nonché editor, correttrice di bozze e ghostwriter, Eva Luna Mascolino (Catania, 28 anni) ha vinto il Campiello Giovani 2015 con il racconto "Je suis Charlie" (edito da Divergenze), tiene da anni corsi di scrittura, lingue e traduzione, e collabora con concorsi, festival e riviste. Ha conseguito il master in editoria di Fondazione Mondadori, AIE e la Statale di Milano, e ora è redattrice culturale - oltre che per Sicilian Post - per le testate ilLibraio.it e Harper’s Bazaar Italia. Lettrice editoriale per Salani, Garzanti e Mondadori, nella litweb ha pubblicato inoltre più di 50 racconti.

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