Riqualificare le aree dismesse della città, a partire dagli ospedali non più in funzione, per rivitalizzare il flusso turistico e culturale etneo: è questo l’obiettivo della proposta avanzata da alcune organizzazioni catanesi che vorrebbero offrire un contributo alla definizione del Piano Regolatore Generale.

RIQUALIFICA DELL’ANTICO CORSO. «In città molti edifici, soprattutto strutture sanitarie, sono stati dismessi negli ultimi anni con ricadute negative anche sulle attività commerciali circostanti. Si pensi alla zona dell’ospedale Vittorio Emanuele, ormai in abbandono» afferma Francesco Mannino, presidente di Officine Culturali, ente promotore della proposta di welfare della città. Attualmente il trasferimento dei presidi ospedalieri nelle aree più periferiche ha portato alla chiusura degli ospedali Santa Marta, Santo Bambino, Ferrarotto e Vittorio Emanuele. «Si tratta di grandi edifici che hanno offerto assistenza sanitaria per oltre 50 anni – spiega Mannino – e in quanto tali hanno ampie stanze e spazi all’aperto che potrebbero rinascere». La loro riqualifica nella zona dell’Antico Corso comporterebbe anche una rivalutazione di una zona densa di attività: si pensi ai plessi dei Benedettini, di Roccaromana.

RESIDENZE PER ARTISTI. Le associazioni culturali catanesi vogliono collaborare con Regione e Comune al progetto di riqualificazione della città. «Catania ha un enorme potenziale culturale e una grande vocazione al teatro, ma l’assenza di spazi dedicati agli artisti resta uno dei vincoli principali. Perché non sfruttare i plessi abbandonati per questo?» sottolinea Mannino. Questa proposta di collaborazione tra enti pubblici e organizzazioni culturali si traduce quasi in una forma di mecenatismo: «Con prospettiva europea – afferma Mannino – penso alle residenze per artisti offerte loro per dedicarsi solo all’arte nelle città del continente. Catania abbonda di spazi che potrebbero essere reinvestiti così».

SPAZI PER LA CULTURA. «Stiamo portando avanti una proposta di metodo, cioè dare vita al coinvolgimento delle organizzazioni culturali nel PRG, e di merito, cioè offrire la collaborazione di illustri ospiti» afferma Mannino. «Pensando agli spazi coperti degli ospedali dismessi e ai loro giardini – continua il presidente -, sarebbe auspicabile realizzare parchi e luoghi da offrire alle associazioni culturali come sale prove, teatri, laboratori». Un esempio concreto è quello dei Fratelli Napoli, che dispongono solo della loro bottega come laboratorio e che potrebbero usufruire di molti più spazi. Loro infatti sono solo una delle 36 organizzazioni che hanno dato disponibilità a collaborare con le istituzioni per la riqualifica della città. Anche la FITA, Federazione Italiana Teatro Amatoriale, rientra tra queste: molte realtà amatoriali a Catania non dispongono degli spazi necessari per esercitarsi ed esibirsi.

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