Se il futuro non è compreso in classifica

Catania è un po’ come quel tuo amico che ha mille idee geniali, ma che non fa mai nulla per realizzarle. Ha un potenziale incredibile, però lo tiene nascosto sotto un mucchio di lenzuola in un armadio. Eppure, non appena gli dici che non ce la farà mai, si altera e ti ricorda che ha alle spalle una storia millenaria, un’università prestigiosa e una capacità tutta sua di saper usare l’ironia per farsi beffa perfino del destino. Il fatto è che la Sicilia è la terra dove elementi endogeni di gattopardiana memoria si scontrano con un desiderio vero di progresso, dove il confine tra l’arte di arrangiarsi e l’imprenditorialità a volte praticamente non esiste. Ma la Sicilia è, soprattutto, una terra i cui abitanti hanno spesso bisogno di qualcuno arrivato dal mare per rendersi conto di come valorizzare i propri tesori, a partire dal più prezioso: il capitale umano. 

Perché sorprendersi se qui coesistono notizie e fatti apparentemente inconciliabili? Da un lato Catania ultima nella classifica di vivibilità ambientale secondo Legambiente e Il Sole 24 Ore, dall’altro un’ampissima presenza di startup impegnate in ambito green

Perché sorprendersi, allora, se qui coesistono notizie e fatti apparentemente inconciliabili? Da un lato l’apertura, pochi giorni fa, di un nuovo incubatore d’impresa, Le Village by CA, fortemente voluto da una banca d’oltralpe, che dopo la Lombardia o il Veneto ha visto proprio qui il potenziale per trovare idee e innovazione; dall’altro un dato, sempre più allarmante, che vede il 24% dei giovani siciliani emigrare verso il Nord del Paese. Da un lato Catania ultima nella classifica di vivibilità ambientale secondo Legambiente e Il Sole 24 Ore, dall’altro un’ampissima presenza di startup impegnate in ambito green.

È il caso di quelle incubate dal programma di accelerazione con nuove opportunità di fundraising e inserimento nei mercati internazionali sostenuto a Catania da Crédit Agricole, Irritec e NTNET: da Alphaphood, che trasforma i grilli in farina proteica, offrendo un’alternativa sostenibile all’alimentazione tradizionale a Ohoskin, che produce un tessuto alternativo alla pelle animale, ricavato da arancia e cactus, dimostrando come sia possibile coniugare moda e sostenibilità, sono molte le aziende a innovare avendo a cuore la sostenibilità.

Innovare, a volte si traduce nella necessità di ridisegnare i confini, nel nostro caso facendo in modo che la Sicilia dialoghi col mondo, non per fare fuggire i nostri giovani all’estero ma per renderli più adatti al nostro presente

La scelta del colosso bancario francese di investire nel nostro territorio, a ben vedere, è il frutto di una percezione dell’isola che si concentra sulle realtà maggiormente virtuose: «Quasi tutte le aziende che ho incontrato in Sicilia – ha spiegato il CEO di Crédit Agricole Italia, Giampiero Maioli – sono avanti su temi come welfare, inclusione, sostenibilità. È una bella traiettoria che va semplicemente alimentata e incoraggiata». 

Farlo, tuttavia, significa anche riconcepire la centralità dell’isola attraverso una lente che guardi all’innovazione non come mero sviluppo tecnologico. Innovare, a volte si traduce nella necessità di ridisegnare i confini, nel nostro caso facendo in modo che la Sicilia dialoghi col mondo, non per fare fuggire i nostri giovani all’estero ma per renderli più adatti al nostro presente. Le sfide restano. Ma esempi come Le Village dimostrano che nuovi modi di affrontarle si profilano all’orizzonte. E se questo senso di coesione, questa disponibilità a fare rete, questo spirito di creatività sapranno trasmettersi ad altri ambiti del nostro vivere, chissà che presto le classifiche del benessere in Sicilia vedano l’isola in modo ben più lusinghiero.


UNO SGUARDO DENTRO “LE VILLAGE”

L'inaugurazione de "Le Village" by CA a Catania

Un polo dell’innovazione nel pieno centro cittadino con una superficie 800 mq articolata in due piani, uno dedicato agli eventi – denominato “Piazza” – ed un altro al coworking. Il progetto, frutto di una strategia di sviluppo condivisa con le principali istituzioni locali, a pochi mesi dall’avvio conta 21 startup insediate e 13 aziende partner. Quinto Village italiano di Crédit Agricole dopo quelli di Milano, Parma, Padova e Sondrio e 45esimo del network internazionale sviluppato dall’istituto in Francia e in Europa, Le Village by CA Sicilia ha l’obiettivo di valorizzare i settori strategici del territorio, declinati in 4 verticali: Turismo, Mobilità sostenibile, Agritech e Agrifood ed Energia Pulita.

Il nuovo Village, primo del Sud Italia, è anche l’unico che vede la partecipazione nella compagine societaria diprimari esponenti dell’imprenditoria locale. Insieme al Gruppo Crédit Agricole Italia e Amundi, ci sono infattiIrritec Spa, leader mondiale nei sistemi d’irrigazione sostenibile, e NTET, leader in Italia e in Europa nellaprogettazione, produzione e commercializzazione di prodotti/sistemi innovativi per telecomunicazioni.  

Le startup – che devono essere costituite da meno di cinque anni, avere un fatturato superiore ai 25 mila euro ed avere almeno un prodotto “maturo” sul mercato – vengono inserite in un programma di accelerazione del business, supportate nelle azioni di fundraising, favorite nell’accesso ai mercati internazionali, ospitate in appositi spazi con la possibilità di avvalersi delle competenze di mentor e percorsi di formazione ad hoc. Per quanto riguarda le aziende corporate partner, Le Village mette a disposizione la possibilità di attuare la propria trasformazione digitale collaborando con le startup residenti per sperimentare modalità di lavoro nuove da integrare nel proprio modello di business attraverso l’open innovation, un processo che porta ricerca e sperimentazione fuori dai confini dell’impresa e favorisce un più rapido time to market, ovvero un tempo minore per passare dalla fase di ideazione del prodotto o servizio alla sua immissione sul mercato.

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Direttore responsabile del Sicilian Post. Giornalista, laureato in comunicazione. Collabora con le pagine di cultura e spettacolo del quotidiano "La Stampa". Ha pubblicato su svariate testate nazionali e regionali, tra le quali "La Repubblica" e "La Sicilia". Dal 2018 è promotore del workshop internazionale "Il giornalismo che verrà". Attivo sul piano dell'innovazione è tra gli ideatori di "ARIA", tool per infografiche finanziato da Google DNI. Il suo ultimo libro è "L'unica donna nel CDA" (Guerini Next, 2023).

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