Sicilian Playlist #195: Il “Senso della Misura” in “Tienimi terra” di Mario Incudine (con Biagio Antonacci)
Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.
Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it
“Tienimi terra” Mario Incudine feat. Biagio Antonacci
“Il senso della misura” è la nuova produzione musicale di Mario Incudine che contemporaneamente dà il via al nuovo live tour del poliedrico artista siciliano. È il sesto album musicale da solista di Mario Incudine. Esce a distanza di dodici anni da “Italia talìa” (Universal music) secondo posto alla targa Tenco 2013 e vincitore del premio Loano 2013.
«C’è un’età di mezzo che è l’età della misura», spiega il poliedrico artista ennese. «Fluttua, ancora febbrile, tra l’eccitazione della giovinezza e la saggezza della maturità. Sta lì, in cerca d’una stabilità eternamente ricercata e sempre respinta. E gioca, inesausta, tra il bisogno di amare e il desiderio di essere amati. È l’età della consapevolezza, l’età in cui i pezzi della scacchiera si rimettono al posto ridisegnando un nuovo scenario di gioco, diverso, forse più complicato o forse semplicemente più bello».
Sull’onda di questa nuova età, nasce il nuovo lavoro discografico di Mario Incudine; progetto rivoluzionario e allo stesso tempo antico, nell’accezione più bella e più intensa del termine. Con un registro linguistico nuovo che mai tradisce la propria origine, Incudine guarda alla Sicilia parlando italiano. Una speciale partecipazione è quella di Biagio Antonacci, autore del brano “Tienimi Terra”, primo singolo dell’album. La produzione artistica è di Antonio Vasta.
“YO!” Musumeci & Phunkadelica
Musumeci è un DJ e produttore siciliano, direttore di due label e founder di un negozio di musica digitale a Bologna, Innerdigital. Dagli anni Ottanta a oggi si è fatto notare per la sua abilità di fondere generi diversi creando esperienze sonore emotivamente ricche diventando un’icona dell’elettronica. La sua passione per l’innovazione lo ha reso un punto di riferimento a livello internazionale. Phunkadelica, progetto sonoro made a Catania, offre una fusione di ritmi e texture che invitano a un’esplorazione sonora interdimensionale. Una frizzante e polimorfa iniezione di onde e dimensioni, pensate per incrementare i tuoi poteri cosmici, grazie a un mix di beat ucronici, battiti speziati, fill tecnologici, arpeggi iperbolici, fumose nebbie ultracosmiche e acidificazione sinusoidale sintetica.
“God Don’t Leave Me Alone”, Giolì & Assia
Le due reginette siciliane dell’elettronica e della dance presentano un nuovo singolo per queste notti torride sulle piste da ballo. Atmosfera ipnotica e cupa. Il brano è tratto dall’EP “Resurrection (Act I)”
“Possessiva”, Skinny
È il nuovo singolo del rapper catanese. Tarantella e Gucci, periferia e sirene.
“Innamorarsi perdutamente non è mai un affare” Colapesce Dimartino
È l’anti-tormentone dell’estate. La canzone è un brano dalle atmosfere acustiche ed estive che si “appiccica” nella testa dell’ascoltatore. Scritto da Lorenzo e Antonio, la canzone racconta l’estate dei ritorni a casa, dopo che hai fatto tardi al mare e non ti sei neanche cambiato il costume, quella degli amori che nascono e finiscono dal tramonto all’alba. Colapesce Dimartino cantano di “belle minchiate e canzoni già usate” con una leggerezza e naturalezza che disarma e ti abbraccia.
”U Mari”, Anna Castiglia
Un tormentone estivo “alternativo” anche per la cantautrice catanese. “U mari” racconta una condizione di solitudine e nostalgia con la metafora del letto che sembra una barca sola in mezzo al mare, il tutto contrastato da ritmi latin e disco. è un assaggio di quello che sarà il disco atteso per il prossimo autunno.
”Degrado”, Mario Venuti
Il brano descrive con toni sarcastici, come le ragioni economiche ma anche uno sfaldamento di certi presìdi istituzionali hanno portato molte città, soprattutto ma non solo al sud, ad un grave livello di incuria e abbandono. «Ragioni economiche a cui è seguito lo sfaldamento di certi presìdi istituzionali aggiunto ad un lassismo morale generale, hanno portato molte nostre città, soprattutto al Sud, ad un livello di incuria e abbandono mai visto», racconta Mario Venuti. «La situazione ha raggiunto vette tragiche che ovviamente possono sfociare nel comico. La canzone, con sarcasmo, prova a dipingere alcuni quadretti di degrado quotidiano. Con la conclusione che il legame affettivo che abbiamo coi nostri luoghi ci fa comunque rimanere».