Sicilian Playlist #222: Levante mette in musica il teatro dell’anima nel nuovo film di Paolo Genovese
L’artista ritorna alla musica per il grande schermo con “FolleMente”, brano scelto come colonna sonora dell’omonima pellicola del regista romano, nelle sale in questi giorni. Dall’incontro dell’eclettico Libero Reina con la tradizione turca di Mete Akasha, maestro del Santoor persiano, nasce “Hesap Kitap”: «Lo seguivo da 10 anni, e quando mi ha scritto per collaborare non potevo crederci», racconta l’artista siciliano. La selezione prosegue con “L’invenzioni”, terzo singolo estratto dall’ultimo album dei Vorianova, e con il blues tuareg del musicista franco-italiano Sandro Joyeux e la sua “Funambole”. In tracklist anche “Bastarsi e non bastare”, canzone del cantautore palermitano Stefano Virga, e “Martuzza mia”, brano in cui Alessandro D’Andrea Calandra immagina l’addio tra Marta Abba e Luigi Pirandello. Chiudiamo con il pianoforte di Diego Spitaleri e la sua “Cenere”
Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.
Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it
“FolleMente” Levante
Levante, artista poliedrica capace di spaziare con la stessa creatività tra musica, scrittura e arti visive, dopo qualche mese dalla pubblicazione del suo libro di poesie “Opera quotidiana”, torna a prestare la sua musica al mondo del cinema. Suo è infatti, il brano “FolleMente”, scelto per la colonna sonora dell’omonimo film di Paolo Genovese. Un ritorno al cinema per la musica della cantautrice siciliana, dopo aver scritto l’intera colonna sonora del film di Pilar Fogliati, “Romantiche”, uscito nel 2023.
“Hesap Kitap” Libero Reina & Mete Akasha
C’è una parola turca che ha dato il via a tutto: “Hesap Kitap”, il libro dei conti. Ma in questo brano, non è solo un calcolo di numeri. È il libro dei conti con cui i sentimenti fanno i conti, il bilancio emotivo del cuore. Dietro questa potente espressione si nasconde una storia di connessioni musicali profonde. Libero Reina, artista siciliano che fonde elettronica e strumenti tradizionali del Mediterraneo e del Vicino Oriente, ha composto “Hesap Kitap” dopo un’illuminazione ricevuta da Mete Akasha, uno dei più raffinati suonatori di Santoor in Turchia.
La collaborazione con Mete Akasha è stata per Libero un vero e proprio cerchio che si chiude. «Lo seguivo da 10 anni, e quando mi ha scritto per collaborare non potevo crederci. Lui suona con i Light in Babylon, una band di Istanbul che è stata la mia più grande ispirazione quando ho iniziato a esplorare la musica orientale», racconta Reina.
A unirli non è solo il Santoor Persiano, strumento ancestrale dal suono ipnotico, ma anche una visione musicale comune. Mete ha persino personalizzato il proprio Santoor, rendendolo uno strumento unico, plasmato sul suo sound. Dalla Sicilia a Istanbul: una produzione senza confini.
“L’invenzioni” Vorianova
La band siciliana esce col terzo singolo estratto dall’album “Tempi scueti”. Un brano che parla della tecnologia, delle invenzioni, del progresso, cercando di capire fin dove possa spingersi e quanto bene possa realmente fare, laddove sarebbe auspicabile, forse, un recupero della dimensione più umana. Un brano dalle tessiture elettroniche, dove innovazione, creatività e sperimentazione si muovono in un orizzonte ibrido che mescola elementi della musica alternative, hip-hop, elettronica e rock con i suoni graffianti di un quartetto d’archi. Uno stile sperimentale e senza confini, quello dei Vorianova, in questo nuovo lavoro frutto della collaborazione con il music producer Leonardo Bruno.
L’invenzioni parla del desiderio della conoscenza, che da sempre ha spinto l’uomo oltre i suoi limiti: le invenzioni nel campo della tecnologia, della scienza, della medicina, hanno mutato profondamente la vita quotidiana di ogni uomo. «Sono tempi di uomini e macchine. “L’omu inventa e sonna mentri ccà si nasci ancora” (l’uomo inventa e sogna mentre qui si nasce ancora), è un grido di denuncia verso il bisogno disperato di conservare la dimensione umana in un mondo dove la tecnologia prende sempre di più il sopravvento», dicono i Vorianova. «Un grido per chiedere di fermare l’evoluzione a servizio degli armamenti nucleari e delle guerre, per fermare l’evoluzione di una intelligenza artificiale che privi della propria identità e della libertà di espressione».
“Funambole” Sandro Joyeux
Il musicista franco-italiano, palermitano di adozione, Sandro Joyeux (Alexandre Joyeux Paganini, il nome per intero) pubblica l’EP “Jumua” nel quale fonde suoni distorti ed elettronici con le radici folk della sua musica in pieno stile World Beat.
“Funambule” mescola blues tuareg e sonorità berbere per raccontare il viaggio coraggioso e disperato di un funambolo che ritorna in Europa alla ricerca del proprio destino. Con una voce corrosiva e un ritmo che diventa passo dopo passo più feroce, il brano è un inno alla perseveranza, dedicato a coloro a cui non è rimasto nulla, se non la tenacia per continuare a camminare.
“Bastarsi e non bastare” Stefano Virga
“Bastarsi e non bastare” è l’ultimo singolo del cantautore palermitano. «È l’amore che non basta mai; a volte manca ciò che serve per alimentare il rapporto, ma alla fine si riesce a riprenderlo e salvarlo», spiega l’artista a proposito del brano.
Il videoclip di “Bastarsi e non bastare”, diretto da Marco Lui, è stato girato tra Milano e il Teatro di Garlasco e racconta una storia d’amore segnata da litigi e dalla complessità della vita di due persone, che alla fine, uscendo dal teatro, si ritrovano in armonia e riappacificati.
“Martuzza mia” Alessandro D’Andrea Calandra
Dal sogno di un amore assoluto al dolore lancinante per la partenza americana della giovane attrice eletta a sua musa ispiratrice. In un’inestricabile compenetrazione fra arte e vita, il cantautore agrigentino Alessandro D’Andrea Calandra mette in musica e parole l’addio, struggente e malinconico, tra Marta Abba e Luigi Pirandello. Ne viene fuori “Martuzza mia”, brano che celebra la disperata umanità del drammaturgo siciliano nell’anno in cui Agrigento è designata Capitale italiana della Cultura 2025.
“Cenere” Diego Spitaleri
È un brano scritto dal pianista siciliano insieme a Marco Betta e Fabio Lannino per l’omonimo lavoro teatrale a firma di Gery Palazzotto che è stato rappresentato al Teatro Massimo nel maggio del 2022. In questa versione utilizza un pianoforte verticale “felted” il cui suono è stato filtrato con un effetto di “reverse” (cioè il suono riprodotto al contrario) per evocare un’atmosfera di delicatezza e transitorietà; l’effetto “reverse” si intreccia con il suono reale, aggiungendo un senso di movimento instabile, come la cenere dispersa dal vento che fluttua nell’aria e ritorna alla terra. Il brano invita l’ascoltatore a contemplare la natura effimera delle cose e si dissolve in frammenti sempre più rarefatti, fino a concludersi con un’ultima nota “reverse” che svanisce nel silenzio.