Sicilian Playlist #224: le proposte in gara per le audizioni di Musicultura 2025
La tracklist ospita in apertura i tre artisti che, dal 6 al 15 marzo, si esibiranno al Teatro Lauro Rossi di Macerata per le audizioni live della XXXVI edizione del festival. Partiamo con il duo indie/trip-hop palermitano Not a Sad Story e il loro brano “Vita mia”. A seguire c’è il venticinquenne messinese raccontoRiccardo, di cui vi proponiamo “Grazie 3000”, traccia estratta dal suo primo EP. Herself, alias del polistrumentista siracusano Gioele Valenti, porterà a Macerata il suo nuovo progetto Giuda Mio Fratello. In selezione troverete anche i nuovi singoli di Sasà V. (“Pessima idea”), di La Ragione Giusta (“Sofì/resta”) e di Ennio Salomone (“Kunda Kira”). In chiusura, il nuovo lavoro del giovane cantautore palermitano Nyno, intitolato “Io volevo”
Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.
Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it
“Vita mia” Not a Sad Story
Cominciano la playlist di questa settimana con i tre artisti siciliani selezionati per le audizioni di Musicultura 2025. Not a Sad Story è un duo indie/trip-hop composto da Daniele Stagno e Filippo Cimino. Vivono a Palermo, sognano Manchester, Berlino, Dalla e i Massive Attack e nelle loro canzoni parlano di provincia, verità e passione. Tra il 2021 e il 2022 sono i singoli “Waterloo”, “Rimane l’odore” e “Vita mia” a mettere in luce la band. Calcano palchi prestigiosi come il closing gala del Mercurio Festival o del Palermo Festival, e fanno d’apertura dei concerti di Paolo Benvegnù, IBISCO e BLUEM. Per loro la musica serve a esplodere, a ritrovare la voce, «a scavare nella propria solitudine. E poi a incontrare quella degli altri, per non sentirsi più solo una storia triste».
“Grazie 3000” raccontoRiccardo
Il secondo selezionato è raccontoRiccardo, venticinquenne, nato, cresciuto e tornato a Messina, dopo una parentesi milanese che lo stava allontanando da sé stesso e dalla musica. Tra il 2021 e il 2022 distribuisce “Ci Tengo”, il primo EP, mentre prosegue gli studi in Fisica nucleare. Il suo primo album, a cui ha lavorato negli ultimi mesi, è pronto alla pubblicazione. Scrive musica per ricostruire, mettere ordine, condividere quello che è stato o non è stato ma che avrebbe potuto essere e si definisce «un agglomerato informe ed elastico di interesse e curiosità», dice. «Ascolto tantissima musica italiana, cantautorato e nuova corrente indie: Franco 126, mi piace soprattutto per come scrive, gli Psicologi, Eugenio In Via Di Gioia, Fast Animals and Slow Kids, ed ovviamente Dalla e De Andrè. Influenze estere, soprattutto per quanto riguarda le sonorità, sono indie-pop come Ed Sheeran e l’americana Gracie Abrams. Il mio punto di riferimento principale, al momento, sono i Pinguini Tattici Nucleari, sia come scrittura, che come ricerca musicale, proprio perché ho un’anima pop».
“My Pills” Herself
Il terzo siciliano rimasto in gara a Musicultura è il multistrumentista siracusano Gioele Valenti, classe 1973, che si presenta con il nuovo progetto Giuda Mio Fratello. Valenti è una presenza fissa nella musica psichedelica, post-punk, shoegaze, rock. Con i suoi diversi progetti, Herself e Juju (senza dimenticare i the Lay Llamas nei quali collabora con Nicola Giunta) si è sempre mosso fra le pieghe di un suono che riesce ad essere universale, partendo dalla Sicilia in direzione Asia, Africa, Regno Unito ed America. «Vengo dal rock, dal punk dalla new wave, dall’hardcore… Misfits, Bauahaus, Joy Division, Billy Idol, Waterboys, Telescopes, Michael Gira, Jim O’ Rourke…», si racconta. «Di base sto in Sicilia, spostandomi periodicamente in relazione anche alle etichette». Questo nuovo progetto include la pianista Ornella Cerniglia, il batterista Andrea Chentrens e Laura Caviglia. Per Valenti si tratta del primo progetto in italiano.
“Pessima idea” Sasà V
Il nuovo singolo di Sasà V affronta il tema universale del conflitto interiore che nasce quando ci si trova di fronte alla possibilità di ripetere scelte del passato, sapendo che potrebbero rivelarsi nuovamente dannose catturando quel momento di stasi emotiva in cui il tempo sembra fermarsi mentre si è combattuti tra razionalità e sentimento. Spiega l’artista nisseno a proposito del brano: «“Pessima Idea” è un brano che esplora la delicata linea di confine tra passato e presente, dove i ricordi si intrecciano con la paura del futuro. Il testo tocca una corda universale: quel momento in cui ci troviamo sospesi tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere, combattuti tra il desiderio di ricominciare e la consapevolezza dei rischi emotivi che questo comporta. Inutile negare che non sia mai capitato ad ognuno di noi. Per me è uno specchio delle nostre battaglie interiori e della vulnerabilità umana, dove spesso siamo noi stessi i giudici più severi delle nostre scelte e ciò spesso potrebbe significare rinunciare a nuove possibilità. Ciò che sembra una ‘pessima idea’ può essere proprio il catalizzatore del cambiamento di cui abbiamo bisogno, ma non puoi scoprirlo senza accettare la possibilità di “cadere nel vuoto”».
Il videoclip, diretto da Adriano Giotti, è girato all’alba per le strade del centro storico di Bologna. La pioggia, comparsa in modo fortuito durante le riprese, dà alle immagini una patina malinconica perfettamente in sintonia con le atmosfere del brano. La scelta dell’alba, quel momento liminale tra notte e giorno, diventa una metafora visiva del conflitto interiore narrato nella canzone, mentre la città, nel suo lento risveglio, diventa silenziosa e si fa testimone di questo viaggio emotivo.
“Sofì/resta” La Ragione Giusta
Il talentuoso cantautore siciliano La Ragione Giusta torna con una ballata indie che parla di Sofì, una ragazza che si è fatta travolgere dalle storture del mondo che la circondano e che fatica a vivere. Problemi molto comuni soprattutto tra i giovani di oggi, che si ritrovano stracolmi di sconforto per l’incapacità di guardare al futuro con fiducia. In fondo, Sofì è solo un pretesto per parlare ad un’intera generazione e La Ragione Giusta quando invita a «restare» lo fa estendendo l’invito non solo ad una sterile resistenza da impiegare nella quotidianità, ma tramite le sue note tende la mano verso chi vuole danzare sotto la tempesta della vita.
«È una canzone che racconta la storia di una ragazza che ha attraversato esperienze dolorose, perdendo la speranza e vivendo momenti di smarrimento. Il brano esplora la sua lotta interiore, il contrasto tra la sua vulnerabilità e un mondo che fatica a capirla. Parla della difficoltà di restare, di affrontare le paure e di cercare equilibrio, mentre lentamente inizia a ritrovare speranza. “SOFÌ/resta” è una canzone che crea uno spazio di riflessione per chiunque possa riconoscersi» ha dichiarato il giovane artista siciliano.
“Kunda Kira” Ennio Salomone
Il cantautore siciliano Ennio Salomone torna con un brano ricco di tenerezza a metà tra la canzone d’autore e la ninna nanna, dalle atmosfere soffuse, quasi subacquee, in cui la voce accarezza la melodia. In alcune lingue africane come lo swahili e il bantu, Kunda Kira significa “conquistare” o “invocare”. In realtà, per Ennio Salomone “Kunda Kira” vuole essere una filastrocca, un suono, un’immagine.
Un inno alla fantasia e una maniera di giocare alla fune con i propri pensieri, per ricordarci che la musica rappresenta sì idee, ispirazioni, dolori e gioie, ma può essere anche un gioco, una scusa per volare leggeri, lontani da tutto e da tutti, persino da noi stessi.
“Io volevo” Nyno
Il brano sancisce un nuovo capitolo per il giovane artista palermitano, all’anagrafe Antonio Costa: è infatti il primo tassello di un percorso che guarda al mondo del cantautorato pur mantenendo le sue radici. Al centro di tutto c’è il concetto della perdita e dell’assenza: in un mondo in cui si è costantemente circondati da persone, sembra ancora più facile sentirsi soli quando si sente la mancanza di chi è davvero importante. Per questo brano Nyno sceglie una produzione minimalista che mette in risalto la sua grande maturazione e crescita nella scrittura. Nyno dichiara: «”Io volevo” è un brano scritto di getto, molto spontaneo, che racconta momenti di debolezza. È proprio lì che poi ritrovo le persone che mi vogliono bene, perché spesso basta soltanto un abbraccio per sentirci di nuovo al sicuro, e per non pensare di essere soli contro il mondo».