Sicilian Playlist #232: l’omaggio di Carmen Consoli a Rosa Balistreri
Si intitola “L’amuri ca v’haju” il brano tratto dalla colonna sonora del film “L’amore che ho”, diretto da Paolo Licata e dedicato alla vita della cantautrice siciliana con il quale iniziamo la selezione. Quest’ultima prosegue con la Sicily Folk Orchestra e Michela Musolino (“Lina Lina”), i Gigantik (“Starlight”), i La Classe Dirigente (“Conosci te stesso”), gli Amish The Reunion 2023 (“Ma quanto avrei voluto suonare il pianoforte”), Sissy Castrogiovanni (“Blu”), L’Elfo (“Nino”) e SAX (“Sono ciò che suono”). Chiudiamo con Cristiano Malgioglio e il suo nuovo brano “Alé, Alé”
Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.
Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it
“L’amuri ca v’haju” Carmen Consoli
Carmen Consoli torna con un nuovo brano dal forte impatto sociale e poetico: “L’amuri ca v’haju”, la canzone tratta dalla colonna sonora del film “L’amore che ho”, diretto da Paolo Licata e dedicato alla vita della cantautrice siciliana Rosa Balistreri. Carmen Consoli rende così omaggio a una figura chiave della musica popolare italiana, raccontando con la sua voce intensa e la scrittura evocativa la storia di una donna che ha fatto della propria voce un atto di resistenza.
«Quella di Rosa è stata una voce possente e fiera, un percorso di rivalsa che attraverso la cultura e la tenacia ha fatto di lei una vincitrice e mai una vinta» scrive l’artista sui social. «Ora attraverso “L’amuri ca v’haju” posso restituirle un po’ della bellezza e della forza che lei ha donato a tutti noi. E condividerla con voi».
“Lina Lina” Sicily Folk Orchestra, Michela Musolino, i Beddi
La Sicily Folk Orchestra è una realtà musicale di grande rilievo, che si distingue per l’ambiziosa missione di riscoprire, preservare e promuovere le tradizioni musicali siciliane, rivisitandole in chiave moderna. Questo collettivo non si limita a riproporre i brani tradizionali, ma li rielabora con cura, trasformandoli in espressioni musicali attuali e accessibili, capaci di coinvolgere il pubblico contemporaneo. Attraverso un meticoloso lavoro di ricerca, l’orchestra valorizza il vasto patrimonio della musica popolare siciliana, fondendo armoniosamente tradizione e innovazione in un’unica esperienza sonora.
Il cuore pulsante della Sicily Folk Orchestra è rappresentato dalla formazione consolidata de I Beddi, un’affermata band siciliana, arricchita dalla straordinaria voce di Michela Musolino.
“Starlight” Gigantik
È il singolo che ha anticipato l’album di debutto della band catanese “Don’t Care”, uscito lo scorso 4 aprile con la produzione artistica di Luigi Scuderi, per l’etichetta Doremillaro records. I Gigantik – Emilio Cosentino voce e chitarra, Giancarlo Salafia chitarra, Agata Trovato basso e Antonio Spampinato batteria – riproducono suoni ruvidi e psichedelici con accenni di atmosfere wave. Nel 2016, con la supervisione di Marcello Caudullo e Sebastiano D’Amico, registrano allo Zen Arcade di Cesare Basile l’ep con 4 brani “Can’t Wait”.
“Conosci te stesso” La Classe Dirigente
“Termini per una resa” è il titolo del primo album della rock band siciliana La Classe Dirigente. La band cambia pelle e nome riaffaciandosi nell’agone rock italiano con un album godibile, ben suonato e interessante. Rock italianissimo, quello del gruppo, con testi in italiano perfettamente compenetrati in un tessuto musicale denso di energia che per altri versi asseconda le inclinazioni della band per la melodia e per le storie che raccontano la complessità dell’oggi e dei rapporti interpersonali. Rock autoctono, si diceva, imparentato, per la profondità dei suoi contenuti, anche con certa musica d’autore.
“Ma quanto avrei voluto suonare il pianoforte” Amish The Reunion 2023
Dopo il successo del precedente brano “Un raggio di sole”, ancora presente nella top ten della musica indipendente italiana tra gli artisti emergenti, la band catanese torna con un nuovo singolo dal titolo evocativo: “Ma quanto avrei voluto suonare il pianoforte”.
Scritto e interpretato da Salvo Longo, voce storica del gruppo, il brano è una ballata intensa e poetica che racconta il desiderio inespresso, l’amore che resta sospeso, e la forza delle emozioni non dette. Con una delicatezza struggente, il testo si muove tra immagini di musica mancata e silenzi colmi di significato, evocando la metafora del pianoforte come simbolo di tutto ciò che avremmo voluto dire o fare.
Versi come “ti suonerei i segreti nascosti nel cuore” e “coprire con le note le amarezze della vita” rivelano un’anima fragile e sognatrice, mentre la melodia accompagna con grazia e malinconia ogni parola, rendendo il brano un’esperienza emotiva profonda e universale.
Un arrangiamento raffinato e un videoclip tra i paesaggi dell’Etna
La parte musicale è costruita con cura e maestria da Giovanni Giuffrida, che dal suo studio di Pordenone ha suonato pianoforte, tastiere e chitarre, oltre a curare come sempre tutti gli arrangiamenti della band. Giuffrida è anche autore della regia e del montaggio dei videoclip degli Amish: per questo nuovo singolo, alcune scene suggestive sono state girate in Sicilia, a Linguaglossa, con l’Etna sullo sfondo, in un connubio visivo tra paesaggio e poesia. Oltre a Longo e Giuffrida, ovviamente protagonisti del brano sono anche gli altri due Amish, Emanuele Bella con la sua batteria e le percussioni e Francesco Leonardi, nuova voce della band, che affianca Salvo Longo con eleganti armonie vocali.
“Blu” Sissy Castrogiovanni
Con questo pezzo, che racconta del coraggio di fare certe scelte, difficili, “folli” e contro ogni aspettativa, Sissy, dopo mezza vita vissuta in America (ha la doppia cittadinanza) e aver portato la Sicilia in America attraverso il suo jazz, vuole portare un po’ di America in Italia con una svolta artistica che fa spazio al rock e al blues, suo primo “amore” da quanto a 18 anni la chiamavano “la voce nera, la voce blues”.
Il brano nasce da una esperienza personale della cantante, volutamente non esplicita, perché la sua volontà è che ognuno possa rivedere la propria storia, la propria scelta “folle”: «Blu parla di quell’esatto momento – racconta l’artista – in cui poi ti guardi allo specchio e nel turbine di tutto questo cambiamento che hai attuato ti fermi un attimo e ti chiedi: “ma cosa sto facendo?” E mentre ti vengono in testa mille dubbi, incertezze, e tutta la convinzione che avevi comincia a vacillare, ti rendi conto di essere completamente fuori di testa e di avere ugualmente il coraggio e soprattutto l’incoscienza di farlo davvero. Quel momento in cui si lascia andare qualcosa, una persona, una situazione, una parte di sé, per lanciarsi nel proprio mondo Blu e ricominciare da sé.»
Un cambiamento che è il naturale sfogo di un percorso artistico ad altissimi livelli: «Da bambina ho iniziato proprio con il blues, il soul e il rock, erano la colonna sonora di tutte le sfide della mia vita – prosegue -. Poi è entrato il jazz e a 20 anni sono andata in America per studiare ed esplorare questo genere e immergermi completamente nella cultura afroamericana. Adesso, alla soglia dei 40 anni, ho attraversato una fase molto delicata, con dei cambiamenti di vita molto forti. Ed esattamente come quando ero adolescente ho ripreso ad ascoltare molto rock e blues per avere la grinta extra di cui avevo bisogno in questa fase. E così facendo, è arrivata prepotentemente la voglia di scrivere questa musica, e soprattutto di cantarla forte insieme al mio pubblico. Da qui la scelta di scrivere questo nuovo progetto, Rock, Blues e prevalentemente in italiano, che non metterà da parte il mondo del jazz dal quale provengo. In questo nuovo progetto ci sarà tutta me stessa a 360 gradi, dalla Sicilia all’America, e dall’America all’Italia».
“Nino” L’Elfo
È i singolo che apre il nuovo album “Sangue Siciliano” in uscita il 21 maggio, e fin da subito stabilisce il tono crudo e senza compromessi dell’intero progetto di Rosario Luca Trischitta, in arte L’Elfo. Con un ritmo pulsante e un testo incisivo, la traccia esplora la realtà di Catania, città natale dell’artista, mettendo in luce le contraddizioni sociali e le difficoltà quotidiane di chi vive in un contesto segnato dalla criminalità e dalla lotta per la sopravvivenza.
“Sono ciò che suono” SAX
“Lacrime Adamantio” è il titolo del nuovo album del cantante non vedente Samuele Impellizzeri, in arte SAX. È un viaggio musicale che attraversa il buio della malattia che ha reso cieco Samuele. Un sound originale e ricercato, dove ogni strumento musicale crea l’ambiente perfetto su cui vibra la visione dell’artista. Brani forti e testi irruenti si intrecciano con melodie dolci e liriche commoventi, richiamando un dualismo proprio dell’essere umano.
«“Lacrime Adamantio” è molto più di un album musicale, racconta la mia vita da quando la malattia mi ha reso cieco», racconta l’artista siciliano. «Ho raccolto le mie macerie, cercando goffamente di ricomporre un uomo che non sarà mai più lo stesso. Nonostante il dolore, l’angoscia, la sofferenza più distruttiva, in quel posto desolato della mia anima ho visto qualcosa di bello, qualcosa di unico che attendeva solo di essere descritto. Nella rabbia di ciò che ho perso, nel gelo delle mie notti insonni, nel rogo dei miei sentimenti ho trovato un germoglio di luce che merita di essere esposto. “Lacrime Adamantio” mi ha dato una voce, mi ha concesso di planare sulla vita, mi ha donato occhi nuovi che vedono oltre la cecità, mostrandomi che non esiste “malattia” che possa distruggere i sogni».
“Alé, Alé” Cristiano Malgioglio
Leggera come la brezza di primavera che anticipa l’estate, torna la musica di Cristiano Malgioglio. Il cantautore promette tanta allegria e ritmo con la sua “Alè, Alè”, un inno alla vita che lo vede collaborare con il gruppo cubano Gente de Zona.
«Sono molto felice», racconta Malgioglio. «A volte i miei amici mi dicono che non c’è estate senza Cristiano Malgioglio, e forse è vero, perché porto un momento di spensieratezza. Ma non parliamo di “tormentone”. Ho avuto la fortuna di fare tormentoni, come “Mi sono innamorato di tuo marito”, “Dolceamaro”, “Fernando”, ma io sono uno a cui piace soprattutto parlare d’amore. In estate voglio far gioire la gente, voglio farla ballare».