Sicilian Playlist #243: Fabrizio Mocata e Omara Portuondo e il tango che parla all’anima
In apertura, il pianista e compositore siciliano incontra la voce della cantante cubana per un evocatico riadattamento di “Volver” di Carlos Gardel. La selezione prosegue con “Vagabundo”, brano firmato da Alosi; con “Il tuo profumo” di Gero Riggio; e con “Siminzina” dei Tetranacria. In chisura troverete “Cori Estintu”, brano frutto dell’incontro tra Maurizio Curcio, Valentina Migliore e Roberta Scacciaferro, e “Quatteri”, brano urban di Elle Bay
Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.
Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it
“Volver” Fabrizio Mocata e Omara Portuondo
Le dolci note del pianista e compositore siciliano Fabrizio Mocata, talento della scena internazionale del tango nominato ai Latin Grammy Award 2024, e la mirabile e intensa voce di Omara Portuondo insieme per il riadattamento del brano Volver di Carlos Gardel, a 90 anni dalla morte dell’artista. Pubblicato da Acqua Records (etichetta discografica di Buenos Aires), il brano di Fabrizio Mocata con Omara Portuondo unisce l’eleganza delle armonie jazz con l’emotività del bolero e la forza evocativa del tango.
Volver fa parte di una collaborazione artistica più ampia tra i due mondi: la poesia latino-americana e la sensibilità musicale europea. I due artisti dimostrano che la musica è un linguaggio senza confini e questo riadattamento è simbolo di quanto una grande interpretazione possa toccare l’anima. «La canzone parla di quel sentimento che abbiamo dentro tutti noi migranti: il sentimento del Tango», commenta Fabrizio Mocata. «Poterlo riscoprire in una terra lontana come Cuba e con una interprete eccezionale come Omara Portuondo è una vera sintesi di un esistere atemporale. Un omaggio unico e intenso alla memoria di Gardel».
“Vagabundo” Alosi
Un brano che mescola sangue e sabbia in un’esplosione dal sound di frontiera, lotta e desiderio: con Vagabundo (La Tempesta Dischi), Alosi continua il suo viaggio sonoro, dopo il singolo Dal Tramonto all’Alba (Uomini in Nero), uscito a giugno. Vagabundo è una canzone che canta e balla il sentimento del vagabondo: musica, sangue e libertà. «Questo brano è una dichiarazione d’identità e di movimento», spiega l’autore. «Una fuga, una danza, un bolero ipnotico che unisce Palermo, L’Avana e Tijuana, evocando mondi distanti ma emotivamente vicinissimi. In effetti il viaggio non è altro che la chiave dell’essere umano».
Il pezzo è scritto e interpretato da Alosi, che firma anche la produzione insieme a Paolo Baldini, una delle figure chiave della scena dub italiana (Africa Unite, Mellow Mood, Almamegretta). La ricerca sonora prende una forma eclettica e autentica: tra gli ospiti Rodrigo Fuentealba Palavicino alla chitarra elettrica (The Fuzztones, Fifty Foot Combo, Golden Hours) e musicisti dell’area sudamericana come Andres Jubim e Ronald Hernandez, che insieme a Baldini hanno dato vita a una dimensione musicale genuinamente contaminata, dove ogni dettaglio latino è trattato con rispetto e visione.
“Il tuo profumo” Gero Riggio
Scritto da Gero Riggio e prodotto da Leo Curiale, il brano – una piacevole e accattivante ventata di leggerezza – arriva a distanza di due anni dal terzo album “Etere” e traccia un nuovo percorso di scrittura per l’artista di Mussomeli. Il videoclip de “Il Tuo Profumo” racconta il tema dell’amore non corrisposto. Ambientato interamente dentro un’automobile, il video gioca con il contrasto tra presenza e assenza, desiderio e indifferenza. Nel susseguirsi delle strofe, il protagonista canta rivolto alla ragazza seduta accanto a lui, che però sembra ignorarlo completamente, come se non esistesse. Nei ritornelli, la scena si trasforma: la ragazza sorride, si lascia andare, ma non con lui – bensì con un uomo misterioso che indossa una maschera da pesce lesso, simbolo grottesco e spiazzante dell’amore che sceglie irrazionalmente, incurante di chi lo merita davvero.
“Siminzina” Tetranacria
Riscoprire e dare nuova luce alla ricca eredità culturale siciliana. È questa la missione di Tetranacria, un nuovo e affascinante progetto musicale che fonde la purezza dei testi della tradizione popolare dell’isola con le raffinate contaminazioni della musica classica, del jazz e del pop. L’ensemble, composto da voce, pianoforte, violino e violoncello, si propone di raccontare un’identità siciliana autentica e profonda, rendendola accessibile a un pubblico contemporaneo e internazionale.
Il progetto nasce da un’idea della cantante siciliana Agnese Buscema, artista dalla solida formazione accademica e con importanti esperienze nel mondo del musical, del pop e della didattica vocale. La direzione musicale e gli arrangiamenti originali sono curati dal pianista Alessandro Miglietta, musicista di estrazione jazz formatosi al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e perfezionatosi al prestigioso “Conservatori Liceu” di Barcellona. A completare l’organico, due talentuose musiciste classiche: Gemma Guerrieri al violino e Gaia De Vittoris al violoncello. Il risultato è un quadro sonoro essenziale ma ricco di sfumature, dove la melodia evocativa del violino e la profondità del violoncello si intrecciano con le armonie complesse del pianoforte e la voce potente ed espressiva di Agnese. I brani di Tetranacria, come le versioni di “Cu ti lu dissi” o “Siminzina” dimostrano una capacità unica di rispettare la radice popolare dei testi, elevandoli attraverso una scrittura musicale colta e moderna. «La nostra musica è un omaggio alla Sicilia, alla purezza e alla profondità dei suoi temi popolari», dichiara il gruppo. «Abbiamo scelto di lavorare su testi tradizionali, spesso tramandati oralmente, creando per loro una veste musicale completamente nuova. Nelle composizioni di Alessandro confluiscono i percorsi di tutti noi: elementi di jazz, folk, pop e classica si fondono per creare un’esperienza d’ascolto variegata ed emozionante».
“Cori Estintu” Maurizio Curcio, Valentina Migliore e Roberta Scacciaferro
Il singolo anticipa “Celia”, il nuovo progetto musicale di Maurizio Curcio, Valentina Migliore e Roberta Scacciaferro, basato sulle ottave di Antonio Veneziano (1543-1593), poeta tra le voci più originali e vivaci della letteratura siciliana del Cinquecento. L’album completo uscirà il 14 agosto 2025, con un concerto-presentazione in Prima nazionale, che andrà in scena alle 21,30 nella magica cornice del Tempio di Segesta (Tp) nell’ambito del “Segesta Teatro Festival”.
Il progetto nasce da un lungo percorso di ricerca e di scrittura musicale condotto da Maurizio Curcio sui testi poetici di Veneziano. Attraverso una musica che intreccia strumenti acustici e moderne tecnologie musicali, con timbri a volte ricchi e articolati, altre volte scarni e minimali. “Celia” restituisce nuova vita a una lingua e a un patrimonio poetico cinquecentesco, che conserva intatta una straordinaria attualità. Le voci di Valentina Migliore e Roberta Scacciaferro, tra le interpreti più interessanti della nuova scena musicale siciliana, danno corpo a questo percorso, con una narrazione sonora che attraversa registri e stili diversi, dalla melodia popolare alla scrittura più colta.
La forma musicale adottata si ispira al genere “canzone”, caratterizzata da uno stile essenziale e privo di artifici, in modo da valorizzare al massimo il testo poetico, adottando, al contempo, un linguaggio accessibile al grande pubblico. Dal punto di vista stilistico, “Celia” si colloca nell’ambito del genere “Alternative”, risultando una sintesi tra tradizione e innovazione.
“Quatteri” Elle Bay
“Quatteri” è il nuovo brano di Elle Bay, esponente della scena urban siciliana, che affonda le radici in un quartiere segnato dal caldo persistente e da una quotidianità ruvida. Il titolo richiama il linguaggio locale e introduce fin da subito un lessico familiare, legato a un territorio preciso, vissuto in prima persona.
Il testo si sviluppa per frammenti, attraverso immagini essenziali e dirette: scorci di strada, consuetudini silenziose, figure che riempiono lo sfondo senza mai uscirne del tutto. Elle Bay non forza il racconto: osserva, registra e riporta. Il quartiere non viene spiegato, ma lasciato emergere nella sua forma più cruda e immediata.




