Sicilian Playlist #60: drag queen, musica retrò ed esperimenti tecnologici
Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.
Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it
“(S)Mania” Karma B
Sono conosciuti come Karma B ma si chiamano Mauro Leonardi e Carmelo Pappalardo, il duo drag queen spesso ospite di “Propaganda Live” su La7. Catanese l’uno ed ennese l’altro, Carmelo e Mauro lavorano insieme dal 1995, prima in Sicilia e poi a Roma. Con i loro spettacoli hanno girato tutta Italia e varcato i confini nazionali. «La Sicilia era un mondo strano, molto aperta al mondo drag, nonostante all’epoca si chiamasse “trasformismo”, ci ha insegnato l’arte di esibirsi ed arrangiarci in ogni situazione», dicono. «Oggi grazie a Rupaul ed al movimento americano, le drag hanno dignità artistica al pari di altri professionisti dello spettacolo, e non sono più relegate al solo mondo dei club gay. Quello che vorremmo fare noi in Italia, e forse pian piano ci stiamo riuscendo».
“Bebe” Giolì & Assia
Il duo composto da Giorgia (in arte Giolì) e Assia, due ragazze siciliane che si sono affacciate sulle scene musicali nel 2016. È l’incontro artistico tra due personalità diverse con un bagaglio musicale e produttivo per certi versi opposto: la prima è un eccellente pianista, appassionata di Ludovico Einaudi e Debussy ed era la manager della seconda che è un’eclettica dj appassionata di chitarra ma anche singer dalla voce graffiante quasi dark-rock; il risultato è un compromesso elegante ed incisivo capace di produrre tracce uniche, remix imprevedibili e live magnetici. «“Bebe” è brano che ha sia caratteristiche da club, quindi BPM e drop dance, sia un testo melodico con cui relazionarsi già dal primo ascolto. Puoi ascoltarlo in macchina, ma al tempo stesso in discoteca o sotto al palco di un festival. Volevamo inoltre continuare il racconto già iniziato con “Habibi”, racchiudendo più culture all’interno di un solo brano. Ascolti “Bebe”, guardi il video e sei in Sicilia, in Spagna, nei Paesi arabi, accompagnato da suoni sia pop / latini che underground».
“Vita che verrà” Laura Lo Re
È il brano che dà il titolo all’album della crooner di Taormina. Versatile cantante e pianista che spazia tra la canzone d’autore italiana, il pop internazionale e il jazz con grande classe ed eleganza. Atmosfere vintage per un album godibile dall’inizio alla fine.
“Hybrid” Swingrowers
Band palermitana dallo stile vintage e dai suoni remix/electro swing unisce la freschezza della musica elettronica con le influenze calde dello swing, del jazz e di suoni del passato. Con quattro album all’attivo, più di 35 milioni di visualizzazioni su Youtube e una serie di singoli e remix da milioni di stream, la band è una delle più longeve e ricercate nella scena retrò mondiale. Gli Swingrowers hanno portato il loro live esplosivo sui palchi di tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone (con due sold out al Blue Note di Tokio), passando dall’India, Russia e Canada, e hanno collaborato con artisti del calibro di Parov Stelar e Caro Emerald.
“Big in Japan” Carmelo Siracusa
Nel brano, ispirato alla celebre canzone di Tom Waits, il catanese Carmelo Siracusa, bassista degli Sugarfree, parte dal significato del titolo “Big in Japan”, che in slang british veniva utilizzato per esprimere dissenso artistico nei confronti di chi raggiungeva il successo nel mercato giapponese ma non in quello britannico, per tradurlo in chiave moderna e meno dispregiativa, calandolo nella nostra società moderna. Con “Big in Japan” Carmelo Siracusa continua il suo progetto reinterpretativo di musica classica e nazionalpopolare, iniziato con il precedente singolo “È come senti, non come pensi”, ispirato ad un celebre concerto di musica classica del ‘700 per contrabbasso di Carl Ditters von Dittersdorf.
“L’amore di Pablo” Qbeta
Una canzone semplice e delicata tratta dall’album “Indigeno” uscito nel 2014. La world music mediterranea dei musicisti di Solarino si unisce qui ad un testo ricco di metafore che raccontano di un sogno d’amore: Ti porterò dentro la mia poesia come pioggia, pioggia di luce che illuminerà la mia strada e canterò come terra bagnata di te.
“Connection” Lina Gervasi
Musica per theremin, sintetizzatore ante litteram. Musica spettrale, glaciale, distopica. Come le immagini di rovina, distruzione, guerra. A suonare è una delle massime esperte mondiali di questo strumento che si suona agitando le mani. Ed è di Siracusa.
“Nebros” Marco Corrao
È l’ultimo brano di Marco Corrao, sulle immagini realizzate e montate da Vincenzo Ceraso. Il video è come un vero e proprio volo con le immagini riprese da un drone, sulla bellezza del territorio nebroideo, da cui il brano prende il nome. Uno scenario suggestivo con boschi incantati, laghi montani, tradizioni e paesini nascosti tra i monti di Dioniso, ricchi di storie e leggende. Marco Corrao conosce bene questi posti perché, oltre ad essere un cantautore, è anche una guida ed un geologo naturalista e i Nebrodi sono la sua casa. “Nebrodi” è una raccolta di canzoni che parlano proprio dei Nebrodi, una catena montuosa della Sicilia settentrionale, nella provincia di Messina. C’è il ricordo del giornalista Beppe Alfano, ucciso dalla mafia nel 1993. E poi, ancora, brani ispirati a canti tradizionali come “Panaru manu cu manu” intonato nel corso della raccolta delle olive sui piccoli alberi nebroidei e registrato negli anni Cinquanta nel comune di Mirto dall’etnomusicologo americano Alan Lomax. Prendono posto nell’album anche gli incendi che ogni anno devastano le montagne siciliane, la bellezza delle feste tradizionali, le leggende, le metafore e i proverbi della vita siciliana.
“Balla (L’era degli dei)” Fabio Guglielmino
L’epica fa rima con il pop per il cantautore palermitano che si ispira al mondo classico nell’album “Io mi chiamo Achille”, dal quale è tratta la selezione. «In un momento non facile della mia vita ho trovato conforto nelle poesie di Saffo e Anacreonte», spiega Guglielmino. «Poi il mio amore per Omero ha preso il sopravvento. Mi sono avvicinato ai miei eroi preferiti, il mio Achille, l’essere bellissimo, irascibile e sensibile che non siamo abituati a vedere se non rappresentato da un palestrato Brad Pitt nel colossal hollywoodiano». Nel disco, oltre al personaggio di Achille, è presente un Enea fuggiasco, che deve ricostruire la sua vita dalle macerie di sogni e desideri. «C’è anche un inno alla follia dionisiaca in “Balla (L’era degli Dei)”, in cui è Arianna la stella luminosa che grazie al dio dell’ebrezza è incoraggiata a superare la sua sofferenza d’amore (secondo il mito Teseo l’abbandona su un’isola dopo averla ingannata e usata)».
“Daisy Duke” 1,21GGWTTS feat. Sacha Tilotta
Dietro al nome che richiama il film di Zemeckis si nasconde Gianpaolo Peritore, musicista-ricercatore nisseno che ha registrato l’album “Slow 2.0” utilizzando vecchie console per giochi, Nintendo, Atari 2600 e computer archeologici. «Non sono un amante dei videogiochi, mi piacciono i loro suoni». Musica e immagini, Daft Punk ed Ennio Morricone camminano in parallelo.