«“Il Catania è in serie C, sono felice! Ci vediamo domani”. Quando il giorno prima di incontrarla Evelina Christillin mi ha scritto, credevo fosse per comunicarmi l’orario e invece voleva condividere l’entusiasmo per la vittoria rosso-azzurra». La manager torinese – presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino e consigliera FIFA, la prima donna europea a entrare nel governo mondiale del calcio – è stata così introdotta dal presidente della Scuola Superiore di Catania, Daniele Malfitana, in occasione dell’incontro tenutosi di recente a Villa San Saverio, luogo vocato alla multidisciplinarità in cui la forte personalità di Christillin non poteva che trovare accoglienza.

Che sia uno spirito guida si capisce non solo dal suo curriculum (sport, cultura e management si intrecciano in diversissimi incarichi), ma dall’energia che trasmette quando parla. Tailleur e orecchini briosi perché «non bisogna prendersi troppo sul serio», ha lo sguardo schietto e sereno di chi ha accettato ogni sfida della vita. «Da giovane ho avuto una grave malattia. Quando sono guarita ho imparato che non è mai troppo tardi per fare nulla. E a relativizzare quello che accade. Che poi è ciò che insegna lo sport: rialzati, non è mai finita».

«Attenti allo sportswashing di chi sfrutta lo sport per ripulire l’immagine del proprio Paese, continuiamo a tenere accesi i riflettori sul Qatar»

CALCIO ED ETICA: VERSO QUALE BINOMIO? Diciamocelo pure: quando si parla di cultura, il pallone non è la prima cosa che viene in mente. Eppure, come ogni sport, è un mondo governato da valori, sogni e riflessioni, al pari di letteratura, arte, storia, cinema. Lo sa bene Christillin, che collezionava figurine dei calciatori e che da ragazza faceva parte della nazionale di sci alpino. «Lo sport registra una maggiore sensibilità verso ciò che accade», ha commentato. A mostralo è la decisione presa durante la UEFFA Champions League dello scorso anno: avrebbe dovuto giocarsi a San Pietroburgo e invece è stata giocata in Francia. «Una scelta complessa ed epocale, dettata dal rifiuto che si è subito mobilitato. Ci siamo anche privati di uno sponsor russo da 40 milioni». Eppure, il rispetto ha continuato ad animare le parti in gioco. «Alexey Sorokin, presidente del Comitato Organizzatore della finale che si sarebbe dovuta svolgere a San Pietroburgo, è venuto a trovarci pochi giorni fa in Ruanda al congresso internazionale della FIFA». I mondiali in Qatar li ha commentati così: «Le polemiche le conosciamo tutti. Il punto è che la mentalità è lenta a cambiare, più della politica. Siamo riusciti a far modificare la Kafala, la legge schiavizzante sul lavoro. Ma attenti allo sportswashing di chi sfrutta lo sport per ripulire l’immagine del proprio Paese. Continuiamo a tenere accesi i riflettori sul Qatar». E ha aggiunto: «Che nel Qatar si sarebbero giocati i mondiali è stato stabilito nel 2010 ma nessuno, nel frattempo, ha aperto bocca o ha pensato al troppo caldo. Sarebbe bene non nascondersi dietro un dito di fronte al denaro»

UNA PARTITA ANCORA APERTA. «Tanto ancora c’è da fare sul piano del rispetto e dei diritti nello sport. Basti pensare agli insulti durante l’ultimo derby Roma-Lazio. Per non parlare della tratta dei giovani calciatori africani che arrivano in Europa senza protezione». Ma qualcosa sta cambiando, come mostrano le conquiste del calcio femminile. «Siamo finalmente riusciti ad ottenere il professionismo femminile nel calcio. Inoltre, come ha annunciato Fantino al congresso in Ruanda, il montepremi per il mondiale femminile di quest’anno è stato triplicato rispetto al 2019 e decuplicato rispetto al 2015», ha aggiunto sottolineando la simpatia per Sara Gama la capitana della squadra nazionale femminile. «Siamo molto legate, e non perché indossa la maglia bianco-nera», ironizza da grande tifosa della Juve.

«Com’era possibile che un museo con una collezione così straordinaria non avesse curatori? Da zero siamo passati a 22 solo nei primi due anni»

AL MUSEO EGIZIO LA CULTURA FA GOAL. Le competenze sviluppate nei vari ruoli legati al mondo dello sport sono state per Christillin quel quid in più per rilanciare il Museo Egizio di Torino una volta divenutane nel 2012 la presidente. «Ci siamo aperti sia alla città, facendo sentire la nostra presenza in carceri, ospedali e biblioteche per creare un forte senso di comunità, sia all’internazionalizzazione, lavorando sempre sulla ricerca. Il passo avanti è stato fatto nel 2014 con il direttore Christian Greco e con la creazione che è seguita di un progetto scientifico. Com’era possibile che un museo con una collezione così straordinaria non avesse curatori? Da zero siamo passati a 22 solo nei primi due anni. Oggi grazie a questo sforzo organizziamo mostre nei 5 continenti che creano ricavi importanti». Sarà un caso che tra tutte le opere custodite nel museo, la sua preferita sia un piccolo ostrakon raffigurante una ginnasta?

IL RICORDO DEI GIOCHI TORINO 2006. Donna sportiva, di cultura e manager, la torinese originaria di Sestriere, in Val di Susa, preferisce definirsi una sportiva. E forse proprio per questo tra i ricordi più belli della sua carriera conserva l’esperienza da Presidente Esecutivo del Comitato Promotore Torino 2006, un ruolo in cui riuscì benissimo riportando in Italia i Giochi Olimpici Invernali dopo 46 anni. «Era il 19 giugno 1999, a Seul Juan Antonio Samaranch disse “The winner is Torino”. E noi eravamo così underdog che la Rai non aveva mandato nessuno. Avevamo portato due giovanissimi giornalisti a spese del comitato. E alla fine erano gli unici ad avere gli scatti di quel momento magico».


CHI È EVELINA CHRISTILLIN?

Presidente del Museo Egizio di Torino, Evelina Christillin è rappresentante femminile della UEFA in seno al Consiglio della FIFA, il massimo organismo internazionale del calcio. La sua carriera è un intreccio stupefacente tra cultura e sport. È membro del CdA del Teatro Stabile di Napoli ed è stata presidente del Teatro Stabile di Torino, dell’ENIT (Agenzia Nazionale Italiana del Turismo) e dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Regio. È stata Presidente Esecutivo del Comitato Promotore Torino 2006 guidandolo al successo nell’ottenere i XX Giochi Olimpici Invernali, riportati in Italia dopo 46 anni di assenza e, successivamente, è stata ai vertici del Comitato per l’Organizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. Ha fatto parte della Giunta Nazionale del CONI e ha svolto attività accademica all’Università di Torino, in qualità di docente presso la cattedra di Storia Moderna. Laureata in Storia e Demografia Storica, archivista, è anche Commendatore e Grande ufficiale al merito della Repubblica italiana, nonché Stella d’oro al merito sportivo.

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