«Dare nuova vita a spazi teatrali prima in disuso, creare una sinergia tra istituzioni e teatro: la presentazione di un libro sulla scrittura teatrale nel ridotto del Teatro Verga rappresenta tutto questo». Così la direttrice del Teatro Stabile di Catania Laura Sicignano ha accolto la professoressa dell’Università degli Studi di Salerno Antonia Lezza e la dottoressa di Ricerca in Italianistica Emanuela Ferrauto intervenute per presentare il libro da loro curato “Antologia Teatrale. Atto secondo” . L’opera, edita da Liguori Editore con il finanziamento del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (DISPAC) dell’Università degli Studi di Salerno, è frutto anche della cura di Federica Caiazzo, dottoressa in Filologia Moderna, e vede contributi di drammaturghi contemporanei. Alla presentazione sono intervenuti, oltre a Sicignano, Lezza e Ferrauto, la professoressa Simona Scattina e la critica teatrale Filippa Ilardo, con l’arricchimento delle letture di Silvio Laviano e Rosario Palazzolo.

La copertina del volume

Opera in divenire. «“Antologia Teatrale. Atto secondo” è un completamento naturale del primo volume, nato da una collaborazione non scontata in ambito accademico; ma è anche un’opera in continuo divenire perché il teatro stesso è in continuo divenire» spiega la professoressa Scattina non escludendo la possibilità di un terzo tomo. Il libro, comprendente 18 saggi, è diviso in quattro sezioni: Studi sul teatro; I maestri della parola; Regia/Critica; Scrivere il (di) teatro. «L’opera – afferma la dottoressa Ilardo – è una miscellanea che ha per filo conduttore la scrittura teatrale, con attenzione alla drammaturgia napoletana e siciliana. Tra i nuclei tematici vi è il bilinguismo italiano-dialetto, in cui quest’ultimo emerge come lingua sonora teatrale. Vi è un excursus sul ruolo del teatro, da peccaminoso in epoca gesuita a pedagogico, fino a gioco non pedagogico nei giorni nostri».

Drammaturghi meridionali. L’obiettivo di questa raccolta antologica, nata da un’accurata ricerca di testi drammaturgici passati e attuali, è quello di raccoglierli in un’edizione che li valorizzi come spesso accade per le opere propriamente letterarie: «I testi teatrali – sostiene la professoressa Lezza – devono essere conservati e letti: essi non sono destinati solo a essere rappresentati dinamicamente sulla scena, ma anche a essere tradotti, raccontati. Si pensi a Boccaccio, Eduardo: la loro testualità non è inferiore agli autori letterari. Nella drammaturgia del Sud c’è poesia». La dottoressa Lezza ha curato una cernita che ha dato spazio, oltre a drammaturghi noti come Enzo Moscato e Manlio Santanelli, ad altri più giovani come Rosario Palazzolo e ad alcuni meno famosi. «Per quanto io sia laureata – spiega Lezza – sono una anti-accademica: le istituzioni universitarie danno importanza solo agli auctores, io prediligo anche gli autori minori. Per la mia tesi contro la volontà di tutti scelsi Marco Praga, un autore poco noto della commedia realistico borghese del secondo ‘800, sconosciuto pure al mio relatore. Invito i giovani ad avere la stessa tenacia se vogliono ottenere qualcosa».

 Editoria e teatro protettori degli artisti. Carenza di fama che non si traduce in scarsa qualità: «Ci sono autori siciliani il cui nome comincia a risuonare solo dopo esperienze all’estero, a Roma o a Milano. Io ho conosciuto drammaturghi catanesi a Napoli e mi auguro che Catania accolga nello stesso modo quelli napoletani» testimonia la dottoressa Ferrauto. A mancare non sono i talenti, ma gli spazi loro concessi: «Franca Angelini, critica teatrale cara ad Antonia Lezza – racconta la Scattina – lamentava il fatto che spesso venissero consegnati premi a testi teatrali mai andati in scena né pubblicati. Non manca la qualità drammaturgica, ma l’editoria che dia occasione agli artisti di pubblicare i propri testi, leggerli e condividerli al di là della rappresentazione scenica». Da parte sua, la direttrice Sicignano esprime il suo impegno nel dare spazio e occasioni agli autori emergenti: «“Catania premia Catania” è stato un bando vinto da alcuni spettacoli nuovi a cui stiamo dando la possibilità di andare in scena a novembre. Inoltre condivido l’idea che un testo teatrale, come quelli letterari, debba vivere oltre la rappresentazione: per questo mi piacerebbe realizzare con voi curatrici una linea editoriale dei testi che il Teatro Stabile produce».

Il nostro impegno è offrire contenuti autorevoli e privi di pubblicità invasiva. Sei un lettore abituale del Sicilian Post? Sostienilo!

Print Friendly, PDF & Email