La recente crescita“a doppia cifra” dello scalo etneo ha fatto sì che la città venisse elogiata come meta prediletta dei viaggiatori in cerca di svago. Ma in che modo impatta su questo il crescente numero di siciliani “emigrati”, di rientro per le vacanze? Facciamo un po’ di ordine

La recente pubblicazione da parte della Sac di un comunicato stampa con i numeri e le previsioni di crescita dell’Aeroporto di Catania ha suggerito (complici alcuni articoli di testate regionali) una facile equazione aumento dei viaggiatori = aumento dei turisti. Ma in che modo è bene interpretare questi dati? Facciamo un po’ di chiarezza.

LA “CRESCITA A DOPPIA CIFRA”. 220.362 passeggeri, tra arrivi e partenze tra il 18 e il 24 aprile, con una crescita percentuale di oltre il 12,75% (e 248.810 tra il 25 aprile e il 2 maggio, con un aumento del 6% rispetto al 2018). 133.828 i passeggeri in arrivo o in partenza per destinazioni nazionali (+8,02% – l’anno precedente furono 123.891), e 86.534 da/per destinazioni internazionali (+21% – l’anno precedente furono 71.559).
Una “crescita a doppia cifra”, quella stimata dalla SAC, che ha visto nel sabato e nella domenica di Pasqua le giornate più trafficate, con circa 35 mila passeggeri in transito tra arrivi e partenze. Sempre secondo i dati riportati dal sito dell’Aeroporto di Catania «supera il 100% la crescita dei passeggeri di provenienza extraeuropea, la cui percentuale si attesta al +114,5% rispetto allo scorso anno, a dimostrazione dell’appeal dell’aeroporto di Catania in generale e dell’interesse verso la Sicilia».
Un risultato straordinario per l’amministratore delegato SAC Nico Torrisi che aggiunge come «se le previsioni saranno confermate, il nostro aeroporto chiuderà il 2019 con oltre dieci milioni di passeggeri».

QUINTO SCALO ITALIANO. Bisogna dare atto che negli ultimi anni la SAC  ha portato a termine nuove partnership con le più note compagnie (al momento se ne contano 83). Proprio per la settimana di Pasqua, sono stati potenziati  i collegamenti per Istanbul, Mosca, Tel Aviv, Sharm el-Sheikh, Marrakech, Casablanca, Hurghada e Oslo. Il risultato è che, come riportato da Assoaeroporti, in termini di traffico di passeggeri Catania si classifica in quinta posizione tra i primi dieci aeroporti italiani, prima di Milano Linate e Napoli, superata solo da “colossi” come Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Bergamo e Venezia.

TRAFFICO PREVALENTEMENTE TURISTICO. È interessante affiancare a questi dati quelli raccolti dall’Osservatorio Turistico Regionale, attraverso la registrazione giornaliera effettuata on line dalle strutture ricettive operanti sul territorio, che segnalano 15 milioni di presenze e quasi 5 milioni di arrivi. Infine, a confermare la vocazione prevalentemente turistica dell’Aeroporto Vincenzo Bellini sono anche i dati relativi al traffico cargo. Catania, infatti, non risulta presente nella top 10 degli aeroporti per volumi di merce trasportata.

«MAMMA HO (RI)PRESO L’AEREO». TRA SVILUPPO E RITORNO A CASA. Numeri incoraggianti, quindi, da inquadrare tuttavia in un insieme di sviluppo più complesso. L’intero sistema aeroportuale, negli ultimi quattro anni ha fatto registrare una costante crescita, chiudendo il 2018 con 185 milioni di passeggeri, il 5,9% in più rispetto al 2017. A questo sarebbe doveroso aggiungere un altro elemento, ovvero il fatto che, in occasione delle festività, gli aeroporti siano spesso abitati da giovani (e non solo) che trovano l’occasione per ricongiungersi con le proprie famiglie.

PENDOLARISMO IN CRESCITA. Nel suo Rapporto 2018Svimez ha segnalato il consolidamento del fenomeno definito “pendolarismo di lungo raggio” riferendosi al «consistente trasferimento di un numero crescente di giovani meridionali che vanno a studiare in università localizzate nelle regioni centro-settentrionali».Secondo gli ultimi dati disponibili, tra il 2002 e il 2016 si sono intensificati i flussi di migrazione dal Sud al Nord, con un saldo negativo di circa 783.000 unità, di cui 220.000 laureati. Prendendo in considerazione gli spostamenti esclusivamente relativi agli studenti «nell’anno accademico 2016/2017, i meridionali iscritti all’Università sono stati complessivamente 685 mila, di questi il 25,6%, pari a 175 mila unità, ha scelto di studiare in un Ateneo del Centro-Nord».
Tra le regioni meridionali che si caratterizzano per i maggiori flussi in uscita in termini assoluti, Sicilia e Puglia si trovano nei primi due posti, con oltre 40 mila giovani che studiano al nord.

FUGA ALL’ESTERO. Per meglio comprendere gli sviluppi di un’emigrazione sempre più estesa, la riflessione può essere ampliata anche con i numeri degli italiani all’estero. il “Rapporto Italiani nel mondo 2018” della Fondazione Migrantes cita i dati dell’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), secondo cui su 5.114.469 italiani residenti all’estero ben 755.947 provengono dalla Sicilia, un numero pari al 14,8% del totale che proietta l’isola come prima tra le regioni di emigrazione. Non solo, le province di Agrigento e Catania si confermano come le prime in Sicilia per numero di residenti all’estero (154.979 la prima, 123.367 la seconda), rappresentando più di un terzo del totale degli iscritti Aire dell’Isola.


IL VER­DET­TO

I numeri non mentono. Il lavoro svolto negli ultimi anni dalla gestione dell’aeroporto di Catania ha reso lo scalo maggiormente attrattivo per  viaggiatori e turisti di tutto il mondo, anche nei periodi tradizionalmente considerati “di bassa stagione” (a settembre 2018, si è superato il tetto di un milione di passeggeri).
Non pare tuttavia azzardata l’ipotesi che una parte dei passeggeri in transito dall’aeroporto di Catania sia costituita da studenti fuori sede o da interi nuclei familiari che “tornano a casa”, elemento che “vizia” – seppur in parte – i conteggi finali. In fondo lo aveva scritto anche Corrado Alvaro nei suoi racconti, «Quando uno lascia un paese, tutte le cose acquistano prima della partenza un valore straordinario di ricordo, e ci fanno pregustare la lontananza e la nostalgia». Il ritorno a casa, in Sicilia, è meglio dell’uovo di cioccolato.

Parlare di  “boom turistico” per l’aeroporto di Catania me­ri­ta un “Ppì tan­tic­chia”


IL NO­STRO VE­RI­TO­ME­TRO

A vi­ri­tà (di­chia­ra­zio­ne rea­le)
Ppì tan­tic­chia 
(pres­sap­po­co ve­ri­tie­ra)
Men­zu men­zu (ap­pros­si­ma­ti­va)
Sta­mu bab­bian­nu? (di dub­bia at­ten­di­bi­li­tà)
Bel­la min­chia­ta (vi­sto­so stra­fal­cio­ne)

Pub­bli­ca­to: 25.04.2019 Ori­gi­ne: 17.04.2019 Fon­te di­chia­ra­zio­ne

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