Immaginate un candidato alle amministrative che sulla sua pagina Facebook dimostri di avere una risposta a tutte le domande, una soluzione per ogni problema, che non sia troppo estremo nelle scelte, che si dimostri sempre ben equilibrato. Immaginate, poi, di scoprire che questo candidato ideale è il frutto di un’operazione gestita dall’Intelligenza Artificiale. Sareste disposti a votarlo lo stesso?

Se l’è domandato Vincenzo La Monica, operatore della Caritas di Ragusa che in questi mesi di fermento pre-elezioni ha dato vita a Gian Piero Trovato, aspirante sindaco del capoluogo siculo che attraverso l’ormai celebre ChatGPT – acronimo, non a caso, di Gian Piero Trovato – ha formulato ben tre proposte per la città ispirate al PNRR. Dell’idea abbiamo discusso con Davide Bennato, docente di Sociologia dei media digitali presso l’Università di Catania, il quale nei giorni scorsi aveva commentato la vicenda in un articolo pubblicato su Agenda Digitale.

Uno dei post pubblicati da Gian Piero Trovato su Facebook

UN ESPERIMENTO CHE FA RIFLETTERE. «Secondo me è una via di mezzo tra un esperimento e una provocazione – è il suo commento in merito, – finalizzata a smuovere un po’ le acque della politica ragusana e vedere come avrebbe reagito l’opinione pubblica». E quindi, a conti fatti, come ha reagito? Qual è stato l’impatto dell’esperimento sulla popolazione locale? «Le conseguenze più interessanti da evidenziare sono state sostanzialmente tre: in primo luogo, le persone non si sono accorte che stavano fruendo di contenuti prodotti in maniera piuttosto standardizzata, e che avevano di conseguenza poco spessore politico. La seconda osservazione riguarda l’attenzione che al caso hanno dedicato i mass media: l’arrivo di nuovo candidato, nel panorama cittadino, è stato infatti vissuto con una certa curiosità. In ultimo, da quanto è accaduto deduciamo che la gente comune si aspetta ormai molto poco dal pensiero politico, che se una volta era più articolato e coinvolgeva numerosi valori rischia oggi di essere equiparabile a quello di un bot».

UN SINDACO PER TUTTI E PER NESSUNO. In realtà, però, lo stesso Bennato ci fa notare subito dopo che qualche differenza fra Gian Piero Trovato e i candidati in carne e ossa esiste. «A dispetto della sua concorrenza umana, un potenziale sindaco generato dall’IA va incontro ai gusti di qualunque elettorato. Non fa affermazioni troppo polarizzanti, non manifesta idee particolari. È un candidato medio, che si comporta in modo medio, assecondando le aspettative medie del cittadino medio di Ragusa». Ed ecco perché qualcuno si dice già disposto a essere governato dall’IA, nella speranza di risolvere alcuni problemi ormai atavici. «Si tratta di un sintomo indiretto del crescente scetticismo nei confronti della politica – ci spiega Bennato, – di fronte al quale mi stupisco ben poco. Ma secondo me non sarebbe legittimo, dal momento che alla base delle decisioni di ordine pubblico non sta la logica, bensì un complesso sistema di valori collettivo. Da questo punto di vista l’IA sarebbe inadeguata ad aiutarci, mentre avrebbe più senso chiedere a un bot di analizzare le questioni più urgenti del nostro presente per poi lasciare l’ultima parola agli esseri umani».

«Meno creativo e legato a delle competenze specifiche è un compito, più sono le probabilità che i bot se la cavino meglio di noi a risolvere il problema. E viceversa»

IL PROBLEM SOLVING È LA CHIAVE. D’altronde, osserva il docente, il ragionamento si sta già applicando ai numerosi campi in cui si sta introducendo il supporto dell’Intelligenza Artificiale, dalla scuola alle arti, fino ad arrivare al mondo del giornalismo. «L’arrivo degli strumenti di IA è destinato a cancellare i processi lavorativi a basso contenuto di problem solving. Se svolgiamo una professione in cui non va usata la testa per risolvere un problema, infatti, è facile che verremmo sostituiti dalle macchine, un po’ come succede già con le casse automatiche delle grandi catene di supermercati. Meno creativo e legato a competenze specifiche è un compito, più sono le probabilità che i bot se la cavino meglio di noi. E viceversa». Un’intervista come questa, quindi, secondo Bennato sarebbe ancora impossibile da affidare a ChatGPT, e a quanto pare lo stesso vale per l’amministrazione comunale delle città italiane.

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