All’interno di uno degli spazi che ci sta più a cuore, nel Mediterraneo, come vengono recepiti e interpretati gli attuali venti di innovazione e impresa sociale? Rispondere non è certo cosa semplice, ma ha cercato di farlo Innovazione e Cambiamento – Agire oltre la Resilienza, l’evento organizzato da Compagnia delle Opere insieme ad ENISIE e Impact Hub Sicilia presso la nuovissima cornice di “Isola”, l’hub sita a Palazzo Biscari, nell’ambito di “Make in South”, un importante momento di confronto tra diverse realtà locali sul tema delle connessioni.

LA CRISI COME MOTORE DI CAMBIAMENTO. «Mettendo a confronto aree apparentemente così diverse del Mediterraneo come quella balcanica e quella meridionale, ci siamo accorti di sorprendenti affinità tra le pratiche di innovazione sociale». Così l’esperta di relazioni euro-mediterranee dell’Impact hub di Siracusa Suheli Chroudi ha illustrato il punto d’approdo della ricerca finanziata dal “Interreg Italia Malta 2014-2020”. «Il filo conduttore della ricerca – ha confessato Dario Carrera, fondatore dell’Impact hub Roma – è stato interrogarsi sull’esistenza o meno di alcuni “collettori naturali” che riescono un po’ a mettere insieme le energie, le competenze e la voglia di futuro in paesi che in questo periodo vivono probabilmente delle sofferenze decise e importanti, ma che allo stesso tempo domandano innovazione sociale». Ebbene, in «un primissimo tentativo nel mettere a sistema tutta la ricchezza che il Mediterraneo ha da offrire» si è visto come «una via mediterranea» ci sia e sia anche possibile: «l’innovazione sociale probabilmente emerge proprio nelle situazioni di crisi e non è un caso che questo fenomeno sia caratterizzato da una importante ascesa del proliferare di enti abilitatori (coworking, acceleratori, incubatori) proprio nei periodi in cui, a causa delle difficoltà delle finanze pubbliche e della sfiducia diffusa, siamo tentati di rifugiarci nell’isolazionismo e nell’autarchia».

IL VALORE DELLE CONNESSIONI. Creare legami, dunque, comporta anche responsabilità. Caso virtuoso è quello di Maurizio Andronico (Leader area Sicilia per The European House-Ambrosetti), secondo il quale uno dei primi compiti di un buon imprenditore è quello di intessere relazioni. In riferimento alla sua personale esperienza, ha infatti ricordato quanto preziose siano state negli anni le connessioni instaurate sia con altri omologhi di successo sia con i propri collaboratori. A patto, però, che siano: «reali», non tanto per il mezzo, che può anche essere digitale, quanto più perché concrete; «di valore», da intuire a priori e che comporti un cambiamento di approccio per l’altra persona; e «vere», che permettono cioè il tornare indietro di ciò su cui si sta investendo. «In questa dialettica continua fra connessione e soggetto che si connette all’interno di una società di successo – ha rivelato – diventa fondamentale costruire importanti legami e valori, delle connessioni capaci di innovare al di là di quanto bene possa andare un’azienda o di quanto tanto questa possa produrre».

Da sinistra: Maurizio Andronico, Laura Sicignano, Claudio Miceli, Antonio Perdichizzi

IL CASO DEL TEATRO. Nell’arte e nella cultura le connessioni funzionano in modo diverso. Un caso è quello del Teatro Stabile di Catania presentato dalla direttrice Laura Sicignano: «L’Ente che dirigo è definito “trick”, cioè un teatro di rilevante interesse culturale» ma resta comunque «un teatro pubblico» che ha per soci e, quindi, per investitori la Regione, il Comune e la Città metropolitana. Complice l’assenza di una legge sugli spettacoli dal vivo, mentre si premia “una sorta di competizione tra i teatri”, «quello che io ritengo dovrebbe essere giusto è una legge che faccia in modo che i teatri non siano tra loro in competizione ma, anzi, siano in connessione virtuosa». Al di là poi dei vari problemi economici dalle vecchie gestioni, «quello che noi abbiamo ereditato – ha sottolineato – è un teatro privo di connessioni», che ha dimezzato in quattro anni il numero dei suoi abbonati, sebbene sia nato «dall’esigenza di ricostruzione dell’identità culturale e sociale di un paese nel Dopoguerra». Il nostro compito – ha concluso – è anche quello di ricreare queste connessioni con il pubblico e con le istituzioni, con il mondo della scuola, con l’università, con le associazioni, con le aziende, per far ritornare il teatro alla sua funzione, cioè ad essere il cuore della “polis”».

LA CURA DELLE PERSONE. Claudio Miceli, Presidente della Confesercenti di Catania, ha chiosato: «Non dobbiamo dimenticarci che alla base di tutto sta l’uomo». Curare le persone, per Miceli, è infatti una priorità che dovrebbe essere adeguatamente considerata da ogni azienda: «Nonostante il 70% delle persone all’interno della mia azienda sia diverso rispetto a quello dell’anno precedente, abbiamo registrato un raddoppiamento del fatturato: segno che la qualità del lavoro risente della positività che un ambiente sa creare». Chissà che non sia proprio questa la sfida del futuro: curare i dipendenti per incentivare profitto e serenità in azienda.

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L’EVENTO

I due moderatori, Rosario Sapienza, Presidente di Impact Hub Sicilia, e Salvatore Rigaglia, Ingegnere civile Commapartners e referente del direttivo di Cdo Sicilia, hanno messo sul tavolo dei relatori dinamiche generate dal cambiamento a partire dagli impatti che ha sul territorio e sul vissuto aziendale. A dialogare con loro, durante un primo panel dedicato alle esperienze legate a “Interreg Italia Malta 2014-2020” e un secondo dal titolo “Cavalcare il cambiamento, governare il caos”, numerosi relatori: Maurizio Andronico (Leader area Sicilia per The European House-Ambrosetti), Eric Asmar (CEO di Happy Smala), Dario Carrera (Founder, Impact Hub Roma), Suheli Chroudi (Planner Euro-Mediterranea, Impact Hub Sicilia), Claudio Miceli (Presidente Confesercenti Catania), John Mizzi (Malta Enterprise / Malta Innovation Hub) e Laura Sicignano (direttrice Teatro Stabile di Catania). «Quello che vi proponiamo è un viaggio nel Mediterraneo», luogo di fondamentale importanza per gli studiosi coinvolti che, come ha continuato subito Sapienza, hanno concentrato la loro attenzione sull’innovazione sociale dei paesi mediterranei, soffermandosi su 9 casi-studio nell’ambito del progetto ENISIE (finanziato con fondi “Interreg Italia Malta”).

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