L’evento centrale del Festival “Offensiva Culturale 2019” ha preso la forma di una grande manifestazione a base di materiali di recupero che ha visto la cittadinanza del comune etneo impegnata in prima persona nell’organizzazione

Da cosa nasce cosa e dagli scarti può nascere un’infiorata che rende partecipe una città e insegna ai tutti il valore del rispetto per ciò che abbiamo. Questo avviene a Belpasso, paese etneo in provincia di Catania che da qualche anno prova a muovere passi importanti verso un maggiore senso civico e una maggiore partecipazione dei cittadini tramite la cultura. Inaugurata venerdì 26 luglio e faro d’apertura per il Festival “Offensiva Culturale 2019”, l’Infiorata ecologica ha visto la partecipazione di tante associazioni e di molti bambini. Ne abbiamo parlato con il vicesindaco e assessore alla cultura del paese etneo Tony Di Mauro e con alcuni rappresentati delle associazioni impegnate nella sua realizzazione.

IL BELLO DEL RIUSO. Trasformare gli scarti in bellezza per la propria città: questa la sfida lanciata dell’Infiorata ecologica promossa a Belpasso ormai per il terzo anno consecutivo. Le opere realizzate sono composte dai materiali più disparati: plastica, segatura, carta, tufo di caffé, sale per l’antigelo non più riutilizzabile. Ma valore aggiunto di questa realizzazione è la mobilitazione e la partecipazione attiva dei cittadini, tra cui molti bambini: «La forza di questi eventi sono innanzitutto le associazioni   ̶   esordisce il vicesindaco Tony Di Mauro. L’idea di un’infiorata con prodotti di scarto nasce da un’associazione in particolare che si chiama “Natura Creativa” e si ricollega al tema della raccolta differenziata, molto sentito e attuale.  Il messaggio che vogliamo lanciare è che bisogna lavorare tutti per far rinascere il nostro territorio. Nulla va sprecato e soprattutto tutto quello che pensiamo sia uno scarto può avere una seconda vita e tornare utile». Porre l’attenzione verso i temi dello spreco e del riciclo, ma anche educare i cittadini, partendo dai più piccoli: «Secondo noi, il bambino che si impegna per rendere più bella la propria terra diventerà un adulto responsabile. Le rivoluzioni cominciamo quando tutti si sentono coinvolti e partecipano attivamente per migliorare il proprio Paese».

REAGIRE CONTRO L’IGNORANZA. L’infiorata ecologica si inserisce all’interno di un palinsesto molto più ampio e ricco di incontri e eventi. Si tratta dell’“Offensiva Culturale”, festival che già nel suo nome chiarisce l’intento di creare movimento e reazione attraverso la cultura, agendo da motore contro l’immobilismo, il degrado e l’appiattimento: «La scelta racchiude un insieme di manifestazioni culturali che confluiscono in un’unica offensiva. Il nome è stato rubato da una battuta di Roberto Saviano che, parlando dei quartieri periferici di Napoli, diceva che l’unico modo per poter combattere l’ignoranza è un’offensiva culturale, una reazione, un bombardamento culturale. Quest’anno si è deciso di ricordare l’eruzione del 1669, che 350 anni fa distrusse “Malpasso”. Molte scene dell’infiorata richiamano l’eruzione e gli stemmi araldici delle famiglie che abitavano Belpasso al tempo. Non si tratta di artisti di professione ma gente comune che si è messa in gioco».

La preparazione dei pannelli

SPORCARSI LE MANI. Uomini e donne di tutte le età si sono impegnati nella sistemazione dei pannelli tipici dell’infiorata. Lo sforzo per far sì che tutto sia perfetto è stato massimo, come conferma Patrizia Moschetto dell’associazione Natura Creativa: «Le associazioni della città che hanno contribuito alla realizzazione dell’infiorata sono in tutto 12 e ognuno ha lavorato su uno o più pannelli; noi in totale ne abbiamo curato cinque. Il mio sogno è quello di vederla crescere sempre di più e so che piano piano ci arriveremo, portando al centro temi come l’arte, il rispetto dell’ambiente e il riciclo. Ci stiamo concentrando molto sulla raccolta differenziata, organizzando anche giornate dedicate. La cosa fondamentale è partecipare in prima persona, mettere le mani in pasta perché, come dico sempre, se una cosa la fai ci credi di più».

 

 

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