Esiste da sempre un legame tra l’America e la Sicilia, il “sogno americano” dei siciliani emigrati nel Nuovo Continente. Stavolta però è l’America a scegliere i siciliani: le attrici Lucia Sardo e Roberta Rigano e l’attore Paride Benassai sbarcano su Netflix con “From Scratch”, serie prodotta da Reese Witherspoon con Zoe Saldana protagonista accanto al romano Eugenio Mastrandrea.

I videoprovini in tempi di pandemia. “From Scratch”, dall’omonimo romanzo autobiografico di Tembi Locke, racconta di un’americana sbarcata in Italia per studio e innamoratasi di uno chef siciliano, Saro, che parte con lei per realizzare il suo sogno nel breve tempo che la vita gli concede. Laddove i panni dei protagonisti sono indossati da Zoe Saldana ed Eugenio Mastrandrea, Lucia Sardo e Roberta Rigano sono rispettivamente la madre e la sorella di Saro. «È il mio primo lavoro importante in questo periodo di pandemia – afferma la Rigano – e l’aver fatto il provino a distanza mi ha aiutato». Nessun call back, solo videoprovini e prove di recitazione attraverso un monitor: «È mancato l’impatto della presenza, ma forse questo mi ha resa più tranquilla» spiega Roberta.

Dal palcoscenico alla telecamera. Con la chiusura forzata dei teatri, la recitazione sul piccolo e sul grande schermo è stata l’unica ad andare avanti. L’approdo dietro una telecamera invece che su un palco però non è affatto un ripiego: «In questo momento particolare dell’esistenza ho deciso di concedermi il lusso di accettare solo lavori che mi piacciono e in cui credo – rivela Lucia Sardo. Questa è la mia prima volta su Netflix, ma non la mia prima occasione. Due anni fa mi era stata offerta in Italia la possibilità di girare per questa piattaforma, ma non apprezzavo il ruolo e ho rifiutato». Ancor più acceso l’entusiasmo della Rigano nei confronti del piccolo schermo: «Inizialmente volevo fare solo teatro e ho fatto la scuola del Piccolo (non quella di Lucia Sardo solo perché le lezioni mattutine erano inconciliabili con la frequentazione del liceo). Poi però mi sono trovata per caso a recitare per il cinema – continua la giovane attrice – e ho capito che il linguaggio intimo dietro la telecamera è più consono a me rispetto al grande linguaggio del palcoscenico».

Essere attori negli USA. Mentre la Rigano non è ancora andata sul set a Los Angeles, la Sardo è già in America a vivere un’esperienza nuova: «Con il teatro ho lavorato molto all’estero, nei primi anni ho girato l’Europa con il teatro movimento. Qui a Los Angeles però sto recitando accanto a splendide persone e sto vivendo una dimensione nuova dell’attore». Non ci sono difficoltà nonostante le lingue diverse e a rendere il clima ancora più armonioso è l’efficienza della troupe: «Tutti si concentrano sull’attore: è al centro dell’attenzione, viene premiato, ha la possibilità di provare ininterrottamente. Mentre in Italia le esigenze di regia, luci, foto hanno sempre il sopravvento, in America no» afferma Lucia Sardo. E aggiunge: «Qui c’è la consapevolezza che dall’attore dipende la sorte di un film, se sarà amato o meno dal pubblico. Per questo il suo ruolo viene rispettato».

Abbandonare il provincialismo. Non dissimile l’opinione di Roberta Rigano: «Le esperienze all’estero fatte con altre serie come “Un volto, due destini” mi hanno permesso di capire cosa c’è oltre il cinema italiano e cosa significa la valorizzazione del talento puro. Le nuove piattaforme come Netflix – continua – hanno moltiplicato le possibilità di recitazione rispetto alle sole fiction Rai». A denunciare la limitatezza delle produzioni televisive e cinematografiche italiane con rigide parole è Lucia Sardo: «Le film commission in Italia hanno uno stupido limite regionale che le rende provinciali, di quartiere. In Lombardia si scelgono solo attori lombardi, in Sicilia solo siciliani e così via. All’estero si va ben oltre questo clichè paesano». A dimostrarlo il fatto che nei panni del siciliano Saro in “From Scratch” vi sia un attore romano, Eugenio Mastrandrea, scelto personalmente dalla Locke e apprezzatissimo dalla Rigano e dalla Sardo.

La denuncia di Lucia Sardo. «Questo insulso limite paesano – lamenta la Sardo – dimostra il deterioramento del cinema italiano. Se davvero ogni attore potesse recitare solo ruoli di personaggi della stessa provenienza, Fellini non avrebbe potuto scegliere la napoletana Pupella Maggio per la romagnola Miranda di “Amarcord” e Dustin Hoffman potrebbe impersonare solo uomini americani».  Benchè la sicilianità sia intrinseca in Lucia Sardo (lei stessa racconta di essere nata in via Sicilia a Francofonte), se facesse un film sulla sua vita non sceglierebbe solo attori siculi. «Per quanto ci voglia sempre un’attinenza fisica, motivo per cui non potrei interpretare una Tedesca, il mio primo ruolo a teatro l’ho recitato in francese. L’attore – conclude l’attrice – non è un dicitore di parole, non è voce e corpo. È carisma, emotività, energia e ha il potere della trasformazione».

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