Mollo tutto e vado
a lavorare a Malta:
realtà o utopia?
Dalla grande isola al piccolo arcipelago, la storia di tre siciliani che hanno deciso di cercare fortuna nel cuore del Mediterraneo (ma un po’ più a Sud)
[dropcap]C[/dropcap]’è un’isola, al centro del Mediterraneo, grande solo 316Km2, con 445mila abitanti in totale (100mila più di Catania, 200mila meno di Palermo) e alta densità. Per molti siciliani è l’El Dorado, il posto da sogno in cui trasferirsi e trovare la fortuna lavorativa, in un momento di crisi nazionale: è Malta. Meta turistica richiesta da giovanissimi e non, è il posto più vicino in cui respirare un po’ di aria britannica: una piccola Londra in un paesaggio simile al Ragusano. Si guida a sinistra ma il 66% della popolazione parla italiano. Le cabine telefoniche sono rosse ma lungo le strade ci sono i fichi d’india. Complice la vicinanza con la nostra isola e i collegamenti sempre più frequenti ed economici via aereo o catamarano, da alcuni è vista come la nuova Svizzera dei frontalieri. Molti vengono da Palermo e Catania, ma ci sono anche dal centro e nord Italia, da Roma, Toscana, Emilia Romagna.
LE OPPORTUNITÀ. È davvero così conveniente lavorare a Malta? Lo abbiamo chiesto a qualche siciliano che lavora lì o che da poco è ritornato a casa. «La pubblica amministrazione è efficiente» ci racconta Mauro, ingegnere di 39 anni dalla provincia di Catania. Ha lavorato a Malta per 3 anni e collaborato con alcune aziende. «C’è un basso tasso di criminalità – continua – le offerte di lavoro sono numerose, il clima è simile alla Sicilia e i maltesi sono un popolo accogliente». Paese in costante crescita, con un PIL tra i più alti d’Europa, è «una nazione che sfrutta bene i fondi europei – dice Mauro – ma deve iniziare a costruire opere di snellimento del traffico, come viadotti e metropolitane, o arriveranno a vietare il traffico in auto nel prossimo futuro perché basta un incidente o un po’ di pioggia per paralizzare mezza isola».
QUANTO SI GUADAGNA. «Si sopravvive, in realtà» dice Enzo, 51 anni di Giardini Naxos. «Per vent’anni ho fatto l’autista e ho deciso di trasferirmi a Malta perché sono single e per me era indifferente dove lavorassi o vivessi». Per due mesi ha guidato i bus del Malta Public Transport e a novembre dello scorso anno ha deciso di ritornare in Sicilia perché la paga era bassa e le spese molto alte. «Lo stipendio era di 1.095 euro netti al mese. All’inizio non ci sono benefit se hai un contratto a tempo indeterminato: per i primi sei mesi non è prevista assistenza medica o assicurazione sanitaria, non maturi pensione o tredicesima e non c’è maggiorazione per i festivi». Per chi lavora nella ristorazione la paga è di 5 euro l’ora lordi su cui poi si devono pagare le tasse, in base al reddito percepito: il 15% fino a 8.000 euro l’anno, superati i quali si sale al 25%. Chi lavora nel turismo ha uno stipendio di circa 400 o 500 euro: «Se sei bravo, però – ci racconta Marco, 27 anni palermitano – guadagni anche 8 euro l’ora, ma comunque non è una vita da re». Ha vissuto lì un anno, lavorando in un hotel a Valletta come cuoco, poi ha deciso di tornare, alla fine di una relazione. «Si guadagna bene ma non molto nell’informatica, nella grafica pubblicitaria o nella costruzione di siti web – prosegue Enzo – intorno ai 1700-1800 euro al mese. Gli stipendi degli operai sono ancora più bassi di chi lavora in hotel».
IL COSTO DELLA VITA. Il problema maggiore sono gli affitti: «non puoi permetterti un appartamento» continua Enzo. Chi è impiegato nelle zone turistiche (come Sliema, St. Julian, St. Paul’s Bay) e non ha un mezzo proprio deve cercare un appartamento vicino al posto di lavoro e arriva a pagare anche 1.300 euro al mese. «La soluzione è prendere una stanza in appartamento condiviso con altre 3 o 4 persone che costa anche 350 euro» aggiunge Marco, oppure un appartamento nelle zone interne come Luqa a 600 euro al mese. All’affitto vanno poi aggiunti i generi di prima necessità, l’abbigliamento, il carburante per l’auto o l’abbonamento ai trasporti e restano circa 200 euro per il cibo: meno di 8 euro al giorno. «Con questo tenore di vita – si sfoga Enzo – non puoi aspettarti di avere una vita sociale, perché andare a Paceville anche solo per mangiare un panino e un cocktail ti può costare anche 30 euro. Per non parlare dei ristoranti». Qual è la soluzione per guadagnare di più e vivere meglio? «Fare gli straordinari – continua Enzo – ma non è vita. Un mio collega lavorava 18 ore al giorno, iniziava la mattina e finiva la sera. Arrivava a 2000 euro ma le sei ore libere gli servivano per dormire». È comunque un’esperienza utile «perché puoi imparare l’inglese» dice Mauro. «Vorrei tornarci – continua Marco – ma per trovare lavoro bisogna andare lì, non si può cercare da casa, altrimenti non ti chiamano». Enzo è ritornato a Giardini Naxos e fa il commerciante. Marco è disoccupato e pensa di ritornare a Malta. Mauro viaggia tra Sicilia e Malta e collabora con una compagnia maltese, ma sta avviando la sua professione a Giarre.